Da Cassano i patti con le ‘ndrine per una ‘poltrona in Regione’ (INTERCETTAZIONI)

Ennio Morrone e Franco La Rupa si sarebbero contesi i voti del clan Forastefano che fino a poco tempo prima sosteneva la famiglia Gentile. 

 

COSENZA – Franco La Rupa nella sua roccaforte Amantea è stato sindaco, assessore e consigliere comunale. Nella Provincia di Cosenza e in Regione Calabria è riuscito ad accaparrarsi una ‘poltrona’ da consigliere in due occasioni. Arrestato e assolto dalle accuse che hanno portato ad ipotizzare legami tra il suo mondo politico e le ‘ndrine del cosentino è in attesa della pronuncia definitiva nel processo Omnia. La Dda di Catanzaro ha teorizzato l’esistenza di una sorta di accordo tra il clan Forastefano e Franco La Rupa durante la sua militanza nell’UDEUR il quale si era rivolto ai ‘cassanesi’ per raccogliere voti durante la campagna elettorale delle regionali nel 2005. Per ottenere un numero di preferenze tali da poter entrare in consiglio regionale, come in effetti avvenne, La Rupa, secondo l’accusa, ‘regalò’ 15mila euro al boss Antonio Forastefano.

 

Fatti accertati dal Tribunale di Castrovillari che lo ha condannato a 5 anni di reclusione. Il verdetto però è stato ribaltato in Cassazione ed ora il caso dovrà essere nuovamente discusso in Appello a Catanzaro. Oggetto delle indagini è stato il patto elettorale politico – mafioso che si presume sia stato siglato con i clan della sibaritide. Una cosca quella guidata da Antonio Forastefano, ora collaboratore di giustizia, ormai quasi disarticolata che vanta potenti amicizie nelle serre vibonesi dove nel corso delle faide ci si scambiava reciprocamente favori. Appoggio perlopiù militare con i cassanesi che sparavano nel vibonese e i vibonesi che sparavano nella sibaritide. Amicizie confermate anche da ‘strani’ arresti in cui Emanuele Bruno viene ammanettato in Puglia insieme a Forastefano mentre aspettano un carico di stupefacenti dall’Albania. E’ a loro che si sarebbe rivolto La Rupa per entrare in Regione. Dalle intercettazioni raccolte dalla Digos della Questura di Cosenza sulle utenze dell’’onorevole’ La Rupa emerge una realtà raccapricciante.

 

Antonio Forastefano è latitante nel 2005, ma nonostante ciò impegna i suoi uomini di punta come Giuseppe Garofalo per appendere manifesti elettorali tappezzando l’intera cittadina di Cassano allo Jonio e garantire al candidato un’ottima copertura ‘mediatica’ con comizi gremiti e gente in strada ad applaudire. Garofalo noto come il referente del clan Forastefano per le estorsioni, duole ricordare, è cugino di primo grado di Luigi Garofalo consigliere della Provincia di Cosenza anch’egli come La Rupa eletto tra le fila di Popolari dell’UDEUR. E’ quest’ultimo secondo l’antimafia l’anello d’unione tra il politico e il clan. Del patto intercorso fra Antonio Forastefano e Franco La Rupa riferisce il collaboratore di giustizia Bruno Adamo di Firmo in un interrogatorio di cui buona parte è stata secretata.

 

‘’I FORASTEFANO VOTAVANO GENTILE, VISTI I SOLDI HANNO CAMBIATO”

 Bruno A. – Antonio Forastefano mi diede l’incarico di fare volantinaggio e chiedere voti per un politico.

Procuratore – Che sarebbe?

Bruno A. – La Rupa.

Procuratore – E La Rupa come mai aveva questi favori da parte dei Forastefano?

Bruno A. – Perché lui dava dei soldi a loro. Che io per fare la campagna elettorale a me mi sono stati dati tremila euro, per attaccare quattro manifesti, insomma.

Procuratore – Da parte di chi?

Bruno A. – Da parte di Antonio. Antonio a sua volta ricevette dei soldi da Franco La Rupa, non so se direttamente da lui comunque da una persona a lui vicina, per chiedere dei voti. Dopo un primo contatto con questa persona che diceva che dava questi 15 mila euro ad Antonio per fargli fare questa campagna, in seguito Antonio chiamò altre persone, il figlio di «Cinque lire», di Alfredo, che poi adesso attualmente hanno una cooperativa lì a Doria, Fabio e tutti quanti gli altri, e chiese a loro se potevano racimolargli voti a questa persona, perché loro comunque nell’elezione precedente hanno portato uno di destra, mentre invece adesso questo qua, Franco La Rupa, era nella lista di sinistra. Loro fino a poco tempo prima portavano uno di destra, un certo Gentile, dopo, come furono offerti questi soldi, sono passati a tutt’altro partito.

