Sposato: “sono state aperte le attività ambulatoriali, sia degli ospedali che degli altri presidi, ma molti non hanno ancora i dispositivi di protezione. Come si riparte?”
COSENZA – “Altro che eroi”: così esclama il presidente dell’Opi di Cosenza, Fausto Sposato. “L’Asp di Cosenza, ad oggi, – ha spiegato – non ha adottato alcuna delibera per le spettanze dovute agli operatori, ai medici ed agli infermieri che hanno eseguito i tamponi”. La denuncia pubblica da parte del presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche è chiara. “Molti operatori sono in attesa e molti cittadini non possono, di conseguenza, effettuare tamponi”. Per Sposato tutto ciò “è assurdo: abbiamo bisogno di persone in grado di programmare la sanità. Sono operatori che hanno lavorato e precisiamo, a tal proposito, che ci sono i fondi Covid appositi. Devono essere pagati”. Non è pensabile, per il presidente, che “qualche dirigente si prenda il lusso di dire: pagheremo…”.
Gli operatori hanno messo a repentaglio la loro salute e “mentre siamo ancora nel pieno della triste vicenda dei tamponi messi in frigo – per Sposato – che si fa? Si peggiora ancora la situazione”. Una gestione, dunque, non più opportuna. “Si pubblichi immediatamente la delibera”, il monito del presidente. “La sanità – dice Sposato – deve essere proattiva, noi vigileremo come organo di tutela dei professionisti e dei colleghi, oltre che dei cittadini”.
Infine la protesta. “Sono state aperte le attività ambulatoriali, sia degli ospedali che degli altri presidi, ma molti non hanno ancora i dispositivi di protezione. Come si riparte?”, si chiede il presidente degli infermieri. “Qualcuno queste cose deve fornirle”, aggiunge. “L’Opi di Cosenza continua a distribuire maschere, igienizzanti e visiere ma questo è un compito specifico che spetta all’Azienda ospedaliera ed alla regione Calabria. Per non parlare dei percorsi che ancora, in diversi luoghi, non esistono. Mettendo a rischio, sempre, operatori e pazienti. Se non ci sono questi strumenti diventa difficile, se non impossibile, ripartire”, la chiosa del presidente a nome di tutti gli infermieri.