Il Gran Maestro aggiunto della Gran Loggia d’Italia degli Alam: “Pregiudizi contro massoneria, partiti cancellino norma su appartenenza”.
COSENZA – “A ogni tornata elettorale, amministrativa e/o politica, viene fuori puntualmente l’accusa a qualche candidato di essere massone con allusioni ai cosiddetti ‘poteri forti’, talmente robusti da riuscire addirittura a pregiudicare un risultato elettorale”. Lo afferma in una nota il Gran Maestro aggiunto della Gran Loggia d’Italia degli Alam, Vincenzo Romano. Il riferimento di Romano evidentemente va anche alle critiche rivolte nei giorni scorsi al candidato sindaco a Cosenza del Movimento 5 Stelle, Gustavo Coscarelli, che subito si è difeso evidenziando la propria estraneità alla massoneria.
“E’ una distorsione della realtà – sottolinea Romano – sulla quale è il caso di intervenire per fare chiarezza ed evitare facili populismi che si basano troppo spesso su notizie artefatte. E’ facile, infatti, attribuire la colpa di qualsiasi cosa a una entità indefinita che rimane avvolta nel mistero. Proprio perché nulla ha da nascondere, invece, negli ultimi anni la Gran Loggia d’Italia ha iniziato a rendersi sempre più visibile mostrando di essere animata da sentimenti positivi che si richiamano ai principi dell’uguaglianza, della libertà, della fratellanza pura e della tolleranza. Nonostante i nostri sforzi, tuttavia, ci siamo resi conto che il pregiudizio è ancora duro da estirpare”. “A tutti i movimenti e i partiti – prosegue Romano – chiedo di cancellare le norme interne che obbligano gli iscritti a dichiarare la propria eventuale appartenenza alla massoneria. Si informino bene, prima di esprimere pregiudizi, sulla nostra storia e condividano gli alti ideali che ci ispirino: ne trarrebbero benefici tutti gli italiani se anche i non massoni applicassero una delle nostre massime preferite e agissero per ‘lasciare il mondo meglio di come lo abbiamo trovato'”.
“Più che un’accusa, quella di essere massone dovrebbe essere un complimento”
“I nostri principi – evidenzia Romano – sono indirizzati a una morale alta e talmente improntata al ‘buon’ vivere civile che anzi potremmo suggerire a parlamentari e amministratori pubblici di prenderci a esempio. Ritengo fortemente discriminatoria la norma talvolta applicata all’interno di movimenti e partiti che impone agli iscritti di dichiarare di non essere massoni. Qualcuno spieghi perché la funzione di amministratore pubblico dovrebbe essere preclusa a chi ha scelto di perseguire gli ideali massonici. Ricordo che molti massoni hanno contribuito alle conquiste di libertà dell’uomo, era Gran Maestro Giuseppe Garibaldi e lo era pure Ernesto Nathan che fu sindaco di Roma a inizio Novecento. Quando un massone presta giuramento, lo fa assicurando la sua piena aderenza alle leggi dello Stato e alla Costituzione della Repubblica italiana. Ragione, questa, che dovrebbe rasserenare chi ancora si ostina a pensare che massoneria significhi sovversione. Tutt’altro, il fine ultimo di ogni iscritto alla nostra Obbedienza è lavorare affinché si compia “il progresso della patria e dell’umanità”, come recitiamo nei nostri rituali”. Romano ricorda inoltre che “nei nostri Templi ‘non si parla di politica né di religione’, perché sono argomenti sui quali ogni iscritto è lasciato libero di esprimersi (nella vita profana) come meglio crede e non vogliamo creare motivo di contrasto durante i lavori rituali che sono invece concentrati su argomenti legati alla massoneria, all’esoterismo, alla filosofia, e a tutte quelle branchie del sapere che approfondiamo per nutrire la nostra sete di conoscenza pura. Tuttavia non possiamo – e non dobbiamo -essere insensibili a ciò che accade nel mondo esterno. Anche i massoni possono perciò fare politica e candidarsi alle elezioni, il loro impegno può essere condiviso da altri fratelli secondo una valutazione libera che – sottolineo- non coinvolge l’istituzione massonica ma resta una scelta personale “profana” (ovvero fuori dai nostri luoghi sacri). Se un massone fa politica e applica nella sfera amministrativa lo stesso rigore che lo ispira nel suo agire massonico, potrà essere anche un bravo amministratore”.