«È passato poco più di un mese dall’avvenimento che lo scorso 22 Agosto ha scosso le coscienze di tantissime persone, con risonanza a livello nazionale, per l’efferatezza del gesto che ha interessato un giovane di soli 23 anni di Cosenza, Francesco Augieri, intervenuto per difendere un amico barbaramente attaccato per futili motivi da una baby gang, armata di coltelli e predisposta a mettere in atto azioni di inaudita ferocia»
COSENZA – A scrivere è lo zio di Francesco che grida al muro di omertà che avvolge la morte del nipote. «Tra le cose che mi hanno più impressionato nel corso di questo primo mese, a parte naturalmente il fatto di cronaca nera in sè, è stato il muro di omertà che si è sollevato all’indomani dell’assassinio del 22 Agosto.
Come è facilmente immaginabile, tutto ciò si traduce in un vantaggio a favore di quanti si sono macchiati del crudele omicidio ed ostacola il passo a quanti sono, invece, impegnati nell’opera di fare luce nei fatti avvenuti in quella tragica notte di sangue, dando un volto agli autori materiali della spietata esecuzione, nel tentativo di dare giustizia alla giovane vittima, immolatasi per difendere un amico.
Credo che, sia i villeggianti presenti sul posto (in gran parte di origine campana) e sia soprattutto la popolazione di Diamante, debbano dare oggi un significato più concreto all’attestazione di solidarietà e vicinanza manifestata alla famiglia della vittima con la fiaccolata del 25 Agosto scorso (la fiaccola è appunto simbolo di luce e di verità), rompendo così il muro del silenzio e di omertà mediante la collaborazione con i Carabinieri e la Procura di Paola.
Al contrario, continuare a tenere nascosta la verità e non dare il proprio contributo alla sua ricerca (inviando al sottoscritto anche in forma anonima, video, foto o indicazioni utili per risalire agli assassini) significa diventare complici di quella parte della società che disprezza e calpesta il diritto alla vita di ogni persona, che può essere nostro figlio, fratello o amico.
In effetti è veramente inquietante (e ciò deve far molto riflettere) il dover ammettere che chiunque poteva trovarsi in quella tragica notte di sangue al posto di Francesco, accerchiato da un branco di feroci assassini e senza possibilità di uscirne vivo.
Sono nella condizione di poter collaborare nella ricerca della verità tutti coloro che si sono trovati ad assistere allo svolgimento di quella tragica esecuzione.
Per fare ciò non si dovrà attendere altro tempo, visto che gli organi di informazione ieri hanno diffuso la notizia della richiesta di scarcerazione fatta al Tribunale della Libertà di Catanzaro dai due legali di Francesco Schiattarelli, il diciannovenne napoletano, individuato dalla Procura di Paola come uno degli autori del feroce assassinio di Francesco Augieri.
In aggiunta a quanto sopra argomentato, ritengo che ci sia un’ulteriore importante motivazione per contribuire alla ricerca della verità (ripeto, anche in forma anonima al sottoscritto , attraverso FB, Messenger, e-mail) che è quella di onorare un giovane deceduto prematuramente a soli 23 anni, che ha offerto generosamente la propria vita per difendere un suo amico violentemente attaccato da un branco di feroci malviventi. È superfluo sottolineare che ciò servirà ad evitare che il silenzio e l’omertà della società civile uccidano Francesco per la seconda volta.
Da zio affranto dal dolore chiedo, infine, a tutti coloro che vogliono GIUSTIZIA PER FRANCESCO di condividere in rete questo appello.