Nell’ordinanza che ha portato questa mattina alle misure interdittive emergono diversi particolari. Tra questi i lavori a casa della figlia di Bartucci gratis, in cambio di affidamenti ‘diretti’
COSENZA – Arturo Mario Bartucci e Francesco Amendola erano così “amici” che il dirigente avrebbe addirittura usufruito dei ‘servizi’ della ditta per scopi familiari. Secondo la Procura, Bartucci avrebbe ricevuto utilità consistite in lavori compiuti all’interno di un immobile in uso alla figlia da parte di Amendola, rappresentante della CMT. A suo favore, Bartucci, per ‘ringraziarlo’ redigeva le determinazioni con le quali assegnava lavori pubblici alla sua ditta e provvedeva poi alle relative liquidazioni. I fatti risalirebbero al mese di maggio del 2016 e sarebbero confermate non solo dalla documentazione acquisita ma anche da intercettazioni e da dichiarazioni rese da persone informate sui fatti.
Ben 14 determine solo per la ditta CMT
Dalla documentazione acquisita in Comune, Bartucci nella qualità di Responsabile Unico del Procedimento o di dirigente di settore, aveva emesso tra il gennaio 2013 e il novembre 2016, ben 14 determinazioni dirigenziali di liquidazione compensi a favore della ditta di Amendola, per importi considerevoli che non avrebbero mai superato il tetto dei 40mila euro. Leggendo nell’ordinanza troviamo diverse determine in favore della ditta di Amendola e relative all’appalto per lo sgombero del campo Rom dal fiume Crati, per la bonifica del materiale accumulato lungo l’argine, un appalto per la demolizione di alcuni fabbricati in Via Bombini, uno sui lavori effettuati al canile comunale e un altro per la rimozione urgente di alberi e rami sulle strade. Nel corso delle indagini sono state registrate alcune conversazioni che avrebbero fatto luce sui rapporti tra Bartucci e Amendola inducendo a ritenere che il dirigente del Comune avesse tratto profitto, mercanteggiando la sua funzione per ottenere vantaggi e favori personali. Tra questi i lavori per l’abitazione della figlia (tinteggiatura, allacciamenti alle utenze delle forniture, predisposizione della cucina e dei mobili di casa).
Tant’è che il 16 maggio del 2016, da una intercettazione, è emersa una conversazione nella quale Bartucci chiedeva ad Amendola (preoccupato per alcuni impianti): “…No? Poi l’altra cosa hai visto quel tubo pè ci collegà a cucina…”. E Amendola rispose di aver parlato con il convivente della figlia, rassicurandolo: “dovremmo vedere perchè erano in una busta se mi ricordo… “.
Dalle successive indagini è emerso che la persona di cui parlavano i due era proprio il ‘genero’ di Bartucci che, sentito dagli inquirenti, avrebbe confermato come i lavori fossero stati realizzati proprio dalla ditta di Amendola, ma che ‘di tutto’ si sarebbe occupato il suocero. Agli atti però non risultano pagamenti eseguiti da Bartucci alla CMT di Amendola. E non solo; da una ‘illuminante’ conversazione intercettata tra Amendola ed un architetto, impiegata presso l’ufficio di Bartucci dalla quale si evincono in maniera significativa i rapporti tra i due. Amendola infatti, si sarebbe lamentato con la donna, per l’insistenza di Bartucci il quale tutti i giorni lo chiamava per chiedergli favori. Quel giorno in particolare (quello della conversazione) lo avrebbe cercato per finire di montare una scrivania. E l’architetto sottolineava proprio in questa intercettazione come questi lavori fossero “Sempre gratis?”.
Insomma Bartucci chiedeva lavori ad Amendola che si lamentava di non avere il tempo di svolgere il suo di lavoro, e l’impiegata lo avrebbe rassicurato dicendogli che presto avrebbero fatto qualche “liquidazione in suo favore”. Lavori gratuiti dunque, in cambio di determine a favore dell’azienda per ‘ricompensa’.