VIDEO – L’arresto di Abbruzzese: nascosto in una villetta a Cassano Ionio

Il blitz è scattato intorno alle 5.30 questa mattina. Abbruzzese è stato trovato in una villetta di Cassano con molto denaro contante e un documento falso. Avrebbe trascorso 4 anni in Germania prima di tornare in Calabria

 

COSENZA – E’ terminata all’alba la latitanza di Luigi Abbruzzese, 29 anni figlio di Francesco Abbruzzese, 48 anni, alias Dentuzzu, ritenuto il fondatore dell’omonimo clan degli zingari, e attualmente detenuto in regime di 41bis per una condanna definitiva all’ergastolo, per alcuni omicidi.

A seguito del provvedimento “Gentleman“, Luigi Abbruzzese era stato condannato in primo e secondo grado perchè ritenuto a capo di un’associazione dedita al narcotraffico. Abbruzzese infatti, aveva preso in mano le redini del sodalizio fondato dal padre, ed era considerato il reggente del clan.

Condannato a vent’anni di carcere in primo grado con rito abbreviato è dunque ritenuto a capo di un’associazione mafiosa dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Importava con la sua organizzazione cocaina dalla Colombia, eroina dall’Afghanistan e marijuana dall’Albania.

E’ destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 10 marzo del 2016 dal Gip del tribunale di Catanzaro nei confronti di un sodalizio criminale dedito anche al traffico di droga internazionale. E proprio da qui è partita la latitanza di Abbruzzese che avrebbe trascorso 4 anni in Germania. Il 24 giugno del 2016 il provvedimento di cattura è stato esteso anche in campo internazionale e il 29enne è stato inserito nell’elenco dei latitanti di ‘ndrangheta più pericolosi. Il suo ritorno però non è sfuggito agli uomini della Polizia di Stato che stamattina hanno attuato il blitz per la sua cattura.

VIDEO – IL BLITZ E LA CATTURA

Oggi infatti, a seguito di incessanti attività info investigative, alle 5.40 circa il personale delle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e del servizio operativo della Polizia di Stato lo ha scovato in una villetta a Cassano allo Ionio che era nella sua disponibilità, e di proprietà di alcuni familiari del latitante.

Catturato all’interno del fortino del clan degli zingari, all’interno dell’abitazione che lui utilizzava, sono state rinvenute due pistole con relativo munizionamento, nonchè un’ingente somma di denaro contante, utile al latitante. E’ stato anche trovato un documento d’identità falso che, con ogni probabilità Abbruzzese, avrebbe utilizzato per rifugiarsi nuovamente in Germania, dove risulta abbia trascorso gran parte della latitanza durata circa 4 anni. Sono al vaglio degli inquirenti le posizioni dei favoreggiatori.

Gratteri: “Abruzzese aveva lo spessore criminale per essere un capo”

Il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha spiegato che Luigi Abbruzzese, ritenuto erede del locale di ‘ndrangheta degli zingari della Sibaritide “avrebbe girato un pò il mondo prima di tornare a Cassano, vista la sua attività di spaccio internazionale di stupefacenti. Durante la latitanza ha girato l’Europa, il Sud, Nord e Centro America ed ora si trovava nel suo territorio e finalmente siamo riusciti, grazie alle indagini della Squadra Mobile di Cosenza e di Catanzaro e dello Sco centrale a bloccarlo, visto che si muoveva in modo molto veloce, in quanto aveva una grande organizzazione al seguito in giro per il mondo. E questa indagine è stata più faticosa del solito – spiega Gratteri – c’è stato un gran gruppo di lavoro con i colleghi Luberto, Sirleo, Assumma e la collega Tramonti e tutti i poliziotti per catturare un latitante che era il “predestinato”, era il futuro erede del locale di ‘ndrangheta della Sibaritide”.

“Per noi è stato un sospiro di sollievo – spiega ancora il Procuratore di Catanzaro – perchè sostanzialmente i vertici della cosca, erano stati già condannati all’ergastolo e lui era il giovane erede, e malgrado l’età giovane aveva lo spessore criminale per essere un capo, tenere tutti a bada per dominare quel territorio”.

“Ora speriamo – ha concluso Gratteri – che la gente della Sibaritide soprattutto i commercianti si avvicinino a noi e vengano a denunciare. E’ il momento giusto per togliersi di dosso questa cappa che è la ndrangheta”.

Luberto: “plaudo l’attività dei poliziotti”

“La prima raffineria trovata in Calabria, forse in Italia, negli anni ’80 – ha detto il procuratore aggiunto della Dda catanzarese Vincenzo Luberto – si trova a Terranova da Sibari, fatto che dimostra quanto sia difficile e complicato questo territorio. I primi legami con i narcotrafficanti albanesi si devono proprio alla Sibaritide, da lì hanno importato marijuana su tutto il territorio nazionale. La Sibaritide è un territorio molto vasto e complicato da controllare, ecco perché plaudo l’attività dei poliziotti. Si tratta di un risultato lusinghiero della Squadra mobile, perché non era semplice individuarlo, considerato che Abbruzzese fino a un mese fa era in Germania, è rientrato non molto tempo fa, evidentemente confidava nel fatto di non essere guardato a vista così come in realtà è stato”.

Catalano: “l’arresto dà un grande respiro al territorio”

Il capo della Squadra mobile di Cosenza, Fabio Catalano ha spiegato che le indagini non si sono avvalse di nessuna forma di apporto confidenziale e che si è trattato di un’indagine del tutto tradizionale: “Riteniamo che la cattura di Luigi Abbruzzese, figlio di Francesco, detto “Dentuzzo”, dia un grande respiro al territorio – ha detto Catalano – perche’ si tratta di un giovane emergente, spietato, che e’ assurto al rango di ‘ndranghetista di livello, intessendo relazioni con organizzazioni criminali di tutta Italia”.

“Abbiamo ristretto al cerchia ad un gruppo di favoreggiatori, tra amici e parenti – ha detto Catalano – arrivando ad individuare una zona nei pressi del campo sportivo di Cassano, effettuando poi un blitz che ha visto impegnati una quarantina di agenti, cinturando la zona ed individuando una serie di appartamenti sospetti, trovando poi in uno il latitante, che si e’ arreso subito”. “Aveva una calibro 9 con matricola estera e un revolver rubato a Cassano, due documenti contraffatti – ha detto ancora Catalano – e con lui c’era la compagna e i proprietari dell’abitazione, zii della donna”.

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