All’indomani della sentenza di condanna dei due assessori comunali in carica si chiede al primo cittadino di revocare l’incarico politico
COSENZA – Il processo Tesi, la nuova sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha creato qualche terremoto politico. I democrat, appellandosi alla legge Severino, chiedono la sospensione per gli assessori di palazzo dei Bruzi, Vigna e Spataro, ai quali, per il reato di bancarotta, erano stati condannati in primo gradi rispettivamente a due anni e otto mesi e quattro anni. Con la riforma della sentenza la condanna per Luciano Vigna passa a due anni e due mesi, mentre per Michelangelo Spataro scende a 2 anni e otto mesi. In un comunicato stampa si legge: “Questa mattina i consiglieri comunali Carlo Guccione, Bianca Rende, Damiano Covelli ed Enrico Morcavallo, in rappresentanza della Coalizione “La Grande Cosenza” e del Partito Democratico, hanno incontrato il prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao per avere delucidazioni in merito all’applicabilità della Legge Severino, all’indomani della condanna in Appello degli assessori di Palazzo dei Bruzi, Luciano Vigna e Michelangelo Spataro.
«La Legge Severino non lascia spazio a interpretazioni. Una volta ricevuta formalmente – spiegano i consiglieri – la sentenza che condanna anche in secondo grado Vigna e Spataro, il prefetto avvierà le dovute verifiche. Il provvedimento verrà esaminato e, ravvisati gli estremi per l’applicabilità della Legge Severino, sarà trasmessa una comunicazione al Ministero degli Interni che in tempi brevi risponde indicando anche il periodo di sospensione. Sarà poi il prefetto ad emettere un provvedimento che, una volta notificato, farà scattare la sospensione». I consiglieri comunali de “La Grande Cosenza” e del Pd auspicano «che il sindaco Mario Occhiuto revochi l’incarico ai due assessori. Sarebbe opportuno che il primo cittadino facesse questo passo, proprio perché Vigna e Spataro ricoprono una carica conferitagli dal sindaco. Non sono consiglieri eletti dai cittadini, ma si tratta di nomine fiduciarie; quindi, per essere rimossi dall’incarico non è necessario aspettare la decisione del prefetto e l’eventuale provvedimento. Se avessero un minimo di responsabilità istituzionale dovrebbero dimettersi prima che arrivi la scure della Legge Severino a rimuoverli».