L’acqua di Cosenza non arriva nelle case per manovre sbagliate e autoclavi malfunzionanti

Cittadini di via Popilia, via degli Stadi e centro città disperati. Intanto la Regione Calabria investe 30 milioni di euro per ammodernare la rete idrica dei 25 Comuni serviti dall’Abatemarco

 

COSENZA – I quartieri più popolosi della città sono a secco. “Quando vado a lavorare – lamenta un impiegato di banca che vive su via Popilia – l’acqua ancora non è arrivata e quando torno è già andata via. Eppure io le bollette le pago”. La situazione è identica nelle zone di via degli Stadi, Serra Spiga, via Fratelli Cervi e nel centro. Il sindaco di Cosenza attribuisce i disagi alla riduzione della fornitura idrica da parte di Sorical. “L’acqua che giunge ai nostri 20 serbatoi – spiega Mario Occhiuto – viene dal Comune distribuita attraverso una ditta privata il più possibile uniformemente su tutta la città attraverso delle specifiche manovre idrauliche. Sorical dice che hanno diminuito i litri in entrata perché le sorgenti sono in un periodo fisiologico di ‘magra’. Loro dovrebbero fornirci 311 litri al secondo, oggi ne riceviamo meno di 200. Le perdite peggiorano il problema e bisogna ripararle al più presto”. E’ d’accordo la Regione Calabria che ha inteso investire 30 milioni di euro sulla rete dei 25 Comuni serviti dall’Abatemarco (un totale di 190 chilometri e 200mila abitanti), mentre sta provvedendo a terminare il progetto di efficientamento avviato nella città di Cosenza e finanziato con oltre 7 milioni di euro e al completamento del raddoppio del tratto di adduttrice tra i comuni di Malvito, Santa Caterina Albanese e San Marco Argentano con fondi per 2,6 milioni di euro. Sorical, invece, con risorse proprie, è al lavoro sull’acquedotto Capodacqua, dal Comune di Cervicati al Torrente Settimo di Montalto e nel tratto che va da Colle Mussano a Cosenza fino a Quattromiglia di Rende e l’Università della Calabria.   

 

LAVORI IN CORSO. L’INGEGNERE: “IL CENTRO CITTA’ E’ LA ZONA PIU’ PENALIZZATA”

La distribuzione idrica di Cosenza presenta le maggiori criticità nei quartieri centrali con erogazione limitata a 1 – 3 ore al giorno, nonostante l’immissione di un volume giornaliero circa il doppio rispetto a quello normale. “I lavori – chiarisce il progettista della Regione Calabria Giovanni Iole che sta lavorando su Cosenza – sono partiti a fine maggio 2017 però, di fatto, abbiamo iniziato qualche mese fa. Prima è stato necessario studiare la rete. E’ stata un’indagine vasta che ha riguardato 250 chilometri di tubazioni e tutti i 20 serbatoi che alimentano la rete idrica di Cosenza con mappatura, misure di pressione, di portata, perdite. Insieme allo studio Lotti di Roma abbiamo creato un modello matematico che simula come si comporta la rete e ne abbiamo capito le criticità. È un’infrastruttura vetusta fatta di ‘rattoppi’, in più orograficamente via Popilia a Nord è più bassa e questo fa sì che quando l’acqua dai serbatoi viene immessa in rete questa scivoli verso i quartieri più settentrionali. La zona centrale risente di questo problema perché dal punto di vista idraulico è sfavorita perché diventa solo di passaggio.

