COSENZA – Associazione di stampo mafioso: sette anni di reclusione per Franco Presta e sei per Mario Gatto.
E’ questo l’esito della sentenza definitiva che dopo undici anni chiude il processo ‘Tamburo’. La Corte di Cassazione ha così confermato le condanne emesse in secondo grado dalla Corte d’appello di Catanzaro nell’ambito dell’operazione che ha portato a smascherare una serie di corruttele legate alla realizzazione della Salerno – Reggio Calabria. Tangenti in cambio d’appalti. La direzione distrettuale antimafia di Catanzaro fu la prima autorità a rilevare le incongruenze che portarono all’arresto di Presta e Gatto. La sentenza emessa ieri in Cassazione ha scagionato dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa Angelo Spiga condannato inizialmente dalla Corte d’appello a due anni e sei mesi di reclusione. Un’assoluzione che porta la bandiera delle numerose pedine che sono venute a cadere nel corso del processo che a fronte di decine di indagati ha portato a ‘sole’ sei condanne. Dei 36 arresti tra imprenditori, funzionari dell’Anas e presunti boss rimangono dietro le sbarre: il duo Gatto/Presta, Ettore Lanzino al quale è stata comminata la pena maggiore ovvero nove anni di reclusione, Franco Rovito con cinque anni e sei mesi di condanna, mentre Dino Posteraro sconterà sei anni e sei mesi; otto anni invece erano stati inflitti a Carmine Chirillo morto in carcere prima dell’udienza definitiva. Gli imputati assolti tra cui tutti i dirigenti Anas e i titolari delle aziende impegnate nei lavori sono stati ‘graziati’ nonostante le dichiarazioni d’accusa mossegli dai collaboratori di giustizia Dedato e Colosso che avevano fornito materiale utile ai magistrati per riaprire le indagini. In questa colossale inchiesta Eugenio Facciolla portò alla luce come le ‘ndrine si fossero letteralmente spartita la ‘gestione’ della Salerno-Reggio Calabria chilometro per chilometro. Un affare milionario per pochi eletti.