COSENZA – Poliziotto “canterino”? E’ questa l’ipotesi accusatoria per la quale è finito nei guai Giovanni Porco, agente di polziia penitenziaria, presunto responsabile di violazione di segreti d’ufficio. A tirarlo in ballo è un detenuto del carcere di via Popilia che ha spifferato di essere venuto a
conoscenza dallo stesso poliziotto di rivelazioni investigative che lo riguardavano. In pratica, l’agente della penitenziaria, avrebbe confidato al detenuto che i suoi telefoni cellulari erano sotto controllo. Un’accusa che lo stesso Giovanni Porco, assistito dall’avvocato Cristian Cristiano, penalista del foro bruzio e suo legale di fiducia, ha sempre negato. Ieri in aula l’agente ha ribadito la sua totale estraneità dai fatti oggetto d’indagine. A confermare l’innocenza dell’agente è stato l’ispettore Picarelli, sempre in servizio nella penitenziaria che, alle domnande del giudice e alle sollecitazioni dell’avvocato Cristiano, ha risposto di non sapere nulla di questo fatto e di non credere ad un coinvolgimento dell’agente in una storia simile, considerato il suo stato di servizio irreprensibile. L’unica cosa che l’ispettore Picarelli ha riferito è stata quela di un alterco avvenuto tra il detenuto e il poliziotto. Possibile che sia questo il vero movente dell’accusa?. Sarà il processo a dirlo.