Da quattro anni alla guida del liceo classico è stato ritratto in una foto con gli studenti in tenuta da gangster.
COSENZA – “Un pranzo dei cento giorni. Degli attimi di goliardia. Un dirigente scolastico che, insieme ai suoi alunni, festeggia la fine del percorso liceale di una classe a cui è stato a fianco per quasi cinque anni. Una foto che, – spiega Mario Cosentino studente del liceo Bernardino Telesio – semplicemente, non fa altro che palesare il rapporto di familiarità che si consuma ogni giorno nei corridoi del Liceo Telesio: un padre e dei figli. Come può tutto ciò essere oggetto di indignazione addirittura per la stampa nazionale? Eppure è successo. In poche ore, a Cosenza, un uomo che adora il suo lavoro di preside e che ama le persone con cui lo svolge, gli studenti, è stato trasformato dalla viralità di un articolo di giornale nell’esempio più disastroso della degenerazione della Buona Scuola. Falso, falso, e ancora falso. Lo dimostra la crescita esponenziale degli iscritti, nonostante il Liceo Classico sia vertiginosamente in calo di iscrizioni. Lo dimostrano le innumerevoli iniziative intraprese in questa scuola la più celebre, forse, quella de “La notte dei Licei” e i diversi progetti cui ogni singolo componente del corpo scolastico può aderire in qualsiasi momento dell’anno.
Tuttavia, questo solo non basta ad attestare la realtà armonica che si vive nel Liceo. A farlo è il furore dell’indignazione. Che imperversa, è vero. Vorticosamente. Ma lo fa solo negli animi degli studenti che hanno dovuto assistere alla ridicolizzazione di due dei loro compagni di scuola, additati come la “squadraccia” del preside in questione, Antonio Iaconianni. Arde e logora, l’indignazione. Soprattutto nei cuori degli alunni che hanno dimostrato in ogni occasione di essere orgogliosi del proprio Istituto, e che devono vedere la screditazione di un Professionista che ha ridato splendore al Liceo Classico Bernardino Telesio, arrogantemente chiamato “gangster”. Secondo i “telesiani” non è ammissibile e già sui social è scattata la contropolemica con i primi hashtag in difesa del loro preside che, adesso, per la condivisione di un momento di festa, si trova costretto a vedersela persino con i suoi avvocati”.
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