COSENZA – Secondo quanto si apprende, non sarebbe stato portato via nulla, ma l’appartamento, che fu anche dato alle fiamme all’inizio del processo, è stato completamente messo a soqquadro.
Ignoti sono penetrati, probabilmente la notte scorsa, nella residenza estiva della famiglia di Roberta Lanzino, la studentessa di Rende violentata e uccisa nel 1988 proprio mentre stava recandosi in quella casa per le vacanze, a San Lucido. Domani è attesa la sentenza del processo, mentre sono in corso oggi gli interventi dei legali di parte civile e della difesa. Nella scorsa udienza era stata chiesta l’assoluzione dell’unico imputato in vita, Franco Sansone, che dimora nei luoghi dove avvenne il fatto e che avrebbe agito, secondo l’accusa, in complicità con Luigi Carbone vittima di lupara bianca a pochi mesi dal delitto. I rilievi sul Dna ricavato da resti di liquido seminale trovato nel terriccio sotto il corpo della studentessa lo ha però scagionato. Per Sansone ed il padre, Alfredo, il pm ha comunque chiesto la condanna per l’omicidio di Luigi Carbone, ritenuto essere legato a Sansone in affari illeciti ed il cui cadavere non fu mai trovato. Per lo stesso reato è stata chiesta l’assoluzione per un fratello di Franco Sansone, Remo.