Guasto a un treno partito da Cosenza. Officine abbandonate e tagli. In tutta la provincia resiste solo il ‘Paola-Torino’.
COSENZA – Passeggeri intrappolati in galleria per circa novanta minuti. Si tratta di una delle tante odissee che i pendolari della linea Cosenza – Paola sono costretti a vivere per raggiungere il proprio posto di lavoro. Ieri, nelle prime ore del mattino, un convoglio per un guasto tecnico pare sia rimasto fermo in galleria per un’ora e mezza. “Non è la prima volta che accade, – spiega un pendolare – siamo purtroppo abituati”. “Almeno una volta a settimana – chiarisce un’altra utente di Trenitalia – siamo costretti a telefonare al lavoro e farci sostituire perchè i treni sono in ritardo”. Per l’azienda invece si tratta di “un fatto occasionale. Sulla linea Cosenza – Paola le statistiche sulla qualità delle performance sono in incremento. Solo i primi giorni del 2016 abbiamo avuto dei problemi di natura tecnica che hanno fatto abbassare gli standard di puntualità. Gli indici di eccellenza però a parte qualche piccola defiance sono uguali a quelli dello scorso anno”. Solo ventiquattro ore prima, però, un’altro treno era stato fermato per un guasto alla linea aerea a Paola.
Un dipendente che preferisce restare nell’anonimato per evitare ripercussioni rivela che “i ritardi sono la diretta conseguenza della mancata manutenzione di convogli e impianti. E’ normale che i mezzi si rompano”. Intanto l’officina di Vaglio Lise dove all’interno vi sono dei vagoni abbastanza nuovi che, forse, dovevano essere riparati è abbandonata. Vuoto anche il centro lavaggio su cui Trenitalia aveva in febbraio investito 40mila euro per il ripristino. Uno scenario che rispecchia la situazione dell’enorme polo ferroviario che doveva essere il fiore all’occhiello dei mezzi di trasporto pubblici dell’intera provincia. In meno di dieci anni, però, è stato completamente smantellato. Nonostante i vagoni fossero sempre pieni sono stati cancellati i treni per Torino, soppresse le tratte per Roma. Anche l’unico treno che portava a Nord partendo dalla sibaritide, il famoso Crotone – Milano non c’è più. Da Vaglio Lise non parte e non passa nessun Intercity da almeno otto anni, mentre gli Eurostar la città di Cosenza non li ha mai visti. Oggi a Cosenza Trenitalia offre 52 corse al giorno, tutti treni regionali.
I punti più lontani che si possono raggiungere sono Melito Porto Salvo a Sud e Napoli a Nord. Per andare oltre bisogna arrivare a Paola dove ‘resiste’ un treno a lunga percorrenza che arriva dalla Sicilia e con il quale è possibile raggiungere Torino in ‘sole’ sedici ore. Le Ferrovie della Calabria, dal canto loro, non offrono servizi migliori: 31 corse al giorno su un un’unica tratta, la Cosenza – Rogliano – Marzi. In questo panorama il governatore Oliverio pensa alla Tav, l’alta velocità che in Calabria potrà solo viaggiare a una velocità ridotta di cento chilometri orari per i binari obsoleti e ad i 160 milioni di euro della metropolitana leggera che dovrebbe collegare Catanzaro a Cosenza. Sulle politiche di Trenitalia che nel piano assunzioni non ha incluso la Calabria invece, neanche un commento. Eppure la Regione Calabria, quindi i calabresi, lo scorso anno ha versato 30 milioni di euro nelle casse di Trenitalia. E’ infatti noto che, a rigor di legge, la Regione Calabria risulta committente e finanziatore del servizio e avrebbe potere decisionale sul volume e le caratteristiche delle corse, ma evidentemente non intende esercitarlo. Intanto ci si continua a chiedere perché per il trasporto pubblico il governatore Oliverio preferisca continuare a finanziare i bus privati.
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