Assolto perché il fatto non sussiste anche Salvatore Cordò e per uno dei tre capi d’imputazione anche Francesco Aiello, condannato dal giudice ad un anno
COSENZA – Operazione Scarface , spaccio di droga, assolto Sandro Daniele e Salvatore Cordò, assolto per uno dei tre capi di imputazione anche Francesco Aiello. Per Sandro Daniele, difeso dagli avvocati Marcello Manna e Antonio Quintieri, tre erano i capi di accusa: due per lo spaccio di cocaina e uno per prestito di soldi senza interessi. Per quest’ultimo la sentenza di condanna è di sei mesi, pena sospesa, ma la difesa fa sapere che ricorrerà in appello. Anche la difesa di Francesco Aiello, rappresentata dall’avvocato Cristian Cristiano, sui due capi di imputazione per i quali è stata espressa sentenza di condanna, ricorrerà in appello. Il giudice monocratico Claudia Pingitore ha accolto, dunque, la tesi difensiva che, durante tutta l’istruttoria dibattimentale ha dimostrato come Daniele non fosse responsabile delle accuse a lui imputate, tanto che è stato assolto “poiché il fatto non sussiste”. Ripercorrendo i fatti per l’operazione Scarface condotta nel marzo 2011, alcune posizioni furono definite con patteggiamenti, altre con giudizio abbreviato. A dibattimento andarono Sandro Daniele, Francesco Aiello e Salvatore Cordò. Per Daniele Sandro, quindi, tre furono i capi d’imputazione, due in riferimento ad episodi di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina all’interno di un ufficio in uso a quest’ultimo, della palestra Scorpion, ed un terzo in riferimento ad una serie di prestiti di denaro, senza interessi, che aveva fatto a conoscenti ed amici.
All’epoca delle indagini condotte dalla Procura di Cosenza, anche per Sandro Daniele fu richiesta la misura cautelare che venne respinta dal Gip, così come quella per attivare a suo carico le intercettazioni, perché ritenne non ci fossero sufficienti indizi. Daniele venne sottoposto solo ad alcune perquisizioni che diedero esito negativo. In buona sostanza non venne mai rintracciata la droga che gli venne imputata nel corso dell’indagine preliminare, per via delle dichiarazioni di due imputati in procedimento collegato. Per quanto riguarda il reato di prestiti di denaro fatti a più persone, senza interessi, Sandro Daniele è andato incontro ad un “reato bancario” il quale prevede, qualora il soggetto non sia una società finanziaria o un istituto bancario, di non potere effettuare prestiti ad un numero indeterminato di persone. La difesa ha dimostrato nel corso dell’istruttoria dibattimentale che queste persone erano legate a Sandro Daniele attraverso rapporti di amicizia e di lavoro. E’ stata data anche una giustificazione ai prestiti effettuati, tramite i teste della difesa, ma il giudice ha ritenuto di condannare l’imputato. L’accusa aveva chiesto un anno per Francesco Aiello, riqualificando il reato in “lieve entità”, mentre per Sandro Daniele era stata chiesta una pena di un anno e quattro mesi, in riferimento ai tre capi d’imputazione. Chiesta invece l’assoluzione per Cordò.