Presidio di protesta oggi per difendere il diritto all’accoglienza e all’integrazione e dire no a norme definite “pericolose e razziste”
COSENZA – Trecento persone sul sagrato della chiesa di piazza Loreto per chiedere di ”restare umani”. Questa mattina a Cosenza, come in altre città d’Italia si è tenuta la protesta contro il decreto Salvini e la chiusura dei centri facente parte del Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati. “Siamo venuti per costruire, non per distruggere” si legge tra i cartelli che i migranti hanno mostrato durante il presidio. Secondo il coordinamento dei centri Sprar della provincia di Cosenza, “la chiusura degli Sprar mette in discussione il valore storico dell’accoglienza, abrogando la protezione umanitaria e sostituendola con un permesso temporaneo concesso solo per casi eccezionali”. “Assistiamo – ha sostenuto Ivan Papasso, rappresentante degli enti gestori del coordinamento provinciale dello Sprar – ad una nuova forma di neo fascismo ed all’introduzione di politiche antimigratorie che ledono precise norme costituzionali. Il sistema Sprar è l’unico sistema pubblico che, pur con i suoi limiti, garantisce una reale integrazione”. Un’accoglienza dalla quale verrà escluso l’istituto della protezione umanitaria che prevede ospitalità solo per pochi in grandi centri che ad oggi, come nel caso di Isola Capo Rizzuto, si sono rivelati solo focolai di corruzione e razzismo. La maggior parte dei costi dell’accoglienza con il decreto Salvini verrebbero inoltre scaricati sui territori creando disagi e tensione sociale.
I MIGRANTI PRENDONO PAROLA: “ANCHE NOI ABBIAMO PAURA”
Ai microfoni tra le bandiere e gli striscioni antirazzisti i migranti hanno preso la parola. “Per noi – ha affermato un ragazzo del Togo – e’ un periodo di violenze assurde: dai bimbi stranieri di Lodi che non possono mangiare a mensa a italiani come nel caso di Macerata che sparano ai migranti perché hanno la pelle scura o perché sta prendendo da una discarica un pezzo di lamiera per fare una baracca come successo a San Ferdinando”. “Salvini dice che gli italiani hanno paura, ma anche noi abbiamo paura”. Esordisce così un migrante spiegando come le aggressioni razziste, le cooperative che speculano sull’immigrazione e le vessazioni della mafia sono il vero problema della sicurezza. “Scappiamo da guerre, violenze, torture di ogni genere – continua il giovane del Mali – siamo venuti qui per cercare sicurezza, sappiamo cosa significa questo termine. Siamo qua perché cerchiamo pace, libertà e uguaglianza. Anche noi vorremmo mandare i figli a scuola tranquilli che non succeda loro nulla. Non siamo venuti qui per dormire in albergo, ma per costruire il futuro dell’Italia”. “Mantenere lo Sprar – ha detto Talip Heval, rappresentante della comunità curda – serve perché altrimenti si abbandonano i migranti che hanno diritto all’accoglienza e la protezione. Non si può sopprimere un sistema basato sull’integrazione reale che consente a chi arriva in Italia di essere accolto ed avere i documenti per poter iniziare a lavorare”.
IL PARERE DELLA COSTITUZIONALISTA
A spiegare i retroscena del decreto Salvini è stata questa mattina a Cosenza Donatella Loprieno costituzionalista docente di Diritto dei Migranti presso l’Università della Calabria. “Il decreto Salvini – ha affermato nel corso del suo intervento – vuole farci credere che immigrazione e sicurezza sono legati, ma non è così. Si clandestinizzano i migranti, reintroducendo la possibilità di perdere la cittadinanza per motivi politici. Un diritto sancito dalla Costituzione scritta dopo un ventennio di persecuzione fascista. La cancellazione del Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati, così come intesa dal decreto Salvini, fa venir meno il diritto d’asilo che questi presidi garantivano e che è previsto all’articolo 10 della nostra Costituzione che recita: ‘lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici’. Sta venendo meno il principio di protezione e accoglienza tacciando le commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale di peccare di ‘umanità’ quando è noto come queste siano le più rigide e restrittive rispetto al resto d’Europa. Il permesso umanitario per chi viene da calamità naturali, carestie, torture è annullato e non possiamo accettarlo, – conclude dobbiamo opporci contro quest’attacco alle persone più vulnerabili e indifese”.
LA VOCE DELLO SPRAR PER MINORI DI ACQUAFORMOSA
“Siamo aperti da marzo 2016, – spiega Antonella Adilardi che gestisce lo SPRAR minori di Acquaformosa – con una capienza posti di 12 minori. Siamo qui per manifestare contro questa legge del ministro Salvini perché lede i diritti dei ragazzi minorenni nonostante alcune parti siano a favore. Stiamo incontrando sin da adesso difficoltà con minori che hanno già acquisito la protezione umanitaria ad agosto ed in Questura ora non gli rilasciano il permesso di soggiorno perché Salvini l’ha cancellata. E come è noto non avendo il permesso di soggiorno, di conseguenza sono degli irregolari, nonostante siano appena adolescenti. Ovviamente ciò comporta che non hanno diritto all’istruzione, alla salute: non hanno diritto a nulla. All’interno del nostro SPRAR abbiamo laboratori di italiano e di altre attività, ma una volta che compiranno 18 anni, questi ragazzi cosa faranno?”.