Cosenza, ex Jolly hotel: M5S «Venga rispettata la legge»

I pentastellati spiegano cosa Occhiuto vorrebbe costruire al posto dell’ex Hotel Jolly: la ricostruzione di un edificio museale del quale sono ancora da discutere e concordare, con il MiBAC e gli altri Enti preposti, le forme e i contenuti

 

COSENZA – «Un Sindaco dalla parola facile, senza dubbio, l’arch. Mario Occhiuto. Peccato che le esternazioni (ora trionfalistiche ora vittimistiche) del primo cittadino di Cosenza non siano né precedute né mai seguite da fatti. Ci riferiamo ai progetti che coinvolgono il centro storico, e in particolare alla “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico”». A dichiararlo in una nota i portavoce M5S al Parlamento Italiano ed Europeo Margherita Corrado, Laura Ferrara, Nicola Morra, Anna Laura Orrico

«Premesso che in nessun comunicato, nota o intervista abbiamo sostenuto di voler preservare l’edifico dell’ex Jolly Hotel perché lo consideriamo un pregevole manufatto, rivendichiamo e ribadiamo qui quella che è stata fin dall’inizio la nostra richiesta: che vengano rispettate le leggi! Le opere pubbliche, infatti, e in special modo le Grandi Opere, non possono essere realizzate prima di avere ottenuto le necessarie autorizzazioni, e sembra pacifico, ormai, che nessuna delle Grandi Opere previste nel prossimo futuro nella città storica e nelle sue adiacenze possieda, oggi, queste autorizzazioni, demolizione dell’ex Jolly e ricostruzione del Museo di Alarico comprese.

Prima di abbattere l’ecomostro esistente, vogliamo sapere con precisione COSA l’Amministrazione Comunale ha intenzione di costruire al suo posto, sotto quali forme e per quale scopo, atteso che il luogo, trovandosi ai piedi della Cosenza antica, non meriterebbe un altro edificio fuori scala, fuori contesto e con decorazioni e simboli non confacenti alla città e alla sua storia. La COERENZA DEGLI INTERVENTI che coinvolgono l’immobile in questione e le sponde fluviali adiacenti, nonché la SOSTENIBILITA’ PAESAGGISTICA delle opere nuove e/o rinnovate, sono la nostra priorità, e in tal senso condividiamo la posizione ministeriale. Interpretando il pensiero del MiBAC, per come espresso dal Soprintendente il 12 luglio u.s. e ribadito a distanza di un mese, il 10 agosto, dal Direttore Generale in persona (nel documento che si allega), non possiamo infatti che sostenere le ragioni dell’amministrazione statale, fortunatamente poco sensibile alle ‘sirene’ dell’arch. Occhiuto.

Nella nota di luglio già si leggeva che: le fasi della demolizione e quelle della ricostruzione [dell’ex Jolly Hotel] non possono essere scisse in quanto costituiscono un tutt’uno propedeutico a qualsiasi scelta progettuale e sono da valutare unitamente alle opere che interessano l’ambito fluviale, per le quali sarebbe, inoltre, auspicabile assicurare un carattere di organicità, nel quadro di insieme dei vari interventi già previsti in detto ambito di particolare sensibilità paesaggistica”. Nella nota di agosto, la Direzione Generale prende atto e conferma l’opportunità di negare l’autorizzazione degli interventi “di sistemazione delle sponde fluviali”. Invita quindi il Segretariato Regionale ad attivare immediatamente il tavolo tecnico con Soprintendenza, Provincia e Comune richiesto fin dal 12 luglio, al quale dovranno partecipare anche un rappresentante della stessa Direzione (Sevizio 5) e uno della Direzione Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane. Soprattutto, detta il crono-programma del tavolo, declinandone così gli obiettivi.

Precisa, infatti, che la sua attività “in questa fase, e PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI, dovrà essere dedicata ESLUSIVAMENTE al raggiungimento della prescritta e richiamata “concorde riflessione” sugli aspetti di dettaglio del proposto progetto del Museo di Alarico, con particolare riguardo ai suoi valori simbolici ed estetici”. “SOLTANTO SUCCESSIVAMENTE”, prosegue, “sarà possibile destinare l’attività del su richiamato tavolo tecnico alla valutazione dei vari interventi di sistemazione delle sponde fluviali per le quali si auspica di raggiungere un maggiore carattere di organicità, mediante la elaborazione di un UNICO PROGETTO DA SOTTOPORRE A NUOVA PROCEDURA AUTORIZZATIVA”. Concordiamo con il Ministero nel non volere che i lavori avvengano in due tempi: un primo tempo per una frettolosissima demolizione che condurrebbe, inevitabilmente, ad un secondo tempo, con l’ex Hotel in pezzi, nel quale il Sindaco invocherebbe in maniera ricattatoria la ricostruzione, solo da lui scelta, di un edificio museale del quale sono ancora da discutere e concordare, con il MiBAC e gli altri Enti preposti, le forme e i contenuti.

Non possiamo, in fine, che esprimere solidarietà ai funzionari della Soprintendenza ABAP e ai dirigenti del Ministero presi di mira dal Sindaco sui media (cfr. quicosenza.it del 12 agosto u.s.) con insinuazioni gravissime, come ha fatto rilevare anche la CONFSAL-UNSA. I primi, definiti dal Sindaco “in mala fede”, sono persino accusati, per sentito dire, di taglieggiare le ditte, e dunque di “probabile corruzione”. All’arch. De Paola, in specie, si rimprovera che “ci ha bloccati impedendoci di completare le opere”, perché “probabilmente manovrato dai nostri avversari”. Ai secondi, nella persona dell’arch. Banchini, che a Roma guida il Servizio 5 della Direzione Generale ABAP, si imputano “indebite pressioni” telefoniche. Che pensare e che dire, invece, di un Sindaco che, mentre lancia quelle accuse infamanti all’Amministrazione dei Beni Culturali, con il cipiglio del bambino viziato, abituato a disprezzare le regole e averla sempre vinta, continua a darsi ragione senza tuttavia mostrare ai cittadini una sola delle autorizzazioni di cui gli si contesta la non-esistenza?!

Nella bottiglia in cui l’arch. Occhiuto si è incautamente infilato comincia a mancare l’aria ed egli nervosamente si lancia ora contro una parete ora contro l’altra, con disperato autolesionismo, nell’inutile tentativo di rompere il vetro. Né si fa scrupolo a tentare di suscitare, a forza di proclami, quell’insurrezione popolare che forse spera gli consentirà di uscire indenne dal vicolo cieco in cui il suo egocentrismo ha cacciato la giunta cosentina, e di continuare a baloccarsi con il suo ‘giocattolo’ preferito».

 

 

 

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