Santa Barbara patrona dei vigili del fuoco: “La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio” – Foto

Festeggiata la patrona dei vigili del fuoco del comando provinciale di Cosenza con la celebrazione eucaristica nella chiesa Madonna di Loreto. Gli eroi senza volto ma dono per la salvezza del prossimo

 

COSENZA – Domano terribili incendi, si lanciano tra le fiamme, si fanno largo tra le macerie, salvano vite umane rimaste intrappolate tra le lamiere, sotto i ponti crollati, i treni esplosi e deragliati, gli alluvioni che sommergono e devastano, il fango, la neve. Noi li chiamiamo angeli, eroi, ma loro non si sentono eroi, ma solo professionisti del soccorso.

I vigili del fuoco…persone come gli altri, dal cuore pieno d’amore per i propri figli, per la famiglia e per il prossimo. Abbracciano questa divisa sapendo il rischio che corrono. E ne corrono davvero tanti: dall’incidente stradale, al soccorso in mare, sulla montagna, nei fiumi, lo scoppio di sostanze tossiche. Ma sono anche uomini di carne e ossa con un’anima piena di “lividi” per i segni che questo lavoro lascia: dalla gioia di una vita salvata, al dolore di non essere arrivati in tempo e averne perso un’altra.

Tempestività, professionalità, velocità, immediatezza, esserci sempre. Essere vigile del fuoco è un lavoro di perfezione, di squadra, come una catena che non può spezzarsi altrimenti si ferma la macchina. Lo Stato non dovrebbe dimenticare che ha un’eccellenza da “proteggere, da tutelare” e da “ringraziare” ogni giorno: uomini valorosi che della loro vita ne fanno un dono per gli altri.

Quelle mani ruvide, callose per via del loro lavoro manuale, ma mano ricche perchè quelle mani  hanno avuto il dono grande di stringere altre mani bisognose di aiuto, di tirare fuori figli dalle macerie, donne dalle lamiere. Hanno scavato senza arrendersi, si sono immerse nelle acque di fiumi e mari e arrampicate sulle montagne. Ma quelle mani benedette da Dio hanno ogni giorno una storia da raccontare, molto spesso di salvezza per il mondo. Come non chiamarli eroi? come non ringraziarli? Quando la sirena taglia in fretta la città avvertono che c’è un pericolo ma che loro sono in arrivo. Negli anni la figura del vigile del fuoco ha cambiato significato nella vita di tutti: è divenuta certezza di salvezza e sicurezza. E per quanto possano esserci corpi o associazioni che tentino di imitare il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco per cercare di prenderne il posto, devono sempre ricordare che il corpo nazionale dei vigili del fuoco, primo corpo di soccorso nazionale, è e sarà sempre unico e solo.

 

 

Cosenza è stata festeggiata la patrona dei Vigili del Fuoco, Santa Barbara, con la solenne celebrazione eucaristica nella Chiesa Madonna di Loreto officiata dal S.E. l’Arcivescovo di Cosenza- Bisignano, Mons. Francesco Nolè, concelebrata dal cappellano del comando provinciale dei vigili del fuoco di Cosenza, don Pier Maria Del Vecchio, cappellano anche della Polizia di Stato e dal parroco don Michele Fortino. Presenti istituzioni civili militari tra cui il prefetto di Cosenza Paola Galeone, il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo e di Castrovillari Eugenio Facciolla, il comandante dell’Arma provinciale, il colonnello Piero Sutera e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Marco Grazioli, il vice questore aggiunto Paola Fabris. Significativi gli elmetti posti ai piedi dell’altare: dall’elmetto del vigile del fuoco semplice ed esperto di colore nero, a quello di caposquadra e del gruppo Saf di colore rosso, a quello di caporeparto, ufficiale e comandante di colore grigio. Tutti ai piedi dell’altare come segno di dono e devozione a Dio e richiesta di protezione per la salvezza del prossimo.

