Cosenza riceve oggi la preziosa scultura della Grande Maternità

L’evento sarà accompagnato da un concerto per rendere omaggio alla nota artista ormai scomparsa cui opera è stata donata alla città dal mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona

 

 

COSENZA  – Il patrimonio della Galleria Nazionale di Cosenza di Palazzo Arnone si arricchisce della scultura Grande Maternità di Antonietta Raphaël, l’artista nata a Vilnius nel 1895. L’opera giunge nelle collezioni del museo per volontà del donante, Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, con decisione condivisa da Giulia Mafai, figlia dell’artista. A conclusione di un delicato intervento di restauro sarà esposta da sabato 20 ottobre 2018 alle 18.00 accanto alle sculture di Giorgio de Chirico, Emilio Greco, Pietro Consagra, Mimmo Rotella completando, nella sala dedicata, il nucleo donato dalla Famiglia Bilotti. Grazie alla collaborazione con il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”, un concerto renderà omaggio alla passione per la musica che Antonietta Raphaël coltivò negli anni della giovanile formazione a Londra, presso la Royal Academy of Music. Paolo Presta, fisarmonica, e Federica Greco, voce e tamburi a cornice, proporranno un viaggio nelle melodie della musica tradizionale ebraica, evocando le più intime radici familiari e poetiche dell’artista. Per l’occasione la Galleria Nazionale di Cosenza prolungherà in via straordinaria l’apertura degli spazi espositivi fino alle 21.00.

 

Si consolida così il “museo diffuso” Cosenza-Rende con una nuova donazione della famiglia Bilotti. Un nucleo di sculture dei grandi artisti del Novecento alla Galleria Nazionale che oggi ne inaugura una sala. Spazi istituzionali e luoghi urbani che vengono collegati attraverso l’arte in un articolato percorso che consente di conoscere e di vivere grandi eccellenze, alcune di matrice calabrese: collegamenti tra la nuova sala di Palazzo Arnone ed il Museo all’Aperto. Boccioni alla Galleria di Cosenza e la sala futurista al Museo del Presente di Rende così come per Rotella ha anche uno spazio personale al Presente. Collegamenti che raccontano e valorizzano quelli che stanno divenendo gli aspetti caratteristici e distintivi, due città di cultura. Un progetto diffuso che enuclea e armonizza le diverse risorse culturali del sistema locale, che divengono tappe e momenti diversi ma coerenti di una comune temperie culturale.

 

Un nuovo tassello, questa volta a Palazzo Arnone, con opere scultoree di Pietro Consagra, Mimmo Rotella, Emilio Greco, Antonietta Raphael Mafai, Giorgio de Chirico. Un’esposizione con i caratteri didattici e tradizionali collegato al Museo all’Aperto, dove tra le tante sculture monumentali vi sono anche opere di stessi artisti noti per il vigore e l’innovazione della ricerca espressiva, spaziale, concettuale e materica. Una concezione fuori dai criteri dello “spazio chiuso” museale, in una innovativa interazione quotidiana tra cittadini, arte e spazio lungo il corso pedonale. Un rapporto tra cultura e ambiente, arte e paesaggio urbano e le architetture in una fusione concettuale tra espressioni figurative, metafisiche, surreali, iconiche, astratte che aprono ad una nuova dimensione sociale.

 

 

OPERE NOTE A LIVELLO INTERNAZIONALE

 

Le opere della istituenda sala sono di protagonisti nei più importanti musei del mondo: Consagra (una sua opera anche davanti al Parlamento europeo) un linguaggio concettuale a confronto con l’architettura in un incisivo dibattito interdisciplinare, le opere donate sono due: la scultura frontale “Solida n° 11” del ’71 e la bifrontale “Onice” del ’74; di Emilio Greco, il grande scultore iconico, “Chiara” del ’59, bronzo monumentale di circa 2 metri e la “Bagnante Teofora” del 1969; Giorgio de Chirico, il grande metafisico, che rappresentò ciò che esiste oltre le apparenze sensibili della realtà empirica, qui è presente un’opera rievocativa del classicismo un “cavallo e cavaliere con berretto frigio” terracotta del 1939; Antonietta Raphael Mafai un gesso patinato “grande maternità” del 1964 che esprime l’angoscia espressiva del linguaggio plastico della maternità trasformata in dramma, affanno, sotto le minacce della guerra e della persecuzione razziale nell’atto di proteggere il figlio; infine il nostro Rotella, catanzarese, che il mondo gli tributa mostre monumentali, la prossima “Manifesto” a cura di Germano Gelant il 29 ottobre alla Galleria Nazionale di Roma che segue quella di Palazzo Reale a Milano. Un grande artista catanzarese poliedrico che indaga il linguaggio espressivo dal Neuveau Realisme alla Pop Art. A palazzo Arnone una conchiglia in ottone e bronzo del ’71 denominata “gigantea”. Una intera sala è stata costituita dai Bilotti nel Museo del presente di Rende che consente di conoscere la panoramica del lavoro del nostro grande corregionale con con lavori riferiti alle prime sperimentazioni sul manifesto lacerato degli anni ’60, studio del materico quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto.

 

 

La nuova sala di sculture novecentesche è limitrofa a quella futurista dedicata ad Umberto Boccioni, reggino di nascita, allestita con il prezioso corpus di 65 disegni qui portati da Carlo Bilotti nel 1996 acquistati dagli eredi Winston Malbin, che li avrebbero dispersi in asta da Sotheby’s. La sala è completata dalla scultura in bronzo denominata “Forme uniche nella continuità dello spazio”, simbolo del movimento energetico per sintesi e fluidità, rappresentata sui 20 centesimi e donata alla Galleria Nazionale da Roberto Bilotti. Un altro collegamento che unisce artisticamente il nostro territorio, sempre al Museo del Presente, una grande sala espone una raccolta, un repertorio, di opere pittoriche e scultoree di tutti i futuristi calabresi che avevano raggunto notorietà internazionale (Marasco, Benedetto, Yaria; Berardelli, Pigato, Altomonte, Savelli, Versace, Tedeschi, Repaci e i post futuristi Lo Celso e Passalacqua). Un mecenatismo intellettuale finalizzato alla messa in rete di luoghi urbani collegati culturalmente che creano un grande percorso ed interagiscono attraverso l’arte sul nostro territorio. Un’occasione di riappropriarci delle eccellenze regionali, promuovendo la conoscenza identitaria e lo sviluppo culturale e turistico in sinergia tra pubblico e privato, tra Cosenza e Rende, in un grande museo diffuso. Ancora Casa delle Culture a Cosenza, il Museo di Arte contemporanea nel castello di Rende e quello limitrofo delle ceramiche di Calabria costituiscono una rete culturale fondata su una logica di aggregazione un patrimonio come fattore di sviluppo da “mettere a valore” per il sociale e l’economia turistica che trova forma nella collaborazione armonica e virtuosa tra ambito pubblico e privato.

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