COSENZA – Verdetto finale, chiuso con la ceralacca. I giudici della Corte di Cassazione hanno definitivamente mandato in archivio,
la vicenda di viale Parco. Gli ermellini hanno deciso per l’ssoluzione per Enrico Chiappetta e la prescrizione per Mariano Vulnera. E’ questo il verdetto finale, su una delle inchieste giudiziarie più discusse e complicate effettuate a Cosenza, una vicenda che ha avuto non solo e non tanto risalto nelle aule dei tribunali, dal suo inizio fino al pronunciamento dei magistrati della Suprema corte, ma anche sui media e nel dibattito politico. Gli ermellini si sono dovuti pronunciare sulle posizioni dei due dopo i ricorsi presentati dalla Procura, che chiedeva la condanna di Chiappetta, e quello della difesa che aveva ribadito l’assoluzione di Vulnera. La vicenda processuale, come ricorderete, durò dal 2007 e al 2009. Ma si iniziò a indagare nel 2005 quando sul terzo lotto di viale Parco si formò una buca profonda un metro. Il tratto di strada venne sequestrato. E secondo quando si appurò la buca venne provocata dalla rottura di una vecchia condotta in cemento della quale quasi nessuno era a conoscenza. Scavando sotto il manto stradale si scoprì che era stata costruita sotto una discarica. Il gip rinviò a giudizio 19 dei 26 indagati, tra cui costruttori e direttori dei lavori. In tre patteggiarono una pena di sei mesi di reclusione. Tra questi anche il dirigente comunale Rino Bartucci, che ammise di aver firmato falsi collaudi e si trasformò nel principale testimone dell’accusa. Le sue dichiarazioni furono importanti per l’evolversi del processo. Il processo si concluse con dieci condanne e nove assoluzioni, ma le pene furono dichiarate poi estinte per intervenuta prescrizione.