COSENZA – Diagnosi d’innocenza. Nella morte di Ada Aloisio, la 61enne di Cerisano, deceduta in ospedale, dopo un’operazione chirurgica nella clinica ortopedica
“Scarnati” di Cosenza, non ci sono responsabilità mediche. E’ con questo verdetto, cristallizzato anche dalle relazioni dei medici legali, che il gup (giudice per le udienze preliminari) Enrico Di De Dedda ha assolto, con formula piena, Luca Vena e Achille Scalercio, finiti alla sbarra per quel decesso, con l’accusa di omicidio colposo. Gli avvocati Ernesto d’Ippolito, Massimiliano Coppa e Massimo Petrone, legali di fiducia degli imputati, hanno sempre creduto nell’assoluta innocenza dei loro assistiti. Un’innocenza vergata anche dai rapporti medico-legali, effettuati dai cattedratici Bonaccia e Cassano e confermati anche dal professor Pascale. I tre esperti, nominati da accusa e difesa, hanno stabilito che i due medici hanno rispettato in pieno le linee guida del protocollo operatorio e post operatorio. La morte di Ada Aloisio, avvenuta mente la paziente stava effettuando la terapia riabilitativa presso la “Madonna della Catena” di Laurignano, aveva fatto scattare l’inchiesta. La 61enne, infatti, mentre era ricoverata presso la struttura fisioterapica di Laurignano, si sentì male e, nonostante il tempestivo trasporto e ricovero all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza, morì. I familiari, attraverso il legale di fiducia, l’avvocato Enzo Belvedere, presentarono denuncia presso la procura della Repubblica. Il sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Bruno Tridico, nei primi passaggi ufficiali dell’inchiesta, oltre a dispore il sequestro della cartella clinica, il diario post operatorio, iscrisse, come atto dovuto, i due medici nel registro degli indagati, individuando nei due sanitari l’ipotresi colposa dell’omicidio. Ma dopo un lungo iter giudiziario e diverse consulenze mediche, i due sanitari sono stati assolti con formula piena.