Vita da Equitalia. Un disoccupato: “Pago 1.100 euro al mese”

COSENZA – L’ente di riscossione tributi non riscuote consensi dai propri utenti. Anzi.

 

C’è chi davanti la sede cosentina di Equitalia Sud azzarda auspici di stampo terroristico: “ci vorrebbe una bomba”. Bomba o non bomba a fine scadenza le cartelle reclamano il proprio pagamento, pena  pignoramento. Conti correnti, case, automobili, mezzi di lavoro e, di recente, crediti verso terzi. Nulla pare possa sfuggire alle lunghe mani di Equitalia. Una realtà che pone in difficoltà diverse famiglie che hanno maturato, a diverso titolo, carichi pendenti verso l’ente più odiato dagli italiani. A metà mattinata sono circa 40 i cosentini in fila per pagare o chiedere dilazioni di pagamenti. Funzionanti due sportelli su cinque. Tempo medio d’attesa: un ora. Al termine della quale è difficile incontrare un utente che varchi il portone di via XIV Maggio sorridendo. “Ci rubano i soldi in tasca, – tuona un uomo di mezza età – sembra di avere a che fare con strozzini legalizzati. Perchè? Dovevo pagare 50mila euro e me ne chiedono 80mila. Avevo un’azienda che ho chiuso anche per colpa loro, mi hanno ipotecato la casa. Con  due figli e senza lavoro devo pagare 1.100 euro al mese, di cui 400 solo di commissioni e interessi. Altrimenti come si fa a garantire gli stipendi faraonici dei dirigenti?”.

 

“Purtroppo quando si tratta di Equitalia – dichiara un uomo che pare essere un veterano dell’ex ETR – si parla sempre di tasse troppo alte. E’ giusto pagare, ma pur volendo pagare si mettono i cittadini nella condizione di non poterlo fare. Anche le cartelle con importi piccoli lievitano di centinaia di euro. Sono troppo cari. E’ impossibile riuscire ad assolvere a tutti i pagamenti”. “Io non ho particolari problemi, – dice sospirando un signore mentre nell’attesa cambia il biglietto del parchimetro – ma il fatto è che gli importi dovrebbero essere commisurati al reddito e in realtà non è così”. Infatti come spiega una madre di famiglia: “il pagamento delle cartelle incide notevolmente sul mio budget. Gli importi lievitano a dismisura rispetto al dovuto. Non si può andare avanti così”. La colpa non pare ricadere sui dipendenti. Alcuni avventori reputano che del lavoro svolto agli sportelli “non ci si può lamentare, – come afferma una giovane donna –  sono gentilissimi, mi hanno dilazionato i termini senza problemi”.  “Sì è vero, – le fa da eco un ragazzo appena uscito – il servizio è eccellente, mi hanno anche aiutato”. A fronte della cortesia … rimangono i pignoramenti.

 

 

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