A scrivere è una lettrice per raccontarci la sua esperienza in una struttura privata di Cosenza. Per una visita, già prenotata e fissata, le è stato chiesto di sottoporsi al tampone che però avrebbe pagato di tasca sua
COSENZA – Riceviamo la segnalazione di una utente di Quicosenza che ci racconta un episodio che la vede protagonista. La signora spiega di aver prenotato un esame, ECG, già prenotato in una struttura privata e convenzionata della città. Poche ore prima però la signora è stata contattata da una dipendente della struttura sanitaria che “mi comunica che prima di effettuare la visita stabilita, dovrò sottopormi a tampone per verificare che io sia negativa al Covid-19, tampone che però sarà a mie spese. Ovviamente – spiega – resto stranita dalla comunicazione e chiedo il motivo visto che, non è assolutamente obbligatorio questo esame, e visto che lo richiede la struttura arbitrariamente; pertanto non vedo perché debba comunque pagarlo io“.
“Il mio tono era abbastanza tranquillo – spiega – e la dipendente in un primo momento mi risponde seccata che altrimenti non verrò sottoposta a visita. A questo punto faccio presente che è un esame salvavita per me, visto che si tratta di un ECG e che la struttura dovrà mettermi per iscritto il fatto che si rifiuta di farmi la visita. A questo punto la signora cerca di arrampicarsi sugli specchi e se ne esce con un: ‘facciamo che paga 20 euro’ come se volesse contrattare il costo“.
“Io le rispondo: ma nemmeno se fossero stati 20 centesimi, anche perché dovrei presentarmi lì alle 9.00 come se ognuno di noi a lavoro può assentarsi come e quando vuole e dovrei stare un’ora e mezza ad aspettare. Ora è evidente che è una situazione critica e ognuno di noi desidera salute e certezze ma speculare sopra una situazione così devastante psicologicamente mi sembra da avvoltoi”.
Pertanto la nostra lettrice si chiede “perché devo essere sottoposta ad un esame obbligatorio a mie spese e se il medico che dovrebbe farle l’elettrocardiogramma scriverà che si rifiuta di sottopormi alla visita tra l’altro prenotata tramite CUP e per la quale sono esente per patologia”.
“Mi sono sottoposta ad altre visite presso ambulatori dell’ASP e nessuno mi ha obbligata al tampone: capisco la temperatura, le mani, la distanza, i dispositivi ma se facessi il tampone ogni volta che faccio una visita medica sarei al salasso. Non è obbligatorio ma viene fatto passare come se lo fosse”. Infine – conclude – “alla richiesta di ricevere via mail la comunicazione ufficiale così da leggere questo obbligo mi è stato risposto con secco: ‘signora, domani si lamenta allo sportello‘. Insomma anche lo scaricabarile“.
Per dovere di cronaca si ricorda a tutti i cittadini che sono presenti sul territorio le strutture sanitarie pubbliche che eseguono i tamponi gratuitamente e alle quali ci si può rivolgere se la visita non è imminente. Certo l’attesa potrebbe essere più lunga ma quantomeno non influirà sulle tasche già duramente colpite dei cittadini.