“Non abbiamo niente contro il conferimento di onorificenze, cittadinanze e riconoscimenti di varia natura che l’Amministrazione di Cosenza sta assegnando a persone validissime e meritevoli siano essi benemeriti uomini di Chiesa, sportivi con un forte radicamento cittadino o semplici cosentini che si sono distinti per il loro senso civico”.
COSENZA – Critiche non nei confronti dei destinatari ma per la modalità di scelta. Dodici consiglieri comunali di Cosenza appartenenti a vari gruppi politici, Salvatore Perugini, Marco Ambrogio e Sante Formoso, del Pd; Enzo Paolini, Giuseppe Mazzuca e Giovanni Perri, del Pse; Roberto Sacco, di Uniti per Paolini; Cataldo Savastano, di Autonomia e diritti; Franco Perri, del Pdl; Giovanni Cipparrone, di Sel; Sergio Nucci, del Polo civico, e Raffaele Cesario (Misto), hanno prodotto un documento rivolto al sindaco Occhiuto e alla Giunta. “Non solo non abbiamo niente da ridire, ma ci associamo nell’apprezzamento e nella considerazione rivolta loro dalle istituzioni della città. Solo censuriamo il metodo e lo stile seguito come al solito da sindaco e Giunta nello scegliere, decidere e approvare pratiche di interesse comune in totale autonomia e senza neanche degnarsi di informare il Consiglio comunale se non investire una commissione consiliare a cose fatte”.
“Non è la prima volta – si aggiunge – che ciò accade, ma in questo caso è stato superato un limite. La collegialità delle decisioni è una consuetudine, oltre che una norma, doverosa quando si tratta di assegnare riconoscimenti in nome e per conto della città di Cosenza che, è bene ricordarlo, è rappresentata dall’intero Consiglio comunale e non certo da una sola, seppure maggioritaria, parte di esso. Palazzo dei Bruzi ai tempi di Occhiuto è il dominio dell’autoreferenzialità e del paradigma dell’uomo solo al comando che pensa di potere utilizzare le istituzioni democratiche come accessori da impiegare o meno a seconda delle convenienze del momento e della sua personalissima scala di priorità, mortificando tutti i consiglieri, anche quelli della sua maggioranza ridotti a semplici ratificatori di decisioni altrui. Uno qualsiasi tra i suoi molti collaboratori dovrebbe farsi carico di spiegargli che democrazia significa governo del popolo e che proprio in forza di tale principio non gli è concesso di disporre a proprio piacimento della memoria storica dei cosentini, definendo in maniera del tutto arbitraria a chi rendere omaggio, quale piazza intitolare, quando e come farlo. E tutto senza minimamente interessare il Consiglio comunale in decisioni dal forte valore simbolico che andrebbero per questo discusse, concertate e predisposte con la più larga partecipazione possibile”.
“Siamo certi – si afferma ancora nel documento – che non saranno molti i consiglieri disposti a mettere la faccia durante il prossimo Consiglio comunale per ratificare scelte prese altrove senza neanche un confronto preliminare. Anche quando non ci sono risvolti economici in gioco e i provvedimenti non sono riconducibili al suo programma politico, Occhiuto dimostra disinteresse per le procedure democratiche e indifferenza verso la città che ha scelto di farsi rappresentare da un Consiglio comunale e non solo da un Sindaco”