Si chiede al Comune di Cosenza di far chiarezza sul progetto di autorecupero lanciato un anno fa e finanziato con 350mila euro
COSENZA – «E’ passato esattamente un anno – ricorda in una nota il Comitato Piazza Piccola – dall’approvazione dell’amministrazione Occhiuto di interventi di autorecupero nel centro storico. Si parla di interventi strutturali, in particolare sullo storico palazzo Marini Serra e sul ex scuola elementare Don Milani. Un progetto definitivo che doveva portare a compimento il recupero del Marini Serra, tramite la pratica dell’autorecupero, attraverso un prestito contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per un importo di 350 mila euro e l’accesso al bando del Social Housing. Un intervento che avevamo apprezzato, in quanto promuoveva la pratica dell’autorecupero, che dimezza i costi, rende protagonisti i residenti nella ristrutturazione e crea una coscienza sulla difesa dei luoghi. Intervento che avrebbe portato alla risistemazione di questi immobili e avrebbe promosso la residenzialità sociale. Stiamo parlando di circa 6 alloggi che possono permettere a famiglie in difficoltà e da diversi anni in graduatoria di avere finalmente accesso ad una casa dignitosa, oltre ad assicurare il recupero del palazzo, del vicolo e che avrebbe portato una zona del centro storico a ripopolarsi ed abbracciare nuovi concittadini, nonché nuovi utenti per i negozi e nuovi vicini con cui prendersi cura del quartiere.
In questo lasso di tempo di un anno circa però, il palazzo è rimasto abbandonato e pieno di rifiuti e nemmeno l’ombra di un inizio dei lavori c’è stata. Chiediamo con forza al Sindaco di Cosenza, all’assessore al centro storico e a tutta la giunta comunale un chiarimento a tal riguardo. Chiediamo che l’intervento in questione venga promosso e realizzato, per la felicità di chi aspetta da anni una casa, vengano recuperati anche i “vasci” per uso civico e sociale ed il vicolo che presenta grandi fragilità ed un evidente abbandono. Chiediamo che venga recuperata l’edicola votiva e riaperta la chiesetta che fa parte del complesso, e che venga resa accessibile per il quartiere per uso religioso e non. Stiamo parlando di un bene pubblico che non può essere lasciato all’incuria e all’abbandono, sarebbe uno schiaffo in faccia alle tante persone che vivono grosse difficoltà. Aspettiamo una risposta da parte di palazzo dei Bruzi (che quasi sempre latita in tal senso), mantenendo sempre alta l’attenzione e non mollando di un centimetro».