Cosenza, mamma chiede rimborso spese per ‘Analisi Comportamentale Applicata’ del figlio: Asp tace

Una mamma ha chiesto all’Asp di Cosenza il rimborso delle spese sostenute per trattamento ABA, rivolgendosi all’Avv.Coppa: “questi innocenti avranno mai una risposta alla loro domanda di giustizia?”

 

COSENZA – Sono molti i bimbi sparsi sul territorio nazionale che necessitano di trattamento riabilitativo con obiettivo di migliorare le abilità comunicativo relazionali e ridurre il disturbo comportamentale mediante metodologia ABA (Tecniche dell’Analisi Applicata del Comportamento) indicata dalle “Linee Guida per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico dei bambini e negli adolescenti” pubblicate nell’ottobre del 2011 ed aggiornate nel 2015, inserite nel Sistema Nazionale delle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute.

Anche Cosenza conta un numero importante di bambini che necessitano di questo trattamento che il più delle volte risulta molto efficace per garantire una soddisfacente qualità di vita del bambino anche all’interno del sistema famiglia ma, pur essendo previsto dalla legge, non esistono strutture idonee o accreditate che possano garantire in questi termini il diritto alla salute. E allora le famiglie sono costrette a rivolgersi a centri privati e far fronte direttamente alle spese per consentire trattamenti efficaci in questi termini, anche se la normativa di settore prevede che il Servizio Sanitario Nazionale si occupi della programmazione ed erogazione totale di questi servizi assistenziali.

Giovanna (nome di fantasia) è una mamma di Cosenza che è ha richiesto il rimborso delle somme spese negli anni per garantire al proprio figlio – oggi adolescente – i migliori trattamenti necessari per la sua riabilitazione, con obiettivo di migliorare le abilità comunicative relazionali e ridurre il disturbo comportamentale mediante metodologia ABA. Tuttavia l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza non le ha mai risposto, costringendo mamma Giovanna a rivolgendosi all’Avv. Massimiliano Coppa – esperto in materia sanitaria e colpa medica – per poter ottenere il rimborso.

“Secondo la più accreditata meditazione giurisprudenziale – ha dichiarato l’Avv.Coppa – la dimensione primaria e costituzionalmente garantita del diritto alla salute non può essere sacrificata o compromessa dalla discrezionalità amministrativa, dovendosi escludere la configurabilità di atti amministrativi condizionanti il diritto all’assistenza. La sussistenza del diritto all’erogazione di una prestazione sanitaria richiesta al Servizio Sanitario Nazionale deve essere accertata in relazione ai presupposti stabiliti dalla legge che tutela il Diritto alla Salute, la programmazione sanitaria e definisce i livelli essenziali e uniformi di assistenza prevedendo che il Servizio sanitario nazionale assicuri, attraverso risorse pubbliche, i livelli essenziali ed uniformi di assistenza definiti dal Piano Sanitario Nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno alla salute, dell’equità dell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze (circostanza questa millimetricamente documentata dalla mia cliente mediante specifica relazione in punto di efficacia e appropriatezza dei trattamenti ricevuti sulla base delle evidenza scientifiche).”

“Occorre precisare – chiarisce ancora l’Avv. Coppa – che la Suprema Corte di Cassazione, proprio in materia di necessarie evidenze scientifiche di efficacia del metodo ABA, ha recentemente chiarito che in base al principio di efficacia enunciato dalla normativa sopra richiamata “… i benefici conseguibili con la prestazione richiesta devono essere posti a confronto con l’incidenza della pratica terapeutica sulle condizioni di vita del paziente, dovendosi considerare in particolare – in relazione ai limiti temporali del recupero delle capacità funzionali – la compromissione degli interessi di socializzazione della persona derivante dalla durata e gravosità dell’impegno terapeutico…” così fugando ogni dubbio in tema di riconoscimento dei trattamenti. Dispiace che, anche per poter garantire ad un bimbo speciale una soddisfacente qualità di vita all’interno del sistema famiglia (evidenziata da una attività scientifica consulenziale documentata mediante trattamento educativo individualizzato dal quale emergono evidenti miglioramenti in ogni area dello sviluppo); sia necessario fare ricorso all’Autorità Giudiziaria seppur tale diritto è espressamente previsto dalla legge. Questi innocenti avranno mai una risposta alla loro domanda di giustizia?”

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