E’ una battaglia all’ultimo “euro” quella combattuta dal primo cittadino bruzio e dal consigliere regionale e comunale democrat Guccione
COSENZA – “Una montagna di falsità. Il Comune non ha mai pagato per conto mio e mai pagherà. C’è una procedura in corso, ma il problema sono gli attacchi personali perché questi soggetti in campagna elettorale non perdono mai occasione per strumentalizzare qualsiasi cosa”. È la risposta del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, nel corso di una conferenza stampa, al consigliere di minoranza Carlo Guccione, che a sua volta aveva incontrato poco prima i giornalisti.
“Queste accuse – ha detto Occhiuto – e anche quelle relative ai debiti dell’Amministrazione comunale, vengono mosse da signori che non hanno alcuna credibilità. Sono le stesse persone che hanno fatto la cresta sui rimborsi e sono state rinviate a giudizio. Da loro non può venire nessuna lezione di moralità”.
Occhiuto risponde dunque ai democrat o forse, sarebbe più giusto dire a Guccione. E assicura che nessun cittadino dovrà pagare i suoi debiti. “Per quanto riguarda la questione che mi riguarda, io ho sempre lavorato, ma oggi si fa persino un polverone per qualcosa che era già stata scritta nella relazione del commissario Carbone. Intanto stanno facendo un processo mediatico su una cartella esattoriale che non riguarda il Comune di Cosenza ma riguarda me. Al momento il Comune non ha pagato nulla e non pagherà mai nulla – ha ripetuto a scanso di equivoci – Viene già accantonato un quinto della mia indennità, non ha nessuna rilevanza con il Comune bensì con il sottoscritto. Un braccio di ferro, dunque, che spunta fuori in un momento dove “c’è troppa carne a cuocere”…manovre politiche in corso? E’ certo che ci sarebbero “carte che cantano” e mentre uno accusa, l’altro si discolpa. E mentre Occhiuto apre la conferenza stampa con la “squadra comunale” schierata al completo, Guccione si presenta con Damiano Covelli e Bianca Rende, una minoranza di palazzo dei Bruzi coesa.
Guccione ei Democrat non rimangono in silenzio
“Il sindaco Occhiuto non deve fare la vittima, ne noi vogliamo strumentalizzare, ma la verità è che i cosentini rischiano di pagare i suoi debiti privati”. Lo ripete Carlo Guccione, consigliere d’opposizione al Comune di Cosenza, nel corso della conferenza stampa, in merito alla sentenza del Tribunale che condanna l’ente a risarcire Equitalia facendosi carico dei debiti privati del sindaco. Per quattro anni, secondo il tribunale, l’amministrazione avrebbe ingiustamente versato ad Occhiuto lo stipendio di sindaco anziché accantonarlo in modo da sanare i suoi debiti personali, che ammontano a 1,770 milioni di tasse non pagate.
Guccione ha parlato anche dei 19 milioni di euro di debiti maturati negli anni dalla gestione del sindaco Mario Occhiuto.
“Diciannove milioni – ha detto – sono solo quelli che siamo riusciti ad accertare. I cosentini devono sapere da chi sono amministrati. È un falso che i debiti provengano dalle amministrazioni precedenti e ho i documenti che lo provano.
Anche il Tar ha evidenziato un danno erariale e ha inviato gli incartamenti alla Corte dei conti per accertare le responsabilità. Tutto questo sarà discusso in Consiglio per trasparenza”
La verità di Occhiuto: “le polemiche arrivano da questi fannulloni che non hanno mai fatto nulla di produttivo in vita loro, se non i portaborse”
Al tavolo insieme all’assessore al Bilancio Luciano Vigna, pure lui chiamato in causa dalle strumentalizzazioni di alcuni avversari, e con i dirigenti Giovanni De Rose e Giuseppe Nardi, il sindaco Mario Occhiuto è subito arrivato al nocciolo della convocazione fatta ai giornalisti: “Il discorso sulla presunta incompatibilità con la mia carica è una mistificazione – ha detto prendendo la parola – Il Comune di Cosenza non ha mai pagato per conto mio e mai pagherà nulla. Qui stiamo parlando della percentuale di indennità da Sindaco che mi viene trattenuta, come del resto accade a tanti altri sindaci in Italia. Nel mio caso c’è una procedura in corso dove Equitalia sostiene che il pignoramento debba essere sulla cifra complessiva dell’indennità, mentre altre sentenze parlano del quinto. Ai cittadini dico di non farsi disorientare da chi sparge fango, che non ci sono problemi, tranne il fatto che i miei avversari attaccano sul piano personale e questo è l’unico problema.
