Tra le vittime dei raggiri anche noti professionisti, che spendono cifre notevoli.
COSENZA – Palazzo Arnone, a Cosenza, sede anche di un prestigioso museo e della Galleria Nazionale, ha ospitato il convegno “L’arte non vera non può essere arte”, al quale hanno preso parte esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni, del mondo culturale e delle forze dell’ordine. E’ stato il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri a voler incontrare la cittadinanza, per parlare di una particolare forma di criminalità, quella legata alla contraffazione, che è, purtroppo, in grande crescita.
E consente ingenti guadagni. “Sono reati estremamente diffusi, è un fenomeno che prende sempre più piede e coinvolge tanti cittadini, che si ritrovano ad essere presi in giro, acquistando opere false, prendendole per buone, pagando anche centinaia di migliaia di euro, magari scoprendo solo dopo molto tempo che l’opera che pensavano fosse di un artista importante, era invece contraffatta”. Sono le parole del maggiore Carmine Gesualdo, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri di Cosenza. “E’ una forma di criminalità molto sottile e subdola – dice Gesualdo – e constatiamo che tra le vittime dei raggiri ci sono anche noti professionisti, che possono permettersi di spendere anche cifre notevoli”.
Presente anche il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo, che ha sottolineato come il legislatore, finora, non si sia impegnato molto nel combattere la criminalità che si muove in questo ambito. “La tutela del patrimonio artistico è qualcosa di molto importane, – ha detto Spagnuolo – ma il nostro legislatore non la segue con grandissima attenzione”. “Abbiamo una legislazione, sotto il profilo della tutela penale, un po’ da ferrovecchio – ha detto ancora il procuratore – quando invece il mercato del falso si sviluppa in termini esponenziali. C’è una proposta legislativa per la tutela penale dei beni culturali, passata già in un ramo del Parlamento, che si spera diventi legge prima della fine della legislatura”. Ma, forse, è davvero solo una speranza. La tutela del nostro patrimonio più importante, quello dell’arte e della cultura, temiamo che debba ancora aspettare a lungo. Immolata sull’altare di ben altre urgenze.