L’uomo accusato dell’omicidio di Luca Bruni resterà ristretto in regime di carcere duro.
COSENZA – Maurizio Rango non è depresso. A stabilirlo è stata la perizia psichiatrica che ha decretato che le condizioni del boss cosentino in affari con il clan dei nomadi sono compatibili con il regime del 41 bis. L’uomo definito dal antimafia Pierpaolo Bruni capo della cosca Rango – Abbruzzese, in isolamento nel penitenziario di Novara, nei mesi scorsi avrebbe lamentato di soffrire di claustrofobia, ma l’istanza di revoca del regime di carcere duro era stata bocciata dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. Lo psichiatra nominato per eseguire la seconda perizia non ha rincontrato nulla che possa far scaturire l’impossibilità del 39enne di sostenere le misure restrittive del 41 bis. La richiesta dei legali difensori è stata quindi rigettata dal tribunale della Libertà di Catanzaro. Rango, secondo quanto si legge sul documento redatto dal perito medico, soffrirebbe di disturbo narcisistico della personalità e disturbo istrionico della personalità sicuramente accentuati dalla detenzione che non darebbe sfogo agli istinti di prevaricazione ed idealizzazione del sé tipici delle due patologie.