Oggi hanno indetto una conferenza stampa i soliti noti – ha rimarcato ancora il primo cittadino – quelli che devono rispondere a dei padroni. Va detto che Carlo Guccione è stato estromesso dalla giunta regionale e rinviato a giudizio per appropriazione indebita di denaro pubblico, quello sì denaro dei cittadini. Io non devo assolutamente vergognarmi delle mie cose, sono un professionista, a 30 anni avevo tanti dipendenti, sono stato uno dei primi contribuenti in Calabria, per almeno sette anni, quindi ho fatto tante attività com’è noto. Ho avuto momenti di crisi poi, dovuti a intoppi burocratici, tant’è che ho in corso una causa col Ministero per ottenere 30 milioni di euro e questa è una cosa che non ho mai detto. Lo dico adesso perché le polemiche arrivano da questi fannulloni che non hanno mai fatto nulla di produttivo in vita loro, se non i portaborse.
Questo Comune – ha aggiunto poi come un fiume in piena – lo abbiamo trovato con una mole consistente di debiti. Appena ci siamo insediati abbiamo ricevuto comunicazione dalla Corte dei Conti regionale che in pratica non ci dava scampo per i debiti ereditati e che il Comune era in dissesto. In seguito al nostro insediamento, le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno valutato positivamente il nostro Piano di rientro. Oggi risparmiamo circa 15milioni di euro all’anno per le spese del personale. Un Sindaco e un’Amministrazione sono onesti non solo se non rubano, sono onesti se portano avanti politiche di sviluppo e di crescita per la comunità.
L’assessore Luciano Vigna snocciola numeri del passato e debiti dell’amministrazione bruzia
“Ogni Comune di Italia ha dei debiti – ha affermato Vigna – Il Comune di Cosenza ha per l’esattezza, residui passivi sulla spesa corrente per 36 milioni di euro. Un dato normale se paragonato a comuni virtuosi e non in pre-dissesto che hanno in media 25 milioni di euro di debiti. I residui passivi del precedente governo di sinistra a Cosenza erano ben 170 milioni ai quali si sommano circa 30 milioni di debiti privi di copertura che loro riponevano nei cassetti. A questi bisogna aggiungere i 130 milioni di crediti farlocchi che abbiamo dovuto stralciare dal bilancio. L’unico debito che oggi i cosentini pagano è quello che Guccione e il suo partito hanno lasciato sulla testa di ogni cittadino che è pari a 4.300 euro. Un buco totale ereditato di 300 milioni di euro che siamo stati costretti a spalmare nei prossimi 30 anni. Questi signori sono convinti che la mente del cittadino rimuova, con il passare del tempo, le loro gravi responsabilità. Oggi ad esempio ci accusano di avere un debito con la Sorical di 6 milioni di euro ma sono le stesse persone che avevano accumulato 18 milioni di euro di debito con la stessa Sorical. Con Ecologia oggi, il cui debito ereditato era pari a 16 milioni di euro, stiamo discutendo, come del resto con Sorical, per trovare una soluzione più idonea al totale abbattimento della massa passiva. Il dissesto, durante l’Amministrazione Occhiuto, è stato per fortuna scongiurato.
La sentenza, Giovanni De Rose fa il punto della situazione
il dirigente dell’Avvocatura comunale Giovanni De Rose sollecitato dalle domande dei cronisti: “Al momento, non avendo formalmente avuto notifica di questa sentenza, che abbiamo appreso dai giornali, abbiamo fatto istanza di accesso al fascicolo ufficiale. Ci sarebbero due profili di discutibilità – ha sottolineato – ovvero la totale pignorabilità dell’indennità e non del quinto come già altre ordinanze del tribunale di Cosenza hanno stabilito e per le quali il Comune in questi anni ha proceduto all’accantonamento. E poi l’altra discutibile questione sarebbe relativa alla considerazione anche della parte lorda dell’indennità quale somma pignorabile. Questa sentenza, in sintesi, non assegna somme a nessuno ma esclusivamente quantifica la indennità e la dimensione di pignorabilità”.