COSENZA -Cooperative sociali. Una delle principali voci di spesa del bilancio del Comune di Cosenza, seconde soltanto alle spese per il pagamento del personale e per la raccolta e smaltimento dei rifiuti. Danno lavoro a oltre quattrocento persone che eseguono lavori di piccola manutenzione, pulizia degli uffici,
taglio erba, etc. Sono state costituite durante l’indimenticabile decennio in cui alla guida del Comune di Cosenza c’era il compianto Cosenza Giacomo Mancini. Il vecchio leone socialista approfittò di una legge dello Stato e offrì a tanti ragazzi della città che avevano conti aperti con la giustizia l’opportunità di evitare il carcere e di riscattarsi grazie a un lavoro utile a tutta la comunità. Con il passare degli anni, però, la situazione è andata degenerando. Le cooperative sociali del Comune di Cosenza – con le dovute eccezioni, naturalmente – si sono trasformate in qualcosa di diverso. In qualche caso addirittura tradendo lo scopo per il quale erano state pensate. E’ su questa zona d’ombra che sta cercando di fare luce la magistratura cosentina. Così come la Dda di Catanzaro e la squadra mobile bruzia, anche l’ufficio diretto dal procuratore generale Dario Granieri ha aperto un fascicolo sulle cooperative sociali di Palazzo dei bruzi.