COSENZA – Un giallo “alcolico”. L’accoltellamento del 22enne, ferito con un fendente al petto e una lama conficcata nel polmone,
fino a bucarglielo, continua ad essere avvolto nel mistero. Un mistero fitto, caratterizzato da troppi non ricordo, altrettanti non so e lunghi momenti di confusione. Una confusione mentale, causata dicono le analisi a cui il giovane è stato sottoposto, da un elevato stato di alterazione alcolica. Il 22enne, ricoverato d’urgenza in ospedale e messo in prognosi riservata, sta lentamente migliorando. Il pericolo di vita è scongiurato, anche se, a livello precauzionale, i sanitari dell’ospedale dell’Annunziata, continuano a sedarlo, monitorarlo e tenerlo sotto controllo. Seppur a fatica, stordito ancora dal dolore e dagli effetti della sbornia, il 22enne è stato nuovamente ascoltato dagli agenti della squadra Mobile, coordinati dal commissario capo Antonio Miglietta. Gli inquirenti, che indagano sull’accoltellamento, stanno cercando di verificare lo stretto legame tra il 22enne ferito al petto e il 26enne, presentatosi in ospedale con una ferita alla mano e, denunciato per porto abusivo di arma da taglio. Il 22enne, con un filo di voce, quasi nel tentativo di voler centellinare le sue forze, agli inquirenti ha dichiarato di non ricordare nulla, di non sapere chi e perchè gli avrebbe conficcato una lama appuntita nel petto, gli avrebbe perforato con violenza un polmone, rischiando di mandarlo in largo anticipo all’altro mondo. Una ricostruzione, come detto, caratterizzata da troppi vuoti di memoria, da tanti elementi mentali rimossi, che, però, non convincono del tutto gli inquirenti. Il resoconto dell’indagine è stata trasmessa al pm di turno, il sostituto procuratore della Repubblica, Donatella Donato, titolare dell’inchiesta. Un’inchiesta difficile, complicata e che “puzza” di alcool. Intanto l’arma bianca è stata sequestrata dalla polizia scientifica. Gli specialisti vogliono scoprire se su quella lama ci sono ancora tracce di dna del 22enne.