Trasporti: nell’area urbana il viaggio costa di più

COSENZA – I rincari salgono al capolinea. La crisi che, ormai da anni, sta dissanguando i cittadini, non risparmia nessuno.

Nemmeno i mezzi pubblici. Succede a Cosenza, dove viaggiare in pullman dal capoluogo cittadino fino all’Unical o verso i centri dell’area urbana, costerà di più. Da ieri, infatti, si è consumato l’addio con il tanto caro biglietto giornaliero, valido per tutta l’area urbana. Insomma il vecchio sistema di viaggio a tariffa oraria, novità introdotta più o meno dieci anni fa e mutuata dalle grandi città, Cosenza l’ha mandato in pensione. Anticipata. La crisi e la riduzione dei trasferimenti regionali, come spiegavamo, hanno costretto le aziende di trasporto dell’area urbana «a riconsiderare tutto il sistema Binbus», dando una bella spintonata ai portafogli dell’utenza. I passeggeri troveranno ora biglietti da 1 euro e 20 centesimi che potranno essere usati sia sui bus del Consorzio che su quelli Amaco ma con una differenza: il biglietto varrà un’ora se usato sui mezzi Amaco, quindi nella sola Cosenza, e potrà essere usato per una sola corsa (di andata o di ritorno) sui mezzi del Consorzio diretti all’Unical. Se per raggiungere Arcavacata si parte però da Rende si potrà optare per un biglietto più vantaggioso da un euro, valido solo per una corsa e solo per il Consorzio. Il terzo tipo di biglietto sarà quello valido per andata e ritorno: prezzo 1 euro e 90, per muoversi sui mezzi del Consorzio o su quelli dell’Amaco, con un risparmio di 50 centesimi rispetto all’acquisto di due biglietti singoli. Tutto cambia perché cambiano anche le zone e le fasce chilometriche. Cosenza, Rende e Castrolibero non sono più zona unica: Cosenza è “area gialla”, il resto è “suburbano”. I costi aumentano – il biglietto da 1 euro e 20 fino a qualche giorno fa valeva per un’ora e mezza, gli abbonamenti crescono da 25 a 28 euro ma se si viaggia solo sulla tratta Rende – Unical e non si va a Cosenza si può scegliere quello più economico da 26 – ma il Consorzio sottolinea che i prezzi dei biglietti agevolati restano al di sotto delle tariffe regionali. Gli utenti, per trovare i nuovi biglietti dovranno aspettare ancora qualche giorno. Da ieri i nuovi titoli di viaggio sono stati mandati in stampa, nelle scorse settimane si è viaggiato con tariffe forfettarie (nella foto uno dei biglietti transitori da 1 euro e 20, con regole di utilizzo ancora in corso di definizione) e per qualche giorno le rivendite si sono trovate anche sprovviste di biglietti da vendere. «Il sistema Binbus era scaduto lo scorso 31 dicembre – spiegano dal Consorzio il presidente Carlomagno e il direttore Gigliotti, per come riporta la collega Maria Francesca Fortunato, sulle pagine del Quotidiano della Calabria – e il nuovo accordo sulle tariffe è stato raggiunto lunedì». Nell’attesa quindi biglietti di transizione, un po’ di confusione ma controllori, dice l’azienda, ai quali è stato chiesto di essere tolleranti in questa fase di passaggio. Gli utenti (e tra loro soprattutto gli studenti universitari) per ora non sembrano entusiasti della novità. In dieci anni, d’altra parte, i costi sono lievitati sensibilmente. Basta fare qualche esempio: appena inaugurato, viaggiare con il Binbus significava spendere 77 centesimi per il biglietto da un’ora, 1 euro e 3 centesimi per quello valido 3 ore e 1 euro e 55 centesimi per il giornaliero. Poi le tariffe sono state ritoccate e sono arrivate anche le prime differenze tra Cosenza e Rende. Il biglietto da un’ora costava 87 centesimi se ti spostavi tra Rende e l’Unical ma per raggiungere Cosenza ne servivano 98. Nell’ultima versione del Binbus a tempo, il ticket da un’ora era sparito e di scelte ne restavano due: quello da 90 minuti (1 euro e 20) e quello giornaliero, che nel frattempo era passato da 1 euro e 55 centesimi a 2 euro e 40 e infine a 3 euro. A conti fatti per gli studenti la scelta più conveniente resta l’abbonamento mensile che consente corse illimitate. Gli aumenti non mancano neanche qui: da 18 euro in dieci anni si è arrivati a 28.

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