Il ragazzo è stato avvistato tra i vicoli da una pattuglia della polizia municipale e poi visto lanciarsi da un ponte nel Crati
COSENZA – Città setacciata dalle forze dell’ordine alla ricerca del 20enne evaso questa mattina dal carcere di Cosenza. Amadou Coulibally 20enne originario del Mali dalle ultime indiscrezioni trapelate pare abbia scavalcato il muro di cinta del penitenziario intorno alle 8:45 allontanandosi e facendo perdere le proprie tracce. Gli agenti della penitenziaria presenti lo hanno inizialmente inseguito a piedi fino all’arrivo dei rinforzi in auto. Il giovane che avrebbe finito di scontare la pena nel 2023 era stato condannato per rissa e lesioni gravi dopo aver ferito un migrante durante una rissa in un centro di accoglienza nel salernitano. Carabinieri e polizia sono attualmente mobilitati con posti di blocco nell’intera città. Alcune pattuglie si sono concentrate a Cosenza Vecchia dove le ricerche vengono effettuate anche con l’ausilio di un drone. Tra i vicoli sembrerebbe che gli agenti della polizia municipale abbiano avvistato il ragazzo che però si sarebbe dileguato velocemente dirigendosi verso il fiume.
Da quanto affermato da un testimone Coulibally, vedendo le forze dell’ordine, si sarebbe buttato da un ponte sul Crati cercando poi rifugio nei canneti sulla riva. La caccia all’uomo, intanto, prosegue, condotta da carabinieri e polizia insieme alla Polizia penitenziaria, e con l’ausilio di un elicottero e di un drone in dotazione al Nucleo decoro urbano della polizia municipale. Le ricerche sono concentrate nel centro storico, ma i posti di blocco allestiti dalle forze dell’ordine coprono tutti gli angoli nevralgici della città. Il ventenne non conosce la città e non ha appoggi non essendoci mai stato e questo potrebbe portare alla sua cattura in tempi brevi. Per quanto riguarda la fuga, si sa solo che il giovane avrebbe scavalcato il muro di cinta esterno, ma non è chiaro come ci sia arrivato. Al momento sono diverse le segnalazioni pervenute al numero 112 che hanno portato all’identificazione di più soggetti che però non si sono rivelate non essere il detenuto evaso dalla casa circondariale di via Popilia.
LE DICHIARAZIONI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA
“Quel che è accaduto nella nottata a Cosenza ha dell’incredibile, con la sfrontatezza di un criminale straniero ristretto in carcere che è evaso. Ancora si sta cercando di ricostruire come ciò sia potuto accadere. Il mio auspicio è che l’evaso venga presto catturato, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria“. Lo afferma Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe. Il sindacato evidenzia che “nell’intero anno 2018 si sono verificate in Italia 4 evasioni da istituti penitenziari, 52 da permessi premio, 14 da lavoro all’esterno, 21 da semilibertà e 40 mancati rientri da licenze”. “La situazione all’interno dei penitenziari – afferma Capece – si è notevolmente aggravata per il costante e crescente affollamento delle celle.
I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre delle carceri italiane nell’intero 2018 sono inquietanti: 10.423 atti di autolesionismo (rispetto a quelli del 2017, già numerosi: 9.510), 1.198 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia penitenziaria (nel 2017 furono 1.135), 7.784 colluttazioni (che erano state 7.446 l’anno prima)”. “Alto – prosegue – anche il numero dei ferimenti, 1.159, e dei tentati omicidi in carcere, che nel 2018 sono stati 5 e nel 2017 furono 2. La cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia penitenziaria”. “E’ sintomatico – conclude Capece – che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane passati oggi ad essere oltre 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Ed è grave che il Ministero della Giustizia non sia in grado di mettere in campo efficaci strategie di contrasto a questa spirale di sangue e violenza”.
Detenuto evaso dal carcere di Cosenza, posti di blocco nell’intera città