I soldi della sanità privata calabrese e ciò che gli ospedali pubblici non riescono a garantire (I DATI)

Il business della sanità privata nel mirino del commissario Scura, gli imprenditori minacciano 400 licenziamenti. I Greco finanziati con 18 milioni di euro

 

COSENZA – Sanità privata sul piede di guerra. Ambulatori e cliniche in protesta contro i tagli disposti dal commissario ad acta per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario Massimo Scura con i decreti 70 e 72. Il business della sanità privata in Calabria nel 2018 sarà finanziato con 257 milioni di euro. Denaro usato per sopperire alle carenze delle strutture pubbliche. Per ottimizzare la spesa e ridurre la migrazione sanitaria il commissario Scura ha inteso spostare una fetta di investimenti, circa 11 milioni di euro, dagli ambulatori alle cliniche. Una scelta volta a potenziare l’acquisto di prestazioni ad alta complessità per acuti e post acuti, ridurre la migrazione sanitaria e indurre i cittadini a rivolgersi agli ospedali pubblici per servizi a bassa complessità. Ciò ha scatenato le ire degli imprenditori che operano nella sanità privata che minacciano almeno 400 licenziamenti. “Un ricatto fine a sé stesso, – tuona Scura – visto che non possono ridurre il personale perché altrimenti perdono l’accreditamento”. Per le case di cura private saranno spesi 197 milioni di euro, per gli ambulatori 63 milioni.

 

“Soldi che non bastano a coprire le prestazioni che eroghiamo – spiega il presidente dell’Associazione strutture ambulatoriali private accreditate Calabria Francesco Bilotta titolare del noto ambulatorio di Cosenza – se tutto sarà confermato significa che già a fine giugno non potremo più offrire servizi convenzionati, ma dobbiamo venderli al paziente solo dietro pagamento. La media nazionale prevede 16 prestazioni annue per abitante, in Calabria il commissario ne ha finanziato (sulla carta) 12 per abitante. In realtà dai nostri dati la richiesta è di nove prestazioni che con il denaro stanziato non riusciremo mai a coprire. In più è la stessa Asp di Cosenza a dire che le strutture pubbliche non riescono a soddisfare le domande dei pazienti sollecitando l’intervento dei privati”. Nei due decreti però viene specificato che “le strutture sono tenute all’erogazione delle prestazioni agli aventi diritto, modulando la produzione per soddisfare il fabbisogno assistenziale della popolazione in modo omogeneo per tutto I’anno”.

 

TAGLI E FINANZIAMENTI

 

Nella programmazione dei servizi che la Regione Calabria intende acquistare nel triennio 2016 – 2018 il commissario Scura, come previsto dalla legge, ha inteso apporre alcune modifiche. Nel mirino dei due decreti (n. 70  e n. 73) vi sono le prestazioni che il Servizio Sanitario Regionale acquista dalle strutture private (ospedaliere, ambulatoriali e di assistenza). Cliniche e ambulatori ridurranno i propri introiti, mentre saranno (si spera) potenziati i servizi offerti dalle strutture pubbliche. Ad imporlo è la Legge di stabilità del 2016 (L. n. 208 del 28 dicembre 2015) che richiede la riduzione della spesa dell’1%. Si è così passati dai 263 milioni di euro di finanziamenti alle strutture private del 2011 ad un massimo spendibile di 258 milioni di euro nel 2018. Finanziamenti che dovranno comprendere anche le prestazioni erogate a residenti fuori regione e a cittadini stranieri. A decretare quali siano le prestazioni da decurtare è ogni singola Regione. La Calabria ha preferito tagliare l’assistenza ambulatoriale per potenziare le prestazioni ospedaliere erogate dalle cliniche private accreditate. Si sollecitano così i cittadini a rivolgersi ai laboratori pubblici, per esempio per le analisi del sangue, mentre si consente per gravi patologie di garantire che vengano curate in cliniche private specializzate con spese a carico della Regione. Per la gestione dei pazienti acuti e post acuti le strutture private saranno così finanziate con ben 157 milioni di euro. Sulla legittimità delle cifre stanziate a sostegno dei privati nei prossimi giorni si esprimerà il Tar calabrese su richiesta delle associazioni di categoria e organizzazioni sindacali che hanno impugnato i decreti del 2017 che sancivano i tagli alla spesa.

 

Provincia di Cosenza. Totale 59.636.897 euro

Casa di cura Villa del Sole 4.706.875 euro
Casa di cura Tricarico 14.411.576 euro
Casa di cura Cascini 7.211.024 euro
Casa di cura Scarnati 5.206.298 euro
Casa di cura Misasi San Bartolo 3.599.843 euro
Medical Hotel Arena 2.013.575 euro
Casa di cura San Francesco 4.380.928 euro
I Greco Ospedali Riuniti 18.106.775 euro

 

Provincia di Crotone totale 33.865.100

Casa di cura S. Rita 2.206.637 euro
Istituto S. Anna 14.953.258 euro
Romolo Hospital 6.792.015 euro
Marrelli Hospital (ex Calabrodental) 2.438.186 euro
Marrelli Hospital 4.799.253 euro
Casa di cura Sadel 993.321 euro
Casa di cura Madonna dello Scoglio 1.682.426 euro

 

