Il giornalista Enzo Arcuri riceve il riconoscimento alla carriera della Commissione cultura

COSENZA – Il giornalista Arcuri era tra “i ragazzi di via Montesanto”; così venivano affettuosamente chiamati i primi giornalisti della Rai calabrese, quando la sua sede era ancora nel palazzo, al civico 25, di una delle parallele del corso principale di Cosenza.

Enzo Arcuri arrivò il primo gennaio del 1969, undici anni dopo la nascita della Rai in Calabria, avvenuta l’11 dicembre del 1958, primo direttore Enrico Mascilli Migliorini. Una laurea in giurisprudenza, giornalista professionista dal 1957, Enzo Arcuri approdò in via Montesanto dopo essere stato alla “Gazzetta del Sud”, dal 1956 al 1968, anche come responsabile della redazione di Cosenza, e, negli stessi anni, corrispondente dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) e del “Gazzettino di Venezia”. Gli studi e gli uffici della Rai restarono in quella sede storica fino al 6 ottobre del ’92, prima che traslocassero nella nuova sede di viale Marconi. E in via Marconi Arcuri arrivò da direttore di sede, incarico assunto nel 1990 e mantenuto fino al 1994.

L’attività professionale di Arcuri è stata ripercorsa in occasione dell’incontro, promosso dalla Commissione cultura del Comune di Cosenza nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano” per assegnare al giornalista cosentino, uno dei decani del giornalismo calabrese, un riconoscimento alla carriera. Dopo l’introduzione del Presidente della Commissione Claudio Nigro, il cammino professionale di Enzo Arcuri è stato passato in rassegna da Maria Lucente, Vice presidente dell’organismo consiliare. Per Maria Lucente “Enzo Arcuri è uno dei giornalisti della nostra città e della nostra regione entrato, con la sua presenza da intellettuale nel senso più pieno del termine, nell’immaginario collettivo”.

Anche, è il caso di aggiungere, per la sua versatilità non comune che gli ha consentito di passare, con grande disinvoltura, dalla cronaca alla politica, senza disdegnare felici incursioni nella pagina culturale. Un giudizio condiviso dagli altri componenti presenti all’incontro: i consiglieri Francesco Caruso e Francesco Perri. Giornalista colto, di buone letture, amico del drammaturgo Vincenzo Ziccarelli, Enzo Arcuri ebbe anche il privilegio di essere il primo conduttore ufficiale del TG della Calabria, nato il 15 dicembre del ’79, quando, all’avvio della terza rete, vennero istituiti i TG regionali, alla vigilia di un Milan-Catanzaro, quando la compagine calcistica calabrese militava in serie A. Ma, prima ancora, Arcuri aveva raccontato in tv i fatti della rivolta di Reggio Calabria e il processo per la strage di Piazza Fontana, celebratosi a Catanzaro, quando le informazioni viaggiavano ancora sul filo del telefono, attraverso una fitta rete di corrispondenti e quando le dirette televisive non erano ancora possibili. Un giornalismo d’antan il suo, cominciato in Rai nel 1969, al tempo in cui la redazione era formata da soli quattro giornalisti : oltre ad Arcuri, il capo servizio Gegè Greco, Franco Falvo, poi divenuto capo redattore, ed Emanuele Giacoia, che era arrivato da Napoli. Mentre, negli anni ottanta, Arcuri era capo servizio e vice capo redattore della Rai calabrese, arrivò da Roma, siamo nell’86, la decisione di sopprimere in Calabria la struttura di programmazione televisiva (per qualche anno ancora restarono in piedi i programmi radiofonici). Uno degli ultimi programmi, prodotto dalla sede regionale della Rai, fu “Calabria allo specchio” che Arcuri scrisse e diresse per il Dipartimento Scuola Educazione della Rai e che restituiva una fedelissima radiografia della regione.

A quel programma, cui Arcuri era molto legato, collaborò gente di particolare spessore culturale come Gaetano Cingari, Luigi Lombardi Satriani e lo studioso Giuseppe Anania. Di Arcuri si ricordano ancora i numerosissimi servizi da inviato in Europa e in America e quelli realizzati per il settimanale “Bellitalia”, in onda su Rai Due. Tra le sue numerose soddisfazioni, oltre alla direzione della sede Rai per la Calabria, l’incarico di vice caporedattore della testata giornalistica siciliana alla RAI di Palermo e quello di direttore ad interim della sede regionale per la Basilicata che mantenne fino al momento del suo pensionamento, avvenuto nel 1997.

Ma il fuoco sacro della scrittura ha continuato ad ardere in lui come agli inizi ed eccolo proseguire nel suo lavoro di giornalista prima al “Domani della Calabria”, poi alla “Provincia cosentina”, di cui è stato direttore, ed attualmente al “Quotidiano del Sud”, già “Quotidiano della Calabria”, con cui continua a collaborare, anche come editorialista. Un giornalista non va mai in pensione ed Arcuri non ha mai sconfessato questa regola e bene lo sanno anche i suoi colleghi Vincenzo d’Atri e Santi Trimboli che, in occasione della manifestazione promossa dalla Commissione cultura del Comune di Cosenza, non hanno fatto mancare la loro presenza al Teatro “Rendano”, condividendo con il sodale di tanti racconti giornalistici questo piccolo, ma significativo momento di festa. Un’attenzione della quale il giornalista cosentino si è detto orgoglioso, per il riconoscimento attribuitogli dalla Commissione cultura e per l’occasione che ha consentito di riaccendere i riflettori sulla sua significativa storia professionale.

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