In primo grado l’uomo era stato condannato a 6 mesi di reclusione per falso ideologico. La Corte di Appello ha invece assolto l’imprenditore per non aver commesso il fatto
COSENZA – “Assolto per non aver commesso il fatto”. La Corte d’Appello di Catanzaro ha assolto un imprenditore edile di Cosenza condannato in primo grado a 6 mesi per falso ideologico. I fatti risalgono al 2014, quando l’impresa guidata dall’uomo si aggiudicava una gara d’appalto indetta dalla Provincia di Cosenza per alcuni lavori di manutenzione straordinaria di una strada. Accadeva però che la Provincia di Cosenza, in fase di accertamento dei requisiti, riscontrava irregolarità su alcuni versamenti presso l’Agenzia delle Entrate e decideva di revocare l’aggiudicazione della gara, inviando anche la comunicazione all’Autorità di Vigilanza e all’autorità giudiziaria.
Iniziava così un procedimento penale a carico dell’imprenditore nel quale la difesa, rappresentata dall’avvocato Chiara Penna, faceva emergere come non fosse lui ad occuparsi della compilazione delle domande di partecipazione alle gare di appalto, bensì una società di consulenza amministrativa e tecnica che predisponeva le istanze che l’imprenditore si limitava a firmare. Non solo, veniva fuori che la responsabile di questa società lasciava svolgere gran parte del proprio lavoro al marito che nulla aveva a che vedere con l’attività e che la firma apposta sull’istanza si differenziava da quella dell’imputato. Nonostante ciò, rigettando la richiesta di procedere a perizia sulla firma, perché ritenuta ininfluente ai fini del decidere, l’imprenditore veniva condannato dal giudice di primo grado a sei mesi di reclusione.
L’uomo ricorreva in appello; il Giudice della Corte d’appello di Catanzaro accoglieva le istanze della difesa, ritenendo il ragionamento in base al quale era stato condannato “induttivo”. L’imprenditore è stato così assolto da ogni accusa per non aver commesso il fatto.