La donna è finita in ospedale il giorno di Natale per uscirne il 5 gennaio scorso. Tornata a casa il figlio l’avrebbe nuovamente aggredita con l’intenzione di “punirla”
COSENZA – La vittima della violenza e dei maltrattamenti era sua madre, una donna di 67 anni, e il fatto più grave risale al giorno di Natale quando una pattuglia dei carabinieri della sezione radiomobile di Cosenza, dopo aver ricevuto una richiesta di aiuto al 112, è intervenuta nell’abitazione dell’indagato. Qui i militari hanno trovato l’anziana molto agitata e soprattutto con evidenti escoriazioni sulle guance e sulla fronte, con vistose macchie di sangue sulla maglietta che indossava. La donna ha anche detto ai carabinieri di sentire forti dolori alla spalla sinistra.
Dopo una prima ricostruzione dell’accaduto è stato accertato che il figlio, soggetto che pare abbia problemi psichici e che è solito fare uso di sostanze stupefacenti, nel corso di una discussione l’aveva violentemente aggredita, scaraventandola per terra. A causa delle gravi condizioni di salute, è stato necessario richiedere con urgenza l’intervento di un’ambulanza del 118, anche per il successivo trasporto presso il vicino Pronto Soccorso, dove è stata ricoverata fino allo scorso 5 gennaio a causa le gravi lesioni subite.
Lo aveva denunciato quattro volte
Un episodio, quello del 25 dicembre, che non era sporadico, e la donna aveva già sporto denuncia in almeno 4 occasioni per episodi di simili e raccontato che il figlio convivente fosse affetto da problemi di droga così come riscontrato anche presso il SERT. Dimessa dall’ospedale la donna è tornata nella propria abitazione dove, ancora una volta, ha trovato ad aspettarla il figlio che l’ha colpita con una lattina di birra, schiaffeggiata ed ancora percossa con un cucchiaio alla testa, con l’intenzione di “punirla” per aver contattato le forze dell’ordine in occasione delle precedenti violenze subite. Per questo motivo per il 47enne è stata finalmente deciso l’arresto con l’accusa di minacce, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, e la detenzione nel carcere di Cosenza.