Centinaia di ragazzi hanno attraversato le strade della città di Cosenza in segno di protesta
COSENZA – Studenti in protesta stamattina a Cosenza. Un colorato corteo, partito dopo le 9.00 da piazza Loreto, ha attraversato la città rivendicando i propri diritti. Prese di mira non solo le politiche in ambito scolastico, ma anche quelle del territorio a partire dal progetto della metrotranvia Cosenza – Unical. Raggiunta via Misasi, i ragazzi hanno sfilato su via Alimena paralizzando per diversi minuti il traffico di una delle arterie principali del centro città. La manifestazione si è quindi diretta verso i cancelli di Confindustria dove sono stati urlati diversi slogan di protesta contro precariato e sfruttamento del lavoro. Il serpentone di ragazzi approdato in Piazza dei Bruzi ha poi attraversato corso Telesio per soffermarsi in silenzio sotto il balcone della famiglia Noce dove ad agosto morirono tre persone arse vive durante un incendio.
Dopo un momento di raccoglimento si è alzata la voce dei giovani cosentini che in coro ha chiesto dignità e rispetto per i quartieri del centro storico. Oltre seicento studenti, insieme alla federazione dei giovani comunisti italiani, al fonte della gioventù comunista e al collettivo autonomo studentesco, hanno raggiunto il Palazzo della Provincia in piazza XIV Marzo per chiedere maggiore sicurezza nelle scuole. Una delegazione è stata quindi ricevuta dal vicepresidente della Provincia che ha ascoltato i timori degli studenti in merito alla pericolosità delle strutture in cui frequentano le lezioni e la speculazione edile sui lavori di ristrutturazione. Il corteo si è concluso con un’assemblea pubblica di fronte al teatro Rendano. Numerosa la presenza degli studenti del liceo scientifico Fermi evacuato e dichiarato inagibile da oltre un mese.
“Il potere nelle scuole è tutto concentrato nelle mani dei dirigenti scolastici che, chiaramente, – scrive in una nota il Collettivo autonomo studentesco – agiscono a loro piacimento, favorendo questo o quel partito o i loro soliti ‘amiciè . Viviamo in un mondo in cui il precariato fa da padrone e, già dalle scuole superiori, ci viene imposto come forma mentis. La scuola è diventato un luogo di passaggio, che ha il semplice compito di propinare nozioni, invece di creare spazi di confronto e menti critiche. Siamo studenti e giovani cresciuti nella crisi economica, le cui conseguenze ci impediscono di poter costruire una vita dignitosa, sfruttati nei progetti di alternanza scuola-lavoro, all’essere impiegati nei call center, nel lavoro in nero e sottopagato a quello a tempo indeterminato, non c’è molta differenza“.
“In centinaia abbiamo sfilato a Cosenza in occasione dello sciopero dell’alternanza, rivendicando non solo diritti, tutele e paghe in alternanza scuola-lavoro, ma anche maggiori fondi per l’edilizia scolastica e agevolazioni economiche per il trasporto pubblico. Il corteo – afferma il Fronte della Gioventù Comunista – ha compiuto un’azione di contestazione sotto gli uffici di Confindustria, poiché i padroni sono coloro che hanno ottenuto i maggiori vantaggi dall’alternanza scuola – lavoro, e si è concluso sotto gli uffici della Provincia, dove gli studenti in assemblea sono riusciti ad ottenere un tavolo tecnico su edilizia e trasporto pubblico. Dall’inizio dell’anno scolastico gli studenti hanno toccato con mano l’inadeguatezza degli edifici che mostrano condizioni precarie e sono privi di certificati di staticità mentre pochissimi sono ritenuti agibili, esempi su tutti sono il Liceo Fermi e l’ITI Monaco”.
“L’alternanza scuola-lavoro obbligatoria rende un milione e mezzo di studenti schiavi al servizio delle aziende e dei loro profitti. Le nostre ore di lavoro non vengono pagate e spesso siamo esposti a rischi e condizioni di lavoro vergognose, senza alcuna forma di tutela. La “Carta dei diritti degli studenti in alternanza” – ricorda Mattia Greco, responsabile scuola del Fronte della Gioventù Comunista – sbandierata dal governo in realtà è solo un contentino per tenerci buoni: se ci sono voluti due anni a introdurre qualche regola significa che l’obiettivo era mettere subito noi studenti a disposizione delle aziende. Lottiamo per ottenere un giusto salario e diritti per gli studenti in alternanza scuola-lavoro, la possibilità di decidere sui progetti di alternanza, la piena copertura dei costi dell’istruzione da parte dello Stato. Scendiamo in piazza per una scuola gratuita, sicura, di qualità e accessibile a tutti. Scioperiamo dall’alternanza scuola-lavoro per gridare il nostro no a un’istruzione sempre più piegata alle esigenze del profitto e incapace di garantire agli studenti un futuro stabile”.