Cittadini chiamati a firmare la petizione. Sul tetto delle ex officine ferroviarie un chiaro messaggio dai centri sociali.
COSENZA – Oggi a partire dalle 17.00 in piazza XI Settembre a Cosenza protesta per chiedere il ritiro del progetto della metro Cosenza – Rende – Unical. Un’opera 160 milioni di euro che prevede la costruzione di una metropolitana leggera che collegherà la città dei bruzi ad Arcavacata e che sta alimentando diverse polemiche. Nel corso della manifestazione movimenti e cittadini contrari alla realizzazione della metro leggera solleciteranno la Regione a ritirare l’appalto già affidato ad una impresa privata e spiegheranno alla cittadinanza i motivi della mobilitazione. Per coloro che guadano con preoccupazione al progetto la costruzione della metro leggera comporterebbe lo sventramento di viale parco e condannerebbe all’isolamento popolosi quartieri periferici quali via Popilia e via degli Stadi. Favorevoli alla realizzazione del nuovo sistema di trasporto pubblico il governatore Oliverio, il sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico Antonio Gentile, il sindacato Cisl, il rettore dell’unical Crisci e il sindaco di Rende che fino a pochi mesi fa si era detto contrario al progetto. E mentre l’associazione Calabria Terra Libera chiede un referendum civico che dia ai cittadini la possibilità di esprimersi in merito è stata già lanciata la raccolta firme per la petizione in cui si chiede di utilizzare i fondi in altri progetti a sostegno della mobilità sostenibile. Sui capannoni del Rialzo tra viale Parco e via Popilia nell’area delle ex officine ferroviarie è apparso oggi uno striscione che sintetizza la posizione dei centri sociali cosentini: ‘No Metro’.
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Metro Leggera e sindacati. La Uil contraria, la Cisl favorevole
“La vicenda della Metro, così come era prevedibile, sta assumendo una dimensione centrale nel dibattito politico, economico e sociale, vista la voglia del Presidente della Giunta Regionale di voler legare a questa opera tutto l’interesse che riguarda il territorio cosentino. A voler malignare, – scrive in una nota il segretario della Uil Roberto Castagna – l’anticipata conclusione della legislatura Occhiuto sembra essere anche legata ad un’opera molto discussa e criticata verso la quale il Sindaco ha da sempre obiettato l’inutilità e il danno che avrebbe arrecato ad uno dei più belli Viali del Mezzogiorno d’Italia. Gli stessi suggerimenti per una modifica, peraltro anche meno costosa, del rilevato ferroviario aveva, e ancora oggi riscontra molti consensi da parte di chi, superata la vicenda Viale Parco, non esclude l’utilità della stessa opera. Cosa c’è dietro la Metro non è difficile comprenderlo si accetta qualunque cosa decisa dall’alto pur di poter gestire gli appalti, le assunzioni e il controllo del voto. Molte volte le opere non sono partite, anche se progettate, altre sono cantierizzate ma non completate, circa 93 sono le incompiute per un costo di circa un miliardo di euro.
Con la Metro si ripropone il vecchio cliché ma, questa volta, con il rischio non solo di mettere in campo una cosa che potrebbe avere i tempi biblici che si sono registrati per altre Metro, sia al Sud che al centro Nord, con conseguenze pesantissime quanto di sventrare una città, ghettizzare Via Popilia e rubare ai cosentini una area di vivibilità che il grande Giacomo aveva voluto e il giovane Occhiuto aveva saputo curare più di ogni altro Sindaco. Una Metro – secondo Castagna – è possibile e forse sostenibile ma al di fuori del Viale Parco. Invito il Commissario Prefettizio a non assumere impegni su un’opera che sta facendo lievitare il dissenso di migliaia di cittadini. Stiamo attenti a non creare forti contrapposizioni che potrebbero sfociare a comportamenti fuori da ogni controllo. Al Nord si è creata la No TAV, al Sud si sta creando una No Metro che potrebbe portare a regolare i conti con tutto quello che fino ad oggi è stato già abbondantemente contestato all’attuale classe politica. Con il dialogo forse si può migliorare il rapporto con i cittadini, senza dialogo sarà difficile capire dove arriveremo”.
La posizione della famiglia Morrone sul progetto della Metro Leggera
“Quella della metropolitana leggera è un’opera che, una volta realizzata, – afferma in una nota il consigliere regionale Ennio Morrone – potrà cambiare il sistema del trasporto cittadino e non solo, ma non per questo dovrà modificare negativamente il volto di Cosenza. A mio avviso sono due i parametri fondamentali cui un’opera del genere deve attenersi: la compatibilità ambientale e la sostenibilità economica. Ecco perché, deve essere innanzitutto pensato un percorso alternativo che non pregiudichi affatto funzionalità e fisionomia di viale Mancini ma che, al contempo, potenzi strategicamente la tratta. Il percorso, infatti, potrebbe in parte sfruttare il tracciato ferroviario delle Ferrovie della Calabria, che dal canto loro avrebbero la possibilità di giocare un ruolo importante nella gestione della linea, per raggiungere e collegare debitamente Rende e l’Unical con la città di Cosenza. Ma, al tempo stesso, è lecito immaginare anche un incremento del tracciato nella direzione del capoluogo regionale, prevedendo un nodale interscambio a Lamezia, in modo da creare un flusso biunivoco virtuoso. Con questa soluzione – spiega Morrone – si consentirebbe pertanto il collegamento dell’area urbana bruzia con altre importanti strutture calabresi come l’aeroporto internazionale di Lamezia, la nuova Cittadella regionale e la stessa città di Catanzaro assicurando un inedito, apprezzabile e più vasto servizio ai cittadini capace di catalizzare un’utenza tale da giustificare ampiamente lo sforzo economico previsto, rimodulato così per ammodernare e valorizzare il raccordo Cosenza-Catanzaro”.