Non si è arresa Sara Guerriero la giovane mamma cosentina, discriminata dall’azienda per la quale lavorava con ottimi risultati e a tempo indeterminato, semplicemente perchè ‘madre’. Ed ora sta per dare anche alla luce il suo secondo figlio
COSENZA – Il prossimo 27 febbraio si terrà una nuova udienza per il caso di Sara Guerriero, giovane mamma cosentina che, dopo un anno dalla nascita del suo bambino, è stata improvvisamente e ‘stranamente’ trasferita a 250 km di distanza dalla sua città, Cosenza, a Salerno. Una lavoratrice impeccabile che nel corso del suo percorso lavorativo si è guadagnata un contratto a tempo indeterminato e anche dei premi produzione e poi, una volta dato alla luce il suo primo figlio, la gioia della sua vita, è diventata vittima di una strategia ‘aziendale’ ben precisa. Evidentemente infatti, quel figlio, era diventato un ‘problema’ per il datore di lavoro e per indurla alle dimissioni ha deciso di trasferirla. Ma Sara ha fatto causa e per ben due volte l’ha vinta solo che, al suo posto di lavoro, non è ancora rientrata.
Sara lavorava per un’azienda tricologica italiana, l’Istituto Helvetico Sanders. Una volta diventata mamma e trascorso il periodo che per legge le spettava è tornata al lavoro. Il datore di lavoro non può infatti, licenziare la madre lavoratrice dall’inizio del periodo della gravidanza sino al compimento di un anno d’età del suo bambino. Ma terminato questo anno, Sara si è imbattuta nella scellerata decisione dell’azienda di trasferirla da Cosenza a Salerno. Una proposta insensata e soprattuto immotivata o meglio, la sua azienda ha ‘motivato’ il trasferimento per ‘crisi economica’, anche se i bilanci della sede di Cosenza (è stato dimostrato) sarebbero stati sempre in attivo.
Con questo trasferimento, probabilmente, l’azienda sperava che la giovane mamma rassegnasse le dimissioni… ed invece no. Partita la causa, il giudice ha definito illeggittimo il trasferimento e disposto il reintegro. Ma dopo una settimana dalla decisione, le è arrivata una nuova lettera, ancora una volta di trasferimento, sempre da Cosenza a Salerno. Sara però non ha nessuna intenzione di lasciare il suo posto di lavoro e così continua la sua battaglia. Sporge nuovamente denuncia contro l’azienda per non aver ottemperato alla decisione del giudice che aveva dichiarato il trasferimento illegittimo e discriminatorio e che invece ordinava il reintegro immediato a Cosenza.
“Tra poco partorirò la mia bimba”
Il caso è stato anche raccontato dalle Iene su Italia Uno che hanno anche sentito il titolare dell’azienda, il quale ha continuato a nascondersi dietro al diritto di trasferire la giovane motivandolo con una crisi economica che in realtà non c’è. Sara Guerriero ha raccontato la sua storia questa mattina ai microfoni di Rlb, e in attesa della prossima udienza il 27 febbraio, ha anche annunciato di essere in attesa di una bimba.
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In un paese, l’Italia, dove si registra una notevole diminuzione delle nascite e che vede invece un aumento dei casi di mamme discriminate sul lavoro (ben 350.000) proprio a causa della loro maternità, la risposta certamente più importante di Sara è proprio questa: darà alla luce una bambina nonostante tutto e tutti. Ma la sua storia ci insegna che ancora oggi, le aziende considerano le mamme lavoratrici un peso e anzichè sostenerle, per “sbarazzarsene” ricorrono a trucchetti davvero bassi riuscendo nella maggior parte dei casi nel loro intento. Ed il caso di Sara, è particolare perchè l’azienda, condannata la prima volta, non ha fatto ricorso, bensì ha semplicemente ripresentato il trasferimento così da non creare un eventuale “precedente” per la Legge e costringendo però Sara a ripartire da capo, con un’altra denuncia. Sara continua a resistere anche se con difficoltà e la sua storia speriamo possa servire a tutte quelle donne discriminate perchè decidono di dare alla luce un bambino. In fondo poi, anche i ‘datori di lavoro’ sono… figli!
VIDEO MEDIASET – IL SERVIZIO DELLE IENE