COSENZA – “La città invasa dai rifiuti per colpa di un ricatto”.
“Non ho, evidentemente, nessun problema – ha affermato il primo cittadino della città di Cosenza – ad accogliere l’invito del direttore commerciale di Calabra Maceri, che, a mezzo stampa, mi chiede di precisare alcune mie dichiarazioni relative alla cattiva gestione dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Anzi, è per me una buona occasione per tornare a ribadire determinati concetti, rendendoli ancora più chiari. Il Comune di Cosenza – mi preme ripeterlo – non ha debiti con Calabra Maceri in relazione alla gestione della discarica di località Vetrano di San Giovanni in Fiore, poiché la stessa società Calabra Maceri non è il soggetto gestore della discarica (per come certificato, fra l’altro, dalla Regione Calabria). C’è di più: dalle comunicazioni fatte dagli organi amministrativi del Consorzio Valle Crati si paventa addirittura l’ipotesi della restituzione delle somme forse indebitamente percepite da Calabra Maceri negli ultimi 5 anni, sia riguardo ai rifiuti solidi, sia per la gestione di depurazione delle acque. Quando qualche settimana fa è esplosa l’emergenza che ha portato la città di Cosenza ad essere invasa da cumuli di rifiuti, su nostra segnalazione i Carabinieri hanno poi constatato, in seguito a un controllo, che la discarica di Vetrano non era affatto chiusa come invece Calabra Maceri aveva comunicato al Comune di Cosenza, bloccando quindi in maniera arbitraria il conferimento alla stazione di trasferenza di Rende, mentre nei pressi di San Giovanni in Fiore i camion continuavano a scaricare i loro rifiuti. Proprio per questi motivi, la mia Amministrazione non ha inteso sottostare al palese ricatto che ha provocato la forzata situazione di emergenza della quale a pagarne le spese, alla fine, sono solo i cittadini e l’immagine di Cosenza, con un’interruzione di pubblico servizio davvero inaudita e inaccettabile. E’ lo stesso Responsabile, elencando le cifre di denaro che Calabra Maceri pretenderebbe da Palazzo dei Bruzi, ad ammettere fra le righe che i cancelli della stazione di stoccaggio di Rende sono stati chiusi perché la società avanzerebbe somme ingenti dal Comune di Cosenza. Somme, alla luce dei fatti, neanche dovute. Il ricatto messo in campo è: se Cosenza non ci versa il denaro che ci deve, i cittadini di Cosenza rimarranno nell’immondizia. Noi non ci stiamo. E dunque ci siamo opposti a una mentalità malata che purtroppo in questa regione è spesso la regola. Allo scopo di scongiurare queste situazioni, gli impianti di smaltimento, così come le discariche, devono essere gestiti dagli Enti pubblici. Occorre fare in modo che ci sia un nuovo sistema regolamentato, con un controllo stringente del pubblico sul privato. In merito alla raccolta differenziata, sulla quale Crescenzo Pellegrino prova a darci consigli, non ho timore ad affermare che a Rende dovrebbero vergognarsi: sono 20 anni che provano a realizzarla ma, senza l’istituzione del sistema Porta a porta, mai ci riusciranno. A Cosenza, il mio Esecutivo all’insediamento ha subito rimodulato il progetto perché il PaP è l’unica soluzione possibile. Partiti da sotto zero, abbiamo avviato un sistema di raccolta differenziata che nel giro di pochi mesi, fra mille difficoltà, ci garantirà percentuali soddisfacenti. Per la prima volta nella storia di questa città, inoltre, abbiamo progettato un Centro di riciclo, l’unica via d’uscita alle continue emergenze per il sovraccarico delle discariche, che avrà il doppio vantaggio del riuso dei rifiuti e del rimpinguare le casse municipali con la vendita dei materiali riciclati. Fare la differenziata per poi portare i rifiuti differenziati direttamente in discarica, non serve a nulla. Serve, al contrario, arrivare in discarica con minori quantità di rifiuti. Spero, a vantaggio di Crescenzo Pellegrino, del sindaco di Rende e di tutti coloro per i quali non ero stato fin qui abbastanza chiaro, di essermi spiegato bene, questa volta. Concludendo che anch’io sono disponibile per un tavolo di confronto che, però, faccia poche parole e molti fatti a favore della cittadinanza”.