Tra le ragioni della protesta l’impossibilità nell’intera provincia cosentina di poter interrompere una gravidanza usando la pillola abortiva costringendo le donne a sottoporsi ad interventi chirurgici che al Sistema Sanitario Nazionale costano almeno 1.200 euro
COSENZA – «A Cosenza, – denuncia in una nota il gruppo FEM.IN. Cosentine in lotta – la maggior parte delle donne che rimangono incinta subiscono il licenziamento, o i loro contratti non vengono rinnovati. Tante altre, spesso sotto ricatto, si vedono costrette a sopportare molestie e avances da parte dei colleghi e dei datori di lavoro. Non c’è donna, in questa città, alla quale non sia capitato di sentirsi rivolti viscidi sguardi, fischi e appellativi offensivi mentre camminava per strada, quante sono state palpeggiate viaggiando sui mezzi pubblici? Molte di noi vengono minacciate, picchiate, violentate e a volte uccise tra le mura di casa. La violenza di genere ha tante forme, anche quella istituzionale. Il Ddl Pillon, per esempio, rappresenta un grave attacco a quelle donne che cercano di scappare dalla violenza domestica, utilizzando contro di loro il ricatto dell’affido dei minori al genitore violento.
La violenza istituzionale si abbatte contro le donne migranti contro le quali il governo legittima provvedimenti razzisti. Ogni giorno, negli ospedali e nei consultori subiamo i disservizi e le negligenze del personale medico e delle direzioni sanitarie, che di fatto limitano le nostre scelte e ci impediscono di esercitare i nostri diritti. A Cosenza, per esempio, interrompere volontariamente una gravidanza è un percorso ad ostacoli, reso impervio dalla quasi totalità dei dottori e delle dottoresse che si dichiarano obiettori e obiettrici di coscienza a scapito della nostra libertà di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite. I progetti regionali sulla salute della donna prevedono la diffusione di iniziative pro vita in tutte le province calabresi, invece di impegnarsi a garantire i diritti delle cittadine, sistematicamente violati attraverso servizi offerti parzialmente o non presenti affatto.
E’ tempo che in questa città le donne e le soggettività non binarie rivendichino i loro diritti e la loro libertà di autodeterminarsi. Vediamo l’urgente necessità di rendere manifesti gli stereotipi e i ruoli di genere nei quali la società patriarcale ci incatena, per liberare questa città dalle violenze fisiche, psicologiche e istituzionali che ogni cittadina subisce, anche se con modalità e in misura diverse. Crediamo in questa lotta, che vuole essere collettiva, intersezionale e pubblica attraverso la condivisione delle esperienze individuali, del riconoscimento unanime e reciproco delle diverse forme di disuguaglianza e discriminazione. Una lotta che deve dotarsi di armi, quali la denuncia degli abusi e dei disservizi e la solidarietà fattiva alle vittime di ogni violenza. L’8 Marzo scendiamo in piazza per rifiutare a voce alta ogni forma di violenza di genere e per ribadire ancora una volta che sui nostri corpi decidiamo noi. Ci troviamo in piazza XI Settembre a Cosenza a partire dalle 16:00»
CosentineInLotta, blitz “femminista” a Cosenza contro la violenza in vista dell’8 marzo – FOTO
Otto marzo a Cosenza, le fontane musicali si tingono di ‘sangue’ (FOTO)