Casa di cura di Cosenza condannata a risarcire quasi 2 milioni di euro per le lesioni ed il conseguente decesso di un bambino
COSENZA – Marco (il nome è di fantasia) morì affogato dalla pastina mentre mangiava in un asilo nido di Castrolibero. Il Tribunale di Cosenza dopo, circa sei anni dal decesso del bambino ha condannato la Casa di cura ad un risarcimento di quasi due milioni di euro in favore dei genitori, riconoscendo un danno biologico al 100% per i pochi anni di vita del bimbo (due) e per il conseguente decesso, esclusivamente riconducibile ad un difetto di deglutizione eziologicamente rapportabile ad una sindrome post asfittica generata durante la gestione e l’esecuzione del parto.
Il Tribunale di Cosenza accogliendo le tesi dei genitori, rappresentati dall’Avv. Massimiliano Coppa – esperto in colpa medica – ha condannato la Casa di cura di Cosenza a seguito di difettuale ed inidonea gestione della paziente nelle fasi immediatamente precedenti il parto che determinarono l’insorgenza a carico del piccolo di un quadro di encefalopatia post-asfittica con tetraparesi spastico-distonica, patologia questa, totalmente invalidante ed inemendabile che è stata posta in correlazione causale con il decesso avvenuto presso l’asilo nido, riconducibile ad “Aspirazione accidentale di cibo nelle vie aeree, con conseguente asfissia meccanica ostruttiva..”, come già accertato dai medici legali nominati dalla Procura di Cosenza che dispose nel settembre del 2014 l’autopsia del bambino.
Occorre precisare che durante le fasi precedenti al decesso tutto il personale dell’asilo e del 118 risultò con condotte perfettamente in linea con le norme di riferimento e fu totalmente scagionato da ogni responsabilità, essendo, la stessa, come ora ha chiarito in sentenza il Tribunale, esclusivamente addebitabile alla condotta dei sanitari che, a vario titolo ebbero in cura il bimbo. Nessuna somma potrà rendere alla famiglia il piccolo volato in cielo.