Uno stato di sofferenza grave quello in cui versa l’Ente Provincia di Cosenza che ha spinto i lavoratori a scendere in piazza.
COSENZA – Stipendi a rischio per i prossimi mesi, nessuna erogazione del salario accessorio da più di un anno mentre è incerta l’offerta di servizi ai cittadini. Versa in questo stato la Provincia di Cosenza che, pur essendo in una condizione di regolarità finanziaria, non dispone della necessaria liquidità per affrontare le spese di gestione e funzionamento relativamente all’ultimo trimestre dell’anno. La denuncia arriva dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl territoriali, insieme alle Rsu, che hanno indetto per un’assemblea sit-in di protesta all’esterno del palazzo della Provincia in piazza XV Marzo.
I sindacati sottolineano, infatti, come i mancati trasferimenti erariali da parte del governo nazionale e regionale relativamente agli anni 2018 e 2019, “rendono insostenibile la normale amministrazione, l’erogazione dei servizi e il pagamento degli stipendi, per un ente che ha competenze, anche dopo l’incompiuta riforma Delrio, di importanti e fondamentali funzioni”, quali, ad esempio, la viabilità provinciale, con circa 2.700 km di strada; l’edilizia scolastica, con la manutenzione e la gestione di circa 120 edifici; l’ambiente, i rifiuti e la depurazione e altro ancora.
Questa situazione di ‘cassa‘, dovuto al mancato trasferimento delle risorse, “non consente più di effettuare, con la necessaria puntualità, i pagamenti in favore delle imprese che eseguono, per conto dell’ente, lavori, servizi e forniture, con ricadute negative anche per le lavoratrici ed i lavoratori interessati. Alla precarietà economica è da aggiungere quella del personale in servizio che, non percepisce da più di un anno ogni tipo di salario accessorio previsto da contratto”.
Una sofferenza che si interseca con la carenza di personale, dovuta ai trasferimenti e per effetto dei pensionamenti, che insieme al blocco del turn over, registra ulteriori difficoltà nei settori strategici dell’ente: l’edilizia scolastica e la viabilità.
La vicenda di Cosenza però non è la sola nel panorama disastrato di Province e Città metropolitane. La Fp Cgil Nazionale denuncia, infatti, come “a 5 anni dalla riforma Delrio e dalle scelte finanziarie che hanno imposto un prelievo forzoso insostenibile, le province e le città metropolitane continuano a vivere una situazione di profonda incertezza sulla prospettiva istituzionale e sulla chiusura dei bilanci”. A rischio, e Cosenza lo dimostra, i servizi e le lavoratrici e i lavoratori, senza contare le carenze di organico. Per queste ragioni la Funzione Pubblica Cgil Nazionale rivendica interventi necessari “sul finanziamento e sulle politiche occupazionali degli enti, a partire dal superamento dei vincoli sulle assunzioni del personale”.
Guccione: “l’incompiuta riforma Delrio. Le Province vanno rilanciate”
“L’allarme che è stato lanciato dai sindacati sul futuro delle Province italiane è da condividere, anche perché in passato l’ente ha dato dimostrazione di garantire efficienza e qualità nell’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini. Oggi dopo l’incompiuta riforma Delrio è necessario un rilancio del ruolo istituzionale e politico delle Province, anche alla luce della crisi del regionalismo”.
Lo afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che annuncia: “Aderisco all’iniziativa di oggi dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, preoccupati dello stato finanziario dell’Ente Provincia e delle ricadute che avrà sui dipendenti. Questioni che vanno affrontate e risolte immediatamente”. Guccione aggiunge che “soprattutto in questa fase vanno garantite le risorse che lo Stato e la Regione devono trasferire all’Ente. Ma la questione più importante rimane quella dei lavoratori che devono trovarsi nelle condizioni di poter erogare servizi ai cittadini. Il governo nazionale – continua – non può non affrontare, attraverso un provvedimento legislativo, il rilancio delle Province per poter continuare a svolgere le funzioni e i compiti che hanno avuto in questi anni, continuando a promuovere e sviluppare il territorio”.
“La Regione Calabria ha perso un’occasione con il mancato trasferimento delle funzioni del ciclo integrato dei rifiuti e dell’acqua, che potevano essere svolte in modo efficiente dall’Ente Provincia. Invece – conclude -si è voluto insistere sui Comuni che, senza mezzi e risorse umane, si sono trovati a gestire delle funzioni senza gli adeguati strumenti, gravati anche dal fatto che le riforme e le leggi sui rifiuti e sull’acqua sono state attuate parzialmente”.