 

L’ACCOGLIENZA A CASSANO “COME SE FOSSE AMANTEA”

 

Il comizio di La Rupa a Cassano nel 2005 è un vero e proprio tripudio. La macchina elettorale è partita e i risultati sul ‘campo’ sono palesi, lo saranno meno alle urne. La moglie di La Rupa, Anna Maria Bruni viene intercettata mentre la segretaria del marito le racconta dell’incontro pubblico a Cassano allo Ionio con gli elettori.

SEGRETARIA =       Guarda un’accoglienza meravigliosa… proprio sembrava Amantea… come siamo scesi dalla macchina…qua in piazza a Cassano…

ANNAMARIA=       eh…

SEGRETARIA=                   dico…mamma mia…sembra Amantea…tutta gente intorno a lui…

ANNAMARIA=       uh

SEGRETARIA=      persone che lo andavano a salutare…che siamo con Luigi Garofalo e lo zio Aldo…

ANNAMARIA=       si…

SEGRETARIA=  eh…persone che lo andavano a salutare…poi…Luigi aveva parcheggiato la macchina lontano…

ANNAMARIA=       eh…

SEGRETARIA=      eh… e quindi abbiamo camminato per il corso…no… tutti quanti che lo salutavano…ti giuro…Amantea sembrava….

ANNAMARIA=       si?…bellissimo…

SEGRETARIA=      infatti loro facevano .. eh…che Cassano la seconda… prima Amantea e poi Cassano deve avere come affermazione….ed stata proprio… tutti i manifesti…mò siamo qua nel centro commerciale… lo striscione qua fuori, non ti dico…proprio alla grande…

ANNAMARIA=       ah… bellissimo….

SEGRETARIA=                  bello si…

ANNAMARIA=        bellissimo…allora hanno pure… hanno pure meritato….l’anticipo…

SEGRETARIA=                  si..si.si…giustamente si… (ride)

 

IL VOTO CONTESO TRA I MORRONE E LA RUPA

 

In piena campagna elettorale viene registrata una scomoda conversazione fra D’Elia Salvatore detto Coccobello e Leonardo Mazzei candidato alla Provincia di Cosenza con il partito Udeur come La Rupa. Il primo è appartenente alla cosca Forastefano tanto da risultare formale intestatario di alcune cooperative agricole che l’indagine dimostra essere riconducibili ai Forastefano (e dove chiede a propri dipendenti il voto in favore del candidato Morrone). Il secondo originario di Villapiana ha svolto e svolge attività politica e sindacale nell’area della sibaritide, in passato è stato consigliere comunale del Comune di Villapiana. I due parlano del fatto che stanno appoggiando il candidato Ennio Morrone. In particolare: D’elia sta raccogliendo voti per Morrone. Coccobello raccomanda all’interlocutore di non rivelare a nessuno che voterà e farà votare Ennio Morrone in quanto teme la reazione dei Forastefano che hanno dato ordine di votare per Franco La Rupa: “…mi raccomando Leonardo… che se si sa qualcosa in giro quello mi taglia…i cosi… Lé…”.

 

“A me non mi devi mettere in mezzo mai… manco in caso di vittoria… non mi mettere mai avanti…”. D’Elia attribuisce l’impegno dei Forastefano in favore di La Rupa, e non dei Morrone con il fatto che il primo candidato si sarebbe recato direttamente al cospetto di Antonio Forastefano col quale avrebbe di persona stretto il patto elettorale. L’uomo lamenta quindi che anche per Morrone, avrebbero potuto prendere contatti diretti con i Forastefano. Finite le elezioni si intercetta una nuova conversazione intercorsa fra D’elia e Mazzei il quale è deluso dallo scarso numero di voti che Ennio Morrone ha ottenuto nella sibaritide: “…cento voti giusti giusti a Cassano…sono pochissimi…”. D’Elia non è d’accordo “…non sono pochissimi Leonà…” sottolineando che l’influenza dei Foraastefano non lasciava la possibilità di acquisire ulteriori preferenze. Anzi. Il boss pare avesse già lamentato la carenza di voti per La Rupa chiedendosi perché ‘mancavano’ alcune preferenze.

