La storia si ripete, Ecologia Oggi pagherà quando lo farà il Comune, ma i dipendenti sono stanchi e comunicano lo stato di agitazione
COSENZA – «Ogni mese arriva il problema, siamo stanchi davvero». Parlano i lavoratori, quelli con le famose tute di colore giallo che mantengono pulita la città (e la puliscono davvero) e fanno vincere tanti bei premi arrivando tra le prime città in Italia sulla raccolta differenziata. Ma stavolta non ci stanno più a dover essere l’agnello sacrificale nel collezionare stipendi. Giustamente, se lavorano vogliono essere pagati. Ma oggi (come anche il mese scorso), per l’ennesima volta l‘azienda ha comunicato che pagherà a fine mese quando il comune di Cosenza effettuerà il bonifico della fattura di pagamento. «Nonostante siamo stati in prefettura e il funzionario Turco ha riunito il comune di Cosenza e l’azienda riusciendo a definire il problema con un accordo di pagamento per i dipendenti – da parte della società lametina – al di là dell’accredito del comune, oggi si ripresenta “il solito” problema come del resto si era verificato anche nel mese di marzo a ridosso della fiera di San Giuseppe».
Parlano le tute gialle, i rappresentanti Rsu, parlano tutti, perchè tutti devono portare “il pane a casa”. Ed è stato proprio “San Giuseppe” a salvare i dipendenti di Ecologia Oggi con lo stipendio di marzo (ovvero febbraio da versare entro il 10, massimo 15 marzo, ndc). Quest’ultimi hanno avvisato in azienda che avrebbero iniziato le assemblee sindacali come per legge e che di conseguenza il lavoro di pulizia delle strade a fine fiera non sarebbe stato effettuato nei tempi previsti. Un “errore” che l’azienda vincitrice di appalto non poteva permettersi e i soldi per i pagamenti sono miracolosamente usciti fuori. Questo era marzo. Adesso siamo ad aprile e le Rsu sono stanchi di sentire di nuovo lo stesso disco. «L’azienda comunica”il Comune paga per fine mese, noi pagheremo per fine mese” – raccontano le tute gialle -. Noi non possiamo stare più a questo gioco. Siamo stati alla prefettura, siano stati al Comune che ha richiamato l’azienda per iscritto, chiarendo che il contratto scinde da quello che sono gli impegni contrattuali con i dipendenti secondo la normativa nazionale. Siamo stanchi.
Ogni mese sempre la stessa storia. Noi non possiamo aspettare che il Comune paghi l’azienda giorno trenta. Significa che ci pagheremo quando? L’azienda con la prefettura si era impegnata a pagare massimo entro il 17 di ogni mese, però oggi ci comunicano che pagano giorno trenta appena il comune effettuerà l’accredito. Ma a noi che il Comune paga giorno trenta non ci interessa. Noi non lavoriamo con il Comune. E poi gli accordi presi con la Prefettura, sia con gli Rsu delle tute gialle che con il Comune, erano diversi da quelli che adesso l’azienda sta mettendo in atto. Noi preannunciamo oggi lo stato di agitazione. Ci sarà un’assemblea giovedì mattina e se non sapremo quando verremo pagati saremo nuovamente davanti alla prefettura, anche se può dare fastidio al funzionario Turco, ma noi purtroppo dobbiamo andare ancora davanti la prefettura. Se questa fattura il Comune la paga il 10, il 15 o il 20 noi non lo sappiamo, però il Comune ha specificato all’azienda che il pagamento dei nostri stipendi non deve essere legato al pagamento della fattura di appalto. La stessa cosa aveva chiesto la prefettura onde evitare qualsiasi tipo di manifestazione dei dipendenti».
Anche assessore e consigliere sono stati avvisati, anche il sindaco deve sapere cosa sta succedendo
Nel pomeriggio sono scattate le comunicazioni sindacali e telefonate e messaggi per allertare chi di dovere che la pulizia inizierà a subire qualche disagio. E’ stato contattato telefonicamente un consigliere comunale per riferire al sindaco ed è stato inviato un mezzaggio all’assessore Vizza. questo perchè alla luce degli accordi presi nessuno possa dire che non sapeva.«Tutti devono essere al corrente che noi stiamo difendendo un nostro diritto perchè lavoriamo tutti i giorni». «Non sappiamo la motivazione del perchè ogni mese si ripresenta lo stesso problema da parte dell’azienda – continuano le tute gialle -, quando ogni fase era stata già ben definita. Arrivati a questo punto ci domandiamo se questo sia “un giochetto” dell’azienda per costringere il Comune a pagare. Ma in queste cose non vogliamo entrarci. Noi garantiamo ogni giorno i servizi. Siamo stanchi; non possiamo arrivare a due mesi di stipendio e percepirne uno. E’ mortificante ripetere sempre che abbiamo problemi di pagamenti, luce, bollette, affitti. Campiamo con questo stipendio: paga luce, bollette e fitto e abbiamo finito i soldi. Il mese scorso ci siamo pagati verso il diciannove (ad inizio fiera dopo avere avvertito il Comune e l’azienda che non sarebbero stati effettuati i servizi di pulizia nel tempo stabilito, ndc). E può succedere, ma non il trenta; perchè con lo stipendio di marzo non ci posso andare tre mesi, con 1200 euro che percepiamo. Ad aprile abbiamo già il fitto arretrato – spiegano i lavoratori-. Se l’azienda paga a maggio ci troveremo due fitti da pagare in una sola volta e poi? Con cosa campiamo un mese? Come diamo da mangiare ai figli? Ele altre bollette da pagare? Continuiamo ad accumulare? E le finanziarie? Come lo spiegiamo che lavoriamo correttamente ogni giorno ma lo stipendio arriva ogni due mesi? Come arriviamo dinuovo al 30 maggio per avere lo stipendio di aprile? Non ce la facciamo più. Non riusciamo ad avere un contatto, un dialogo. E’ giunto il momento di fare capire che siamo esseri umani con una dignità da difendere»