Sabato di protesta per i lavoratori del mondo dello spettacolo radunati davanti la Prefettura a Cosenza e in altre 13 città italiane. Chiedono aiuti, un incontro con le istituzioni per evitare che la crisi che ha già messo in ginocchio l’intero comparto fermi licenziamento di migliaia di lavoratori “pronti a mantenere uno stato di agitazione permanente dello spettacolo e della cultura in Italia se non arrivano risposte”
COSENZA – I professionisti della cultura in 13 piazze d’Italia per far sentire la propria voce in contemporanea sulla crisi che si è abbattuta sul settore a causa del lockdown. In Calabria è Cosenza la città nella quale i lavoratori dello spettacolo e della cultura hanno fatto sentire la propria voce per rivendicare diritti e aiuti economici al Governo e alle istituzioni per un’intera categoria messa in ginocchio dall’emergenza sanitaria. Una crisi che colpisce l’intero comparto. Hanno proclamato lo stato di agitazione permanente e si ritrovati davanti la Prefettura per chiedere risposte sui finanziamenti pubblici e sulla ripartenza ‘in presenza’ prima che la crisi diventi irreversibile e travolga artisti ed attori, ma anche truccatori, costumisti, drammaturghi, musicisti e ballerini, fino ai promoter di eventi e service. Ieri pomeriggio il premier Giuseppe Conte ieri ha ricevuto a Palazzo Chigi l’attrice Sandra Milo, che per protesta, si era incatenata alle transenne che circondano piazza Colonna a Roma, a nome degli autonomi del mondo dello spettacolo. Le misure attese sono il reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori e ne tuteli e garantisca l’esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto, anche attraverso incontri politici e tecnici, quindi alla presenza di ministeri e Inps. Un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato sulla riapertura, fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni, che abbia come priorità: salute per lavoratori, lavoratrici e pubblico; protocolli di sicurezza; finanziamenti pubblici; strumenti di riforma, sia per la ripartenza in presenza, che per una virtualità sostenibile e democratica.
“Questa manifestazione è stata convocata da un coordinamento nato nel periodo dell’emergenza e si chiama ‘Approdi lavoratrici e lavoratori della cultura e dello spettacolo Calabria‘ ed è inserito in una data nazionale nella quale sono scesi in piazza in altri città italiane altre migliaia di lavoratori. Alle istituzioni diciamo che devono vederci e farsi carico di questa situazione. Siamo un comparto enorme, dove si contano 400mila occupati nel settore cultura e spettacolo: da chi monta i palchi ai costumisti, dagli attori ai musicisti. Abbiamo dovuto fermare tutte le attività dello spettacolo a causa dell’emergenza e la ripresa non sarà possibile. Anche se qualcuno, forse le realtà più grandi, pensa di poter ricominciare il 90% dei lavoratori resterà a casa. Chiediamo di essere ascoltati, che le decisioni siano prese con i lavoratori, ascoltando chi vive di questo lavoro e ne conosce le condizioni e che si pensi a permetterci di arrivare alla fine di questa emergenza portando avanti le professionalità che ci siamo costruiti nel tempo”.