Salvatore: e sono tutti d’accordo… Leonardo…. ho fatto una cosa all’ammucciuna (di nascosto)… quindi non… non mi tradire… io per te ho votato a LA RUPA… eh…
Leonardo: eh (ride)… oh Salvatore…
Salvatore: Leonardo… allora….. mi hanno chiamato gente di coso… di Saracena… operai miei… e mi hanno detto che c’è una sezione di Morrone
Leonardo: la preoccupazione mia e che facevamo una brutta figura a Cassano… Salvatore .. hai capito?…
Salvatore: brutta figura no… però c’è stata una bella (incomprensibile)… mi segui?…
Leonardo: secondo te LA RUPA quanto può pigliare?..
Salvatore: 1000 voti li prende….
Leonardo: 1000 voti!!?
Salvatore: ah ah….
Leonardo: ehi la madonna… tu avevi detto che…
Salvatore: si….avevo detto.. però…non hai capito?… tu sai che vuol dire la…l’amicizia…
Leonardo: ah..ah…
Salvatore: non è che ti devo dire che glieli abbiamo dati noi…. Leonardo…
  ci sono un vagone di gente…che lo portano..forte… si è appeso ad un sacco di gente… comunque non ti preoccupare che i miei sono andati tutti a te…
Leonardo: ouhh…se questo prende tutti questi voti… la madonna… io pensavo che… due o trecento voti….
Salvatore: no…. è fortissimo a Cassano… è fortissimo…. quella sera non mi sono potuto spiegare io…che non ero solo… ma è fortissimo….
Leonardo: ma..se me lo avevi detto… vedevamo come cazzo dovevamo fare….
Salvatore: e che dovevi fare?
Leonardo: eh?
Salvatore: che cosa devi fare?
Leonardo: eh vediamo pure noi di fare qualche altro meccanismo… con qualcun altro…insomma…
Salvatore: no…siamo stati stupidi dall’inizio…
Leonardo: eh?
Salvatore: siamo stati stupidi dall’inizio … perché ci dovevamo andare noi là…
Leonardo: può darsi che (incomprensibile)..ne bastavano 200 a Cassano…
Salvatore: Leonardo… la soluzione… io non ci ho pensato…. ma la soluzione era che ci doveva andare Morrone là….
Leonardo: eh….
Salvatore: mi segui?….
Leonardo: si si…
Salvatore:

perché lui ci è andato.. te l’ho detto quella sera che è andato là….ci è andato lui in persona….

 

 

ELETTORI ACCOMPAGNATI ALLE URNE E I BROGLI NON RIUSCITI

 

La dedizione del consigliere provinciale di Cosenza nel perorare la causa di La Rupa è totale. Luigi Garofalo nei due giorni di elezioni fisicamente preleva le persone dalla propria abitazione e le conduce alle urne. Il candidato poi telefona per avere il conteggio dei voti raccolti. Chiusi i seggi anche Antonio Forastefano nonostante sia latitante, si spende in diverse telefonate per avere, aggiornamenti in tempo reale sull’andamento dello spoglio in attesa dell’arrivo in nottata a Cassano di La Rupa per ‘’stappare la bottiglia” intorno all’una e mezza nel covo in cui si nasconde. Anche perché intima il boss: “se no gliela spacco in testa… che l’ho messa già nel frigorifero io”. Da una telefonata tra i due fratelli Forastefano, Vincenzo e Antonio, emerge un sospetto che l’Antimafia ha definito ‘’inquietante”. Dal cellulare di un’altra persona Vincenzo spiega al fratello “…quello non può fare niente… sta andando solo in base a come sono…”. Una frase che potrebbe, secondo gli inquirenti, alludere a qualche broglio elettorale che i Forastevano avevano organizzato, ma non sarebbe andato a buon fine a causa di un imprevisto che ha avuto una terza persona. Nel rassicurarlo comunque Vincenzo chiarisce al fratello che comunque il loro appoggio aveva sortito l’effetto sperato visto che sullo Jonio la Rupa era un perfetto sconosciuto sconosciuto.

LA DINAMICA SPIEGATA DALL’ ’’ATTACCHINO-CANTERINO”

 

“Forastefano – spiega nel corso di un interrogatorio il collaboratore di giustizia Bruno Adamo – per fare tutta la campagna elettorale ha ricevuto 15 mila euro, questo è successo davanti a me, perché Fabio è sceso quando io ero là, che ero andato a prendere gli altri manifesti in quanto avevo finito i primi manifesti, portò gli altri manifesti, assieme ai manifesti aveva una ventiquattrore di pelle dove dentro erano contenuti questi 15 mila euro liquidi che consegnò ad Antonio Forastefano e gli disse: “Questi sono i soldi che ti ha mandato Franco per fargli la campagna elettorale nella zona sua”. Antonio Forastefano mi disse che se fosse andato Franco La Rupa alla Regione parecchi problemi loro si sarebbero potuti risolvere, problemi di livello economico comunque, in quanto lui li avrebbe comunque ricambiati con dei favori, facendogli prendere finanziamenti in modo più facile, e tutto quanto. Se volevano potevano rifiutarsi di votare però comunque essendo stato Antonio Forastefano a chiederlo e loro conoscevano, sapevano chi era, era difficile rifiutare, come facevi? Se dopo tu avevi bisogno di un favore da questa persona, potevi comunque rivolgerti ad Antonio Forastefano. Se tu gli rifiutavi l’aiuto in quel momento ed in un secondo tempo tu avresti avuto bisogno, lui ti avrebbe voltato le spalle, avrebbe anche potuto farti delle ritorsioni, una qualsiasi cosa”.

 

Intanto Cassano allo Ionio dove il potere dei Forastefano è ora in buona parte migrato nelle ‘competenze’ degli Abbruzzese si prepara alle prossime elezioni amministrative.

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