 

Dove abbiamo trovato delle perdite la Regione, insieme a Sorical e ai Comuni, è intervenuta con oltre 100 riparazioni che hanno consentito di recuperare 130 litri al secondo. Ad oggi siamo al 30% dei lavori realizzati concentrati soprattutto su via Popilia dove abbiamo trovato delle zone dopo il cavalcavia in cui le falle erano molto diffuse e le abbiamo risanate. Abbiamo risolto i problemi di Donnici e Borgo Partenope dove gli allacci erano caotici e l’acqua si disperdeva. In questo momento stiamo lavorando su 17 chilometri di rete da sostituire che costituiscono quasi il 10% di tutta la città. La dispersione idrica non è l’unica causa dei disagi, bisogna considerare – conclude l’ingegnere Iole – che le autoclavi senza un sistema automatico di blocco si riempiono nella notte e continuano a ricevere acqua che si scarica nella rete fognaria”. Un dato di fatto documentato dagli studi del professore di Costruzioni Idrauliche dell’Università della Calabria Giuseppe Frega che hanno rilevato come durante le ore notturne “in fogna si riversavano 300 litri al secondo di acqua pulita proveniente dalle autoclavi”.

 

LA SOLUZIONE ESISTE, MA NON VIENE APPLICATA

 

“Sorical ha individuato la medicina. È necessario però assumerla perché il malato possa stare bene”. Descrive con questa metafora l’assenza di acqua nei rubinetti dei cosentini l’ingegnere Giuseppe Viggiani che ieri pomeriggio ha presentato presso la sede di Confindustria Cosenza un interessante libro che tratta l’annoso problema. Il titolo del volume, pubblicato da Falco Editore, e di facile comprensione anche per i non addetti ai lavori, riporta un eloquente titolo: ‘La rete idrica di Cosenza. Origine, aggravamento e risoluzione di un problema storico’. “Il farmaco – chiarisce l’ingegnere Viggiani – sono le manovre che abbiamo suggerito l’anno scorso nel periodo di più grande siccità vissuto nell’area urbana negli ultimi venti anni. Operazioni idrauliche che vanno bene per tutte le condizioni di approvvigionamento sia nei casi di abbondanza sia nei casi di carenza d’acqua. Devono però essere eseguite con precisione, sistematicità e possibilmente comunicando con la Sorical visto che nel 2017 avevamo nel momento di massima crisi un’interlocuzione quotidiana di orari e portate che dovevano essere erogati dai serbatoi verso la rete cittadina ed ha funzionato come metodo. Il Comune ha gli strumenti per verificare se le manovre vengono compiute correttamente e Sorical è a disposizione per suggerire le migliori modalità per gestirle”.

 

“Le modalità di manovra introdotte e la separazione dal centro del distretto Est – ha affermato Viggiani durante l’incontro che ha visto la partecipazione del Governatore Mario Oliverio e l’assenza del Comune di Cosenza – hanno permesso a parità di volume disponibile, di prolungare l’erogazione fino a 15 ore. Il consistente incremento è attribuibile al recupero del volume che precedentemente veniva immesso in rete in orario tardo pomeridiano e notturno con serbatoi vuotati da molte ore. Il problema purtroppo dipende anche dalle autoclavi dei privati che le famiglie hanno dovuto istallare per far fronte alle esigenze primarie. Per evitare sprechi con gli sversamenti dell’acqua in eccesso nella rete fognaria bisognerebbe mettere dei galleggianti che funzionano bene e bloccano l’erogazione. Nel libro si capisce in maniera elementare questo processo, anche per fugare l’idea che ci siano specifiche gravi responsabilità attuali. Il problema nasce dal passato, origina dai decenni scorsi. Dovere di tutti gli attori di oggi risolverlo. Cosenza ha 20 serbatoi un numero sufficiente, la capacità soddisfa il numero di residenti, si tratta di farli funzionare correttamente per fare svolgere a queste opere la loro specifica funzione. Non basta che esistano le opere, ma bisogna usarle con professionalità”. Intanto continua l’iter per individuare il soggetto unico a cui affidare con la costituzione dell’Autorità Idrica della Calabria la gestione dell’intero ciclo dell’acqua. L’azienda favorita, ad ora, sembrerebbe essere Sorical che ha in carico attualmente il 90% delle risorse idriche calabresi. Il gestore unico si occuperà della captazione, dell’approvvigionamento, dell’adduzione e della distribuzione dell’acqua. I Comuni vigileranno.

In foto protesta di un cittadino, durante la siccità del 2017, a Mendicino
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