COSENZA – L’unità di Terapia del Dolore è gia stata smantellata. Ieri è stato sgomberato il reparto di Allergologia, Lunedì toccherà ai degenti di Pneumologia.
All’ospedale Mariano Santo resistono, per ora, gli ambulatori di Oncologia Ginecologia, Senologia, Fisiopatologia, Psiconcologia e Radiologia. Il resto è stato trasferito. Stessa sorte toccherà ai reparti di Oncologia e Pneumologia con i suoi quaranta pazienti. Il primo verrà ‘traslocato’ all’Annunziata, il secondo al Santa Barbara, nonostante le accese polemiche e le criticità evidenziate dai sanitari. Il problema maggiore pare sia legato all’assenza dell’unità di Rianimazione nel presidio di Rogliano che non consentirebbe di gestire in sicurezza i pazienti in caso di emergenze vista la distanza dall’Ospedale di Cosenza. Oggi però, come spiega il primario dell’unità complessa, dei tecnici dovrebbero recarsi al Santa Barbara per cercare di predisporre nel reparto qualcosa che consenta di arginare i rischi più gravi. Nel frattempo però pare che non sia arrivato nessun documento ufficiale che sancisca l’inizio effettivo e i tempi del trasferimento. I posti del reparto di Oncologia che sarà spostato nell’ala dell’Ospedale di Cosenza che ospita la Cardiologia dovrebbero restare invariati, mentre Pneumologia perderà due unità anche se il piano redatto da Scura, il commissario per il piano di rientro dal deficit sanitario, prevede che i posti letto vengano raddoppiati.
Non si sa come. L’ex sanatorio attivo dagli anni ’20 che sino agli anni ’80 ospitava circa 300 degenti, chiuderà battenti per essere ristrutturato dopo i rilievi della ditta esecutrice dei lavori che ne hanno sancito l’evacuazione. Anche se due perizie precedenti affermino che la struttura non è a rischio crollo, la ditta appaltatrice ha sollecitato l’allontanamento di utenti e personale per alcune lesioni strutturali che sembrerebbero essere emerse in corso d’opera. I più maliziosi sostengono che per l’azienda mantenere un cantiere senza pazienti sia decisamente più economico, i costi sarebbero dimezzati. Mentre la preoccupazione maggiore resta l’incolumità dei degenti di pneumologia per i quali a meno di una settmana dal trasferimento non è stato ancora disposto un protocollo per eventuali insufficienze respiratorie in casi clinici che rendano indispensabile l’uso della strumentazione presente solo nei reparti di Rianimazione ovvero a circa venti chilometri di distanza. Chiuso l’ex sanatorio resteranno attivi i bunker blindati della Rapioterapia che per la loro particolare sruttura non possono essere trasferiti altrove.
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