Salvaguardia Ambientale che da oltre dieci anni gestisce i rifiuti dell’Annunziata aveva portato al sequestro della ‘stanza degli orrori’
COSENZA – La gestione dei rifiuti speciali dell’Ospedale di Cosenza affidata all’ex patron del Crotone Raffaele Vrenna. Da oltre dieci anni Salvaguardia Ambientale ha in carico la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri. L’azienda non ha vinto una gara d’appalto, ma il contratto le viene rinnovato di anno in anno attraverso proroghe. La Stazione Unica Appaltante, come confermò in tempi non sospetti il direttore generale dell’Annunziata Achille Gentile, ha annullato almeno due volte il bando ad evidenza pubblica necessario per individuare un altro soggetto che possa espletare il servizio. Attualmente la procedura di gara è in fase di programmazione e appena l’appalto sarà affidato a una nuova azienda il contratto con Salvaguardia Ambientale cesserà di esistere.
Cosenza però non dimentica l’intervento dei Nas che alla fine del 2016 portò al sequestro dell’area in cui l’azienda crotonese accatastava i rifiuti. Un’operazione che non ha portato all’allontanamento di Salvaguardia Ambientale dal nosocomio bruzio. Anzi. Per l’anno 2017 la ditta ha ottenuto il pagamento non solo della somma pattuita 325.340 euro, ma anche di un surplus di 84mila euro. L’azienda dei fratelli Vrenna, che come noto risultano titolari della Mi.Ga. la discarica privata di Celico ora bloccata in attesa di verificare eventuali irregolarità, si era spinta oltre richiedendo una cifra maggiore: 124.377 euro. Ieri con apposita delibera (N° 00547 del 30/11/2017) il dg Gentile ha approvato la liquidazione degli 84mila a favore del gruppo Vrenna.
La giustificazione è che si tratta “di un’attività che assicura la salvaguardia degli ambienti da contaminazione ad altissimo rischio”. Eppure fino all’irruzione dei carabinieri all’interno dell’Ospedale di Cosenza la dirigenza non aveva inteso denunciare le condizioni in cui operava Salvaguardia Ambientale. Furono pazienti e dipendenti a segnalare le esalazioni maleodoranti ‘sospette’. L’azienda era solita abbancare materiale altamente infettivo in una ‘stanza degli orrori’ al lato del reparto di Oncologia nel primo piano dell’Annunziata. Il locale venne posto sotto sequestro insieme al container scoperto in cui venivano gettate flebo usate e rifiuti sanitari di ogni genere.