Ospedale Cosenza, Bianca Rende: «siamo oltre l’emergenza, intervenga il ministro»

La situazione in cui versa l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza è sempre più preoccupante, ai limiti della sopportazione.

 

COSENZA – «Nonostante le aspettative, non sono arrivate rassicurazioni concrete da parte della dottoressa Giuseppina Panizzoli, commissaria dell’azienda ospedaliera, che in commissione “welfare” in Comune ha ribadito quanto la situazione di inefficienza sia aggravata dall’insufficienza delle risorse».
A sottolineare le difficoltà emerse è Bianca Rende, consigliere comunale di Italia Viva: «Queste nascono innanzitutto dall’inadeguatezza assoluta del numero dei medici e paramedici assegnati ai reparti che li costringono a turni massacranti e a non riuscire a coprire le esigenze di servizio. Il che si traduce, ovviamente, in una difficoltà nell’erogazione delle cure. Il problema più lampante si evidenzia nel pronto soccorso cittadino dove c’è una sottodotazione di organico che determina attese e difficoltà ad eseguire diagnosi e effettuare il turn over con i pazienti da inviare in reparto».


«C’è poi la carenza cronica e strutturale di posti letto rispetto agli accessi dovuta, come noto, alle insufficienze del sistema territoriale e quindi all’eccesso di codici bianchi in arrivo. La situazione sta per precipitare ulteriormente alla luce della scadenza dei contratti di servizio con alcune aziende che somministrano personale a tempo. Ci riferiamo in particolare alla vertenza Copservice, che assicura la presenza di quasi cento Oss e alla Seatt, che assicura la prestazione lavorativa di quasi 54 operatori al centro prenotazioni. Come noto, infatti questi contratti non saranno più rinnovati. Leggiamo, all’interno degli obiettivi di mandato sottoscritti dalla direttrice generale e affidatile dal commissario regionale alla sanità, che ci dovrà essere una riduzione del 50% dei costi e dei servizi».

Emergenza sociale e qualità del servizio

«Ci chiediamo – prosegue Bianca Rende – come questa riduzione possa essere assicurata se contestualmente non vengono autorizzate le assunzioni di personale che possa surrogare quello in uscita. L’allarme è doppio: per l’emergenza sociale che si determina in una città come Cosenza, con il rischio licenziamento di un numero così alto di addetti, ma soprattutto per la qualità del servizio di assistenza e di cura dell’ospedale hub che è punto di riferimento non solo della città ma dell’intera regione. Come sappiamo e come ribadito dalla dott.ssa Palizzoli, ci sono concorsi autorizzati solo per 50 OSS e due amministrativi e due dirigenti medici».

 

«Un numero del tutto insufficiente rispetto a quello che è il fabbisogno dell’ospedale. La richiesta urgente che rivolgiamo al generale Cotticelli è quella di autorizzare nuove assunzioni del numero di medici e paramedici necessari a garantire gli standard minimi per la qualità del servizio di cura che è legittimo attendersi. Nel corso dell’audizione è stata poi posto un interrogativo riguardo la costruzione del nuovo ospedale che rimane un diritto, una pretesa legittima della città, considerata anche la disponibilità delle risorse rispetto alla quale non si fa più parola. Le istituzioni come utenti continuano a tacere su questo punto mentre è fondamentale uscire dalla situazione di stallo che si è determinata e che impedisce alla città di avere le infrastrutture di cui ha bisogno.
La falla nella sanità cosentina, dunque, deve essere affrontata con urgenza su due piani: quello strutturale e quello funzionale».

«Rispetto ai flussi di cassa, sono stati lamentate anche in sede di commissione le difficoltà di approvvigionamento di farmaci e di pagamenti puntuali oltre che la mancanza di risorse adeguate per garantire il totale adeguamento strutturale dell’attuale nosocomio rispetto alle prescrizioni degli organismi di ispezione intervenuti in questi anni. Una situazione sempre più grave, sempre più allarmante, rispetto alla quale abbiamo il dovere di non restare in silenzio anzi di essere in prima fila nell’organizzazione di manifestazioni di protesta serie contro le decisioni del commissario e di sensibilizzazione del ministro della sanità che non può lasciare una intera regione in una condizione di degrado e di sottosviluppo rispetto al bisogno primario che è quello alla sopravvivenza e alla cura. Ho chiesto alla commissaria, in commissione, che in merito alla esternalizzazione si proceda a una proroga fino alla presa di servizio del personale da reclutare tramite concorsi. Nemmeno un giorno dovrà trascorrere senza figure professionali reclutate attraverso esternalizzazione del servizio e quelle reclutate tramite concorsi. E’ necessario che il ministro revochi Il decreto Calabria che ha paralizzato le attività e sta provocando danni incalcolabili. Dopo tanti anni di difficoltà, vorremmo vedere la fine di questo commissariamento, così come già avvenuto in altre regioni. Il Ministro, che non può ignorare la peculiarità della condizione calabrese, estrema, oltre i limiti dell’immaginabile, deve intervenire subito in modo fermo e determinato. Non è più emergenza, siamo ben oltre».

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