Inferno Bianco sull’A3, “c’era un mezzo Anas ma non ci hanno avvertito”

Gli automobilisti raccontano le ore trascorse bloccati in A3, al freddo e senza nessun conforto. Imputati due funzionari dell’Anas, Vincenzo Marzi e Nicola Nocera

 

COSENZA – Processo Anas, l’inferno bianco sull’ex A3, riprende in aula con la testimonianza di altri automobilisti che rimasero vittime sull’autostrada, il 19 gennaio del 2016, in particolare del tratto autostradale fino allo svincolo Altilia Grimaldi, a causa di un’abbondante nevicata, al freddo e senza soccorsi. Sul banco degli imputati Vincenzo Marzi, in qualità di capo compartimento dell’ufficio Anas per l’Autostrada Salerno Reggio Calabria, e Nicola Nocera dirigente dell’area tecnica esercizio compartimento per la medesima autostrada, ritenuti responsabili del blocco momentaneo dell’autostrada ex A3 (oggi A2). Il pubblico ministero Tridico ha sentito una dipendente di una casa di cura e un dipendente della Regione Calabria, costituitisi anche parte civile nel processo.

 

«Alle 12.45 siamo partiti da casa, dal comune di Altilia per recarci al lavoro a Borgo dei Mastri – racconta una donna-. Abbiamo imboccato l’A2 all’altezza di Altilia, direzione Rogliano. In macchina c’era una terza persona, una collega. Ci sono due chilometri da casa allo svincolo. Non abbiamo trovato nessuna segnalazione, né personale. Subito dopo l’uscita della galleria, sul viadotto Stupino, ci siamo trovati bloccati con le macchine in entrambe le corsie. Continuavamo a guardare ma non c’era nessun segnale. Siamo rimasti fermi per molto tempo. Eravamo attrezzati con pneumatici da neve e catene a bordo. Mio marito ogni tanto faceva manovra con l’auto, andando avanti e indietro per non fare riempire le ruote di neve così da non bloccarle. Ma dopo due ore che continuava a nevicare abbiamo deciso di spegnere il motore per paura che finisse la benzina. Quindi siamo rimasti anche al freddo.

Per le prime due ore siamo riusciti a parlare con i familiari. Poi si sono scaricati i cellulari. In tutto quel tempo non abbiamo visto volontari. Nessuno ha portato nessun genere di conforto. Anche l’impossibilità di utilizzare servizi igienici. Dopo sette ore, intorno alle 19.35, eravamo ancora bloccati. Avevamo delle macchine che bloccavano il passaggio sia davanti che dietro. Qualche automobilista ha avuto poi l’idea di fare retromarcia e oltrepassare lo spartitraffico per riuscire ad andare nell’altra carreggiata e far ritorno indietro verso lo svincolo di Altilia a circa 4, 5 chilometri. Nel frattempo ha continuato a nevicare. Avevamo anche paura perché lo “Stupino” era stato da poco tempo investito da un fatto particolare, si era abbassato il livello stradale e una parte del fondo era stato chiuso per diverso tempo. Quindi sinceramente il pensiero che ci potesse essere un abbassamento di livello con la neve, le auto e i camion fermi, era un pericolo per me reale. Quando abbiamo visto che le macchine giravano abbiamo deciso di fare inversione di marcia anche noi».

 

L. R., di Spezzano della Sila racconta: «Ero in macchina con due colleghi dell’azienda Calabria Verde. Viste le condizioni meteo, siamo andati via dall’azienda di Catanzaro verso mezzogiorno e mezzo. Abbiamo imboccato lo svincolo autostradale ma non abbiamo incontrato polizia. A Falerna abbiamo incontrato un mezzo dell’Anas con degli operai che non ci hanno segnalato nulla. Ma la macchina era equipaggiata. In quel tratto continua a raccontare l’automobilista rispondendo alle domande del pubblico ministero, non nevicava forte ma, man mano che salivamo a Cosenza, aumentava. Dopo lo svincolo di Altilia Grimaldi ci siamo bloccati fino alle 23 circa. E’ passato lo spazzaneve in senso contrario. Abbiamo consentito il transito perché noi ci siamo messi su un lato.

Siamo rimasti fermi dalle 13 fino alle 24. In quelle ore non si è visto nessuno. Dopo circa 5, 6 ore, ho avuto un calo glicemico perché sono diabetico e mi sono sentito male. Avevo le medicine ma non potevo assumerle perché non avevo mangiato. Tremori, dolori addominali. Fortunatamente nella macchina il dirigente aveva delle barrette di cioccolato, le ho consumate e mi sono ripreso. Ma in realtà non si è visto nessuno. C’erano anche delle ragazze che avevano necessità di fare un bisogno fisiologico. Erano a corto di carburante, ci hanno chiesto se potevamo spegnere i fari delle macchine per vergogna. Telefonate al 112, al 115. Ci avevano garantito che la coda si sbloccava, ma non si sbloccava niente.

 

Ultimo teste D.F., 43 anni «Sono entrata in autostrada da Locri alle 13.30. Nei pressi di Lamezia c’era un segnale di uscita obbligatori a Falerna perché facevano passare solo i mezzi muniti di pneumatici da neve o catene. Non nevicava a Falerna. Erano le 15.30. Io ero munita però c’hanno bloccato almeno per tre ore, l’Anas. Poi alle 18.15 – 18.30 c’hanno fatto ripartire e riprendere l’autostrada ma, all’altezza di Grimaldi siamo rimasti bloccati fino a mezzanotte. Ma è stata abbastanza lunga perché i mezzi camminavano lenti, una sola corsia»

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