COSENZA – Uccisi nell’inferno dei disperati. Da quasi più di un’ora, la centralissima via XXIV Maggio
a Cosenza, è un via vai di sirene. Polizia, carabinieri, squadre dei vigili del fuoco, personale medico, paramedico ed infermieristico del 118, dominano la scena, “sporcandosi” le mani per capire il perchè di uno strazio: tre persone, morte, divorate dal fuoco nella loro casa. I tre, probabilmente di origine romena, non hanno, forse, nemmeno avuto il tempo di accorgersi di quello che stava succedendo. Il rogo, sulle cui cause ci sono in corso minuziosi accertamenti da parte degli “eroi silenziosi” del comando provinciale di viale dell Repubblica, sono al lavoro per capire cos’è successo. La porta sugli orrori s’è aperta, intono alle 9:18, quando alla sala operativa del 115, è arrivata la segnalazione che da un rifugio di fortuna, proveniva del fumo. L’intervento dei vigili del fuoco è stato immediato, ma, nonostante, la tempestività nell’arrivare sul luogo dell’emergenza, per i tre prigionieri, divorati dalle fiamme e storditi dal fumo, non c’è stato più niente da fare. Solo constatare la loro morte, smistando la segnalazione dell’sos alle forze dell’ordine. Sul posto, erano arrivate anche diversi uomini e mezzi della sala operativa del 118 di Cosenza. Anche i loro tentativi di provare a fare qualcosa, sono stati inutili. Via XXIV Maggio è diventata in breve tempo, il centro della curiosità. L’odocre acre del fumo è così forte che, addirittura, strozza il fiato in gola, l’aria è irrespirabile, e il vento che soffia, a tratti forte, a tratti leggero, non aiuta a spazzare via l’odore di “fuoco” e l’esalazione di “morte”.
IL CORDOGLIO DEL SINDACO – «Sono profondamente addolorato per quanto accaduto. Una tragedia che spezza tre vite umane e ci lascia addosso il peso di una tristezza che attraversa tutta la città di Cosenza, avvolta da un vuoto che al momento è colmo di domande che non trovano risposta». Il sindaco Mario Occhiuto questa mattina si è immediatamente recato sul posto dove sono stati rinvenuti i cadaveri carbonizzati di tre senza tetto. «Il terribile sacrificio di queste persone divenute vittime innocenti di esistenze sfortunate – afferma il primo cittadino – non può lasciare indifferenti e, anzi, spinge a interrogarci ulteriormente sulla necessità sempre forte e comune di dover tendere una mano a chi ha bisogno, a prescindere dalla nazionalità di chi sia svantaggiato. L’amministrazione comunale persegue con ostinazione e, purtroppo, spesso in silenzio e solitudine, politiche sociali non solo improntate all’accoglienza ma anche all’integrazione. Una giornata funesta come questa, che dovrebbe essere esclusivamente di dolore, diventa inevitabilmente una giornata di rispettosa riflessione e di insegnamento collettivo. Amareggia non poco il dover ricordare, infatti, che queste nostre politiche di integrazione vengono pure di frequente osteggiate nella loro affannosa applicazione. Ed è allora di fronte a questi tragici eventi che si capisce come il senso di solidarietà non sia un concetto astratto ma che, al contrario, abbia per ognuno di noi una valenza di rilevante responsabilità individuale».