Provincia di Catanzaro totale 52.975.681

Casa di cura Villa del Sole 11.352.922 euro
Casa di cura Villa Serena 7.945.654 euro
Casa di cura Villa Michelino 4.855.211 euro
Casa di cura Sant’Anna Hospital 28.821.892 euro

 

Provincia di Vibo Valentia totale 4.780.267 euro

Villa dei Gerani 4.780.267 euro

 

Provincia di Reggio Calabria totale 37.926.103 euro

Istituto Ortopedico Mezzogiorno d’Italia 11.685.969 euro

Casa di cura Villa Aurora 5.008.265 euro
Policlinico Madonna della Consolazione 10.745.675 euro
Casa di cura Caminiti 6.145.972 euro
Casa di cura Villa S. Anna 1.627.886 euro
Casa di cura Villa Elisa 2.712.334 euro

 

QUELLO CHE GLI OSPEDALI CALABRESI NON RIESCONO A GARANTIRE

La difficoltà causate dall’evidente carenza di personale negli ospedali pubblici ha indotto il commissario Scura a chiedere ai privati ‘aiuto’ per tutelare la salute dei cittadini. Tre i settori che verranno finanziati per garantire servizi essenziali per i pazienti. Il primo riguarda l’Ostetricia in quanto pare che gli ospedali calabresi non siano in grado di poter gestire tutti i parti. Si chiede quindi ai privati di intervenire. Identica la dinamica per le gravi cerebrolesioni per le quali si sollecita la partnership delle cliniche e degli ambulatori privati durante l’intero percorso assistenziale. Per ridurre invece il tasso di disabilità e mortalità di pazienti con fratture al femore si finanzia il privato con 2 milioni e 100mila euro in più da spalmare sulle cinque Asl calabresi. L’obiettivo è quello di riuscire ad operare l’utente entro le 48 ore evitando ritardi che possano, come provato da statistiche e letteratura scientifica, creare pericolose complicanze. I pazienti con età superiore ai 65 anni vengono operati in Calabria nel 55% dei casi in tempi non appropriati a garantire la riuscita dell’intervento. Un dato inaccettabile su cui il commissario è stato costretto ad intervenire con un’apposita voce di bilancio. Per quanto riguarda il tumore al seno non avendo le strutture accreditate (già dal 2016) rispettato i requisiti minimi di volume di operazioni, a partire dal 2018 gli interventi chirurgici per la mammella per carcinoma mammario non saranno più acquistati dai privati, ma gestiti da Asp e Aziende Ospedaliere.

 

MIGRAZIONE SANITARIA

I ricoveri ospedalieri fuori regione nell’anno 2016 sono costati alla Regione Calabria 97 milioni e 700 mila euro. Si tratta di interventi standard dai quali vengono esclusi quelli ad alto rischio di inappropriatezza, quelli in condizioni di emergenza e quelli che nelle strutture calabresi non vengono eseguiti da strutture private. Di seguito l’elenco delle prime 50 patologie che la maggior parte pazienti residenti in Calabria sceglie di curare in altre regioni.

  • Craniotomia
  • Malattie e traumatismi del midollo spinale
  • Malattie degenerative del sitema nervoso
  • Altre malattie del sistema nervoso
  • Interventi maggiori sul torace
  • Neoplasie dell’apparato respiratorio
  • Interventi sulle valvole cardiache e altri interventi cardiotoracici con cateterismo cardiaco
  • Interventi sulle valvole cardiache e altri interventi cardiotoracici senza cateterismo cardiaco
  • Altri interventi cardiotoracici
  • Interventi maggiori sul sistema cardiovascolare con complicanze e comorbilità (presenza di altre patologie)
  • Interventi maggiori sul sistema cardiovascolare senza complicanze e comorbilità (presenza di altre patologie)
  • Malattie cardiovascolari eccetto infarto miocardico acuto con cateterismo cardiaco e diagnosi
  • Altre diagnosi relative all’apparato circolatorio
  • Impianto di defibrillatore cardiaco senza cateterismo cardiaco
  • Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea
  • Bypass coronarico con cateterismo cardiaco
  • Impianto di pacemaker cardiaco permanente o di defibrillatore automatico o di generatore impulsi
  • Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con stent medicato
  • Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con stent medicato con diagnosi cardiovascolare maggiore
  • Interventi maggiori su intestino crasso e tenue
  • Interventi su esofago, stomaco e duodeno
  • Interventi maggiori su intestino crasso e tenue con complicanze, comorbilità e diagnosi gatrointestinale maggiore
  • Interventi maggiori su intestino crasso e tenue con complicanze e comorbilità
  • Interventi su pancreas, fegato e di shunt
  • Neoplasie maligne dell’apparato epatobiliare o del pancreas
  • Interventi su spalla, gomito o avambraccio
  • Interventi sul piede
  • Altri interventi su sistema muscolo-scheletrico e tessuto connettivo
  • Artrodesi vertebrale
  • Interventi su dorso e collo
  • Sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori
  • Revisione di sostituzione dell’anca o del ginocchio
  • Artrodesi vertebrale con deviazione della colonna vertebrale o neoplasie maligne
  • Interventi per obesità
  • Interventi sulla tiroide
  • Interventi maggiori sulla vescica
  • Interventi maggiori sulla pelvi maschile
  • Interventi su utero o annessi
  • Alterazioni mieloproliferative o neoplasie
  • Psicosi
  • Intervento con diagnosi di altro contatto con i servizi sanitari
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