A tenere l’omelia questa volta non è il pastore Nolè che ha scelto per spezzare la parola di Dio il cappellano dei vigili del fuoco Don Pier Maria Del Vecchio: “la carità come dono di sé sia la regola dei vigili del fuoco”. «Ringrazio l’arcivescovo per l’opportunità di spezzare la Parola insieme a voi e di fare una breve riflessione sulla Parola di Dio e sulla figura di Santa Barbara. Come patrona del corpo nazionale dei vigili del fuoco viene invocata non solo dalla marina militare, dagli artificieri, dagli artiglieri, dagli ingeneri, architetti, dai minatori. Tante categorie sono tutte quante accorpate nella figura di questa grande santa e figlia di Dio. Sono bellissime queste biciclette che ci ricordano la storia legata ad alcuni decenni dei vigili del fuoco. Il Vangelo ci mette con le spalle al muro; Gesù a volte, non sempre, ci vuole fare prendere coscienza di quella che deve essere la nostra vita da cristiani. Gesù ci invita alla sequela. Tutte le persone che ama le invita a seguirlo. Vieni seguimi: tutti gli apostoli sono stati invitati. Però invita tutti anche a rinnegare il proprio egoismo per prendere il mistero della sua croce, accoglienza della sua volontà. Chi vuole salvare la vita dice Gesù, la perde; ma chi perde la vita per me la salverà.

Santa Barbara di cui si narrano numerose leggende perchè non abbiamo dati storici attendibili, ha vissuto in un’epoca dove c’era la religione pagana. Mentre l’uomo è stato sempre attratto dal fenomeno religioso. Quella che è la nostra fede cristiana, non è una religione: la nostra è una rivelazione perchè è venuto Gesù a rivelarci il volto del Padre; è venuto Dio a parlare con Abramo; si è manifestato a Mosè. Quindi Dio apre un dialogo con l’uomo. E proprio in questo dialogo che le religioni pagane create dall’uomo iniziano a scricchiolare.

Santa Barbara accoglie la fede cristiana e il papà un po’ per come narra la leggenda, per proteggerla da questa contaminazione anche perchè era una ragazza molto bella, la rinchiude in una torre dove aveva solo due finestre. Santa Barbara chiede agli operai di fare aprire una terza finestra perchè per lei la terza finestra rappresentava la terza figura della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Quindi vuole entrare in questa prigione costruita e impostata proprio sulla Trinità. Si dice anche che prima di entrare nella torre si si immersa tre volte nella piscina battezzandosi da sola. E’ quello che si dice il battesimo del desiderio perchè noi abbiamo tre battesimi dell’acqua, del sangue e del desiderio. Alla fine verrà tolta fuori dalla torre, torturata più volte, le sue carni non si bruceranno e sarà proprio il papà che la decapiterà insieme ad un’altra giovine di nome Giuliana: subiranno insieme il martirio. Allora chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la vita a causa del Vangelo la salverà.

Il corpo dei vigili del fuoco, mi diceva prima il comandante, adesso sta avendo più richieste di adesione, ma un tempo non ce n’erano perchè era impegnativo; c’era sacrificio a fare il vigile del fuoco; si rischiava la vita e ancora oggi si rischia nonostante ci sia tanta professionalità e tecnologia a supporto degli interventi che vengono compiuti e realizzati. Ma ci deve essere sempre una vocazione, un compimento di un qualcosa che va al di là di quello che è un lavoro, solo una professione: il dono di sé. San Filippo Neri quando viene chiamato da Papa Sisto Quinto a presentare la regola della sua Congregazione, dice: “Santità le regole per essere vissute e applicate devono essere poche. Io per la mia congregazione ne ho scelta una: la carità”

 

 

La carità intesa come dono di sé sia la regola del corpo dei vigili del fuoco. Caritas per dire amore, per dire donare la sua vita; non solo quello che dice San Francesco di Paola, ma quello che dice San Paolo nella Lettera ai Corinzi: “Se avessi ogni profezia e conoscessi tutti i misteri, tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi la carità, non sarei nulla”. Allora vi auguro dal profondo del cuore di crescere nel dono della carità. Cresciamo tutti ognuno nel suo angolo: verso se stessi, accogliendo se stessi; nella carità verso gli altri, verso le proprie famiglie, la moglie, i figli. E’ necessario vivere l’amore, la dolcezza ed essere ripieni di Dio e le difficoltà si superano perchè l’obiettivo nostro è vivere l’amore, il dono della comunione. Il Signore accolga questa preghiere e ci renda degni di vivere nella gioia e nel servizio. Quando si salvano delle vite sappiamo che abbiamo vissuto il Vangelo».

Cundari: “l’essere è più importante dell’apparire”

«Perchè le bici antiche: perchè quest’anno, il 2018 ricorre il 90esimo anniversario della costituzione dei pompieri del municipio di Cosenza. La delibera dell’avvocato Arnone del 12 luglio 1928, nasce l’esigenza di istituire un corpo dei vigili del fuoco con servizio permanente autonomo  che garantista un intervento pronto ed efficace» Massimo Cundari, comandante provinciale dei vigili del Fuoco di Cosenza ricorda i primi “vigili del fuoco” a Cosenza. «L’istituzione del corpo dei vigili del fuoco aveva una diretta comunicazione telefonica con la caserma dei vigili urbani in modo da ricevere da questi il rinforzo quando ritenuto necessario. Il comandante di allora era il vice comandante dei vigili urbani. C’era un solo graduato istruttore e sedici urbani di cui due con mansioni di autisti.  La caserma allora era su Lungo Crati dove adesso sorge un parcheggio; nel 1959 ci fu il famoso alluvione a Cosenza e costò al municipio 62 mila lire con l’acquisto di un carro attrezzato. Nel 1941 fu istituito il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco su tutto il territorio nazionale. Siamo una delle eccellenze a livello mondiale. Forse solo esiste  in Franca un corpo che è a carattere nazionale: la qualità dell’intervento, le risorse logistiche strumentali, gli uomini, sono distribuiti nella stessa maniera su tutto il territorio nazionale».

 

Cundari poi si rivolge al prefetto Galeone: «Eccellenza l’anno che sta per finire è stato caratterizzato da un primo semestre di ordinaria amministrazione dal punto di vista del soccorso tecnico urgente. La campagna boschiva Aib 2018 la quale ci ha visto protagonisti ai tavoli programmatici regionali soprattutto alla luce della campagna Aib 2017 che a tutti è ben nota è stata clemente. Fortunatamente non si è ripetuto lo scenario della campagna precedente. Infatti siamo passati ad avere nel 2018 circa 1744 interventi di incendio di bosco e simili con una percentuale di circa il 65% in meno rispetto al 2017. Ma la fine del mese di agosto ha visto la tragedia delle Gole del Raganello nel comune di Civita. Il 20 agosto 2018 in quella Gola hanno trovato la morte ben dieci persone. Nello specifico l’intervento ha consentito il salvataggio di 13 persone ed il recupero di quattro persone decedute nell’alveo. Un’esperienza vissuta in prima persona con il Prefetto, il procuratore di Castrovillari, tutti i colleghi provinciali che lascerà per sempre un ricordo indelebile. In poche ore oltre 85 uomini, 32 mezzi, un elicottero dal comando di Cosenza, Potenza, Matera Modena, Bologna, Firenze, Bari, Crotone, Catanzaro e Salerno. Questo personale non si è risparmiato per prestare soccorso e cercare di salvare più vite umane possibili. Nella tragedia abbiamo dimostrato che la macchina dei soccorsi è stata all’altezza del difficilissimo compito a cui è stata chiamata, caratterizzata dalla difficoltà operativa dei luoghi e la necessaria urgente velocità di intervenire. Signor prefetto, colleghi provinciali grazie del contributo dato, ma grazie per tutto quello che facciamo nel quotidiano: uniti siamo sempre più forti.

 

Un saluto particolare al signor prefetto primo prefetto donna della provincia di Cosenza e al primo questore donna della provincia di Cosenza: sono onorato di collaborare con voi. Al mio personale tutto vorrei dire grazie per i sacrifici che fate e che quotidianamente vi chiedo. Le nostre famiglie lo sanno che facciamo un lavoro difficile però pieno di grande soddisfazione e di gioia nel donarsi agli altri: questo è il riconoscimento più alto del nostro lavoro. Quest’anno ha visto la luce e l’apertura definitiva della sede distaccata permanente della città di San Giovanni in Fiore, 15 gennaio 2018 con la forza di oltre 28 persone nel territorio della Sila abbiamo finalmente un distaccamento permanente dei vigili del fuoco. Grazie a tutte le componenti del comando. Nel 2018 sono stati espletati circa 7500 interventi di soccorso tecnico urgente di cui solo 2200 di incendi, 1390 le istruttorie tra valutazione dei progetti sopralluoghi e rinnovi dei certificati di prevenzione incendi; 85 i controlli a campioni su attività soggette a controllo dei vigili del fuoco; 274 servizi di vigilanza di pubblico spettacolo; formati oltre 800 lavoratori per il primo intervento in caso di incendio: rilasciati 585 attestati di idoneità».

 

 

 

Un pensiero il comandante Cundari lo ha espresso peri vigili del fuoco che hanno perso la vita durante il servizio. Un ricordo particolare per padre Rocco Benvenuto che aveva promesso di celebrare la solennità della santa Patrona.  «L’augurio e il ringraziamento per quello che facciamo – conclude Cundari-, ma soprattutto per quello che siamo: l’essere è più importante dell’apparire. Ricordatelo sempre: “Un giorno senza rischio è non vissuto”. Viva i vigili del Fuoco, viva l’Italia»

 

La celebrazione non poteva terminare senza una riflessione del padre arcivescovo Mons. Nolè: «Rinnovo gli auguri ai vigili del fuoco per la festa di santa Barbara che è stata occasione di riflessione, di ricordi, anche l’occasione per meditare sui rischi della vita. Vi auguro e mi auguro di fare un cammino fruttuoso verso il Natale perchè anche noi possiamo portare qualche dono al Signore che viene: lui vuole la nostra vita nel senso di un impegno quotidiano; noi portiamo almeno qualche proposito che sia proposito di bene per noi e per il lavoro che facciamo. Grazie di questa bella presenza, grazie a tutti voi che ogni giorno rischiate la vita per il bene pubblico e grazie perchè ognuno di voi rappresenta una famiglia e quindi il grazie e l’augurio va anche alle vostre famiglie»

Nel piazzale antistante la Chiesa, sono  stati posizionati i mezzi dei vigili del fuoco; il personale dell’Associazione Nazionale del Corpo Nazionale VV.F. ha posizionato alcune postazioni della “Pompieropoli”. E’ seguita poi la consegna delle Onorificenze:

  • al personale collocato a riposo il diploma di lodevole servizio: Francesco Bozzo, Antonio Coppola, Flora Iuele. Caposquadra esperti: Nerio Intraligi, Antonio Pecora, Cosimo Tavernise.
  • Attestato di pubblica benemerenza al vigile esperto Luca Tommaso Celico e al caposquadra esperto Vincenzo Antonio Mazza
  • Croci di anzianità: CTI: Giuseppe Ferrarra, Salvatore Martire. Vigili del Fuoco Esperti: Olindo  Iaconis, Francesco Williams Falsetta, angelo Grandinetti, Natale Lappano, Francesco Miceli, Aurelio Marano, Francesco Silvestri, Carmine Spadafora, Roberto Spadafora, Mario Strazzulli. Vigili del Fuoco volontari: Roberto Apa, Francesco Belsito, Francesco Tripodi
  • Un riconoscimento speciale al caporeparto Silvano Zicaro del distaccamento di Castrovillari per l’amore e la dedizione nel proprio lavoro di sapere portare avanti con cura la caserma che serve un così vasto territorio.

FOTO